Capitolo 1: La Carbonara aiuta a riflettere

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In una giornata autunnale qualunque, mi misi a rimuginare di fronte alla finestra di camera mia, dando le spalle alla mia scrivania. Giornata sufficientemente banale come qualunque altra. Ah no! Era pregna di soddisfazione invece. Mia madre, non mi aveva assillato con le sue pretese da donna di mezza età, come suo solito. Ci fu una settimana in cui ripeteva il suo mantra, ovvero la lista dei desideri, così focosamente che ad un certo punto anch'io iniziai a volere uno straccio in micro-fibra. E poi sempre in quel giorno mi cucinò un piatto di Carbonara, quindi non poteva di certo essere una giornata no, eppure...

C'era qualcosa che non andava, però non sapevo cosa, anche se di novità su cui riflettere ce n'erano. Nel momento in cui mi apprestai a fare i compiti (cosa rara aggiungerei), si aprì un portale color blu danubio proprio nel bel mezzo della stanza (menomale che non ha fatto alcun rumore sospetto, valli a sentire poi i vicini del condominio), da quel varco, ne uscì uno di quegli incontri del terzo tipo: un alieno con la testa sproporzionata, dal corpo color grigio cenere, manco fosse uscito da un episodio di "doctor who" , o almeno così me lo sono immaginato.

Ciò che ne uscì fuori, fu una ragazzina, apparentemente più piccola di me, dalla pelle rossa, capelli rosso porpora e un vestito molto steampunk, ma non mi interesso di moda quindi andrò avanti.

Ora vi aspettereste qualcosa di epico immagino, come: "Ho scelto te ragazzo perché l'universo è in pericolo e ha bisogno del tuo aiuto". Beh complimenti perché ci avete preso. Comunque, farò una cosa ancora più da cliché: vi parlerò di me.

In verità non c'è granché da dire, e io credo di non essere un tipo prolisso. Sono un ragazzo semplice e banale, che frequenta la scuola superiore del suo paese di nascita, ho avuto molte cotte, nessuna relazione stabile, perché io non provo niente per nessuno. Ho un gruppo di amici con cui esco ogni tanto, anche se onestamente sono molto pigro quindi evito il più delle volte. La mia politica è: non impegnarti mai, e consolati guardando gli altri farlo, e dicendo a te stesso, che potresti fare di meglio, se ti impegnassi come loro.

Dov'eravamo rimasti? Oh si, l'aliena in camera mia.

"È da tempo che ti tengo d'occhio, ho notato che sei riuscito velocemente a padroneggiare i tuoi nuovi poteri, seppur con nessun risultato di nota" disse con tono serafico ma anche distaccato.
Il suo sguardo algido mi lasciava indifferente, lo scettro estremamente sofisticato e tecnologico, alla cui cima vi era un ingranaggio con una gemma giallo topazio incastonata, avrebbe dovuto incuriosirmi, invece ero abbastanza attratto dalle calze a rete e gli stivali borchiati.

Continuò favellando: "nell'arco di un mese hai ottenuto grossi risultati, i campioni prima di te avranno impiegato altrettanto tempo solo per capire come si attivassero, per comprendere da quale impulso siano mossi."

Un mese è già passato dalla morte di mio fratello Dante. Era un tossico dipendente, una testa calda ma con un gran cuore. Dicono che sia morto perché quest'organo, già debole, è collassato per uno stress improvviso, ma io non ci credo.

"Aspetta un secondo. Stai dicendo che prima di me ci sono stati altri che hanno avuto i miei stessi poteri su questa terra?!" chiesi in modo un po' stupito e un po' stizzito a dir il vero.

"Beh proprio su questa terra non poi così tanti, soltanto uno in verità".

"E chi è costui?!" dissi lestamente alzandomi dalla sedia sempre più incuriosito.

Ella mi rispose freddamente e meccanicamente: "ti verrà detto tutto a tempo debito, ciò che ti è concesso sapere adesso è che lui è stato scelto per essere il campione della verità. Tu invece incarni la mediocrità umana, pertanto tu sei il campione dell'umanità".

"Wow grazie, dovrebbe essere un complimento, no perché io..."

"Basta chiacchiere (e ti pareva), non abbiamo abbastanza tempo" mi fissava coi suoi occhi verde smeraldo, era focalizzata su qualcosa che allora non riuscii a capire.
"Sono giunta in questo luogo per annunciati l'incombenza di una catastrofe senza eguali, che tu da solo non riuscirai a gestire perciò dovrai cercare dei compagni umani alla quale donerai delle capacità equiparabili alle tue ma differenti, quindi cerca questi esseri meritevoli, hai tutto ciò che ti serve".

E poi "puff", ciò che vidi fu il nulla. Se ne andò com'era venuta: in un tremito di ciglia.
Mi sedetti sul tappeto per cercare di riordinare le idee su ciò che mi aveva detto. Non era facile da digerire.

L'eroe deviato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora