Il rumore fastidioso della sveglia mi costringe ad aprire gli occhi,mi passo una mano sopra la faccia e mi stiracchio per bene.
Rimango stesa per altri 5 minuti a fissare il soffitto,la mente vuota tutto silenzioso,solo il rumore della macchinetta del caffè e il suo forte odore mi invade le narici.
Oggi è lunedì,primo giorno di scuola,cerco di alzarmi,ma un forte peso me lo impedisce. Sarà l'ansia? No,è la fame.
Decido di alzarmi e di percorrere le infinite scale di casa,di sotto mi aspetta sicuramente papà in giacca e cravatta,con il suo impeccabile sorriso.
Appena varco la soglia della porta della cucina,ecco che tutti i miei pensieri si avverano.
Un uomo di mezz'età mi si avvicina a passo regolare,con un sorriso smagliante stampato in volto,la giacca e i pantaloni perfettamente stirati dello stesso colore nero "tesoro,hai dormito bene?" chiede mio padre.
Annuisco con la testa,prima di far scorrere i miei occhi su tutto quel ben di dio che si trova sul tavolo al centro della cucina.
"se ora vuoi scusarmi,il dovere mi aspetta" dico accennando con la testa tutti i cornetti farciti di nutella.
Mio padre se la ride,prima di passarmi una mano sui capelli arruffandomeli.
Guardo l'orologio appeso sulla parete,sono le 6.45 a.m., ce la posso fare.
Quando finisco la colazione sono le 7.00 a.m.,mi dirigo di fretta in camera e mi fiondo completamente con la testa dentro l'armadio.
Visto che è il primo giorno,decido di vestirmi come una classica 17enne americana,tanto so già che da domani le felpe giganti si impossesseranno del mio corpo.
Mi guardo allo specchio e finalmente posso dire di essere soddisfatta del risultato,dei pantaloni neri strappati e un top rosa pastello avvolgono perfettamente il mio corpo,esaltanto le mie quasi invisibili curve.
Non esagero con il trucco anche perché non mi piace,decido quindi di applicare uno strato di mascara e esaltare le labbra con un rossetto rosa opaco.
Il risultato finale stupisce anche me,non sapevo di potermi trasformare così tanto.
La trasformazione maggiore è avvenuta quest'estate con il mio corpo,prima non riuscivo a guardarmi allo specchio,se lo facevo vedevo solo una ragazza con la faccia paffuta ed il corpo pure.
I chili poi man mano sono spariti a causa della perdita di mia madre,quest'estate un'incidente stradale me l'ha portata via.
Un dolore mi arriva dritto al cuore,sono passati pochi mesi e ancora mi fa troppo male parlare di lei.
Da quel momento non ho toccato più cibo,mangiavo si e no qualche snack,ma niente di più.
Papà soffriva a vedermi così,ha cercato in tutti i modi di rendermi felice,comprandomi vestiti,scarpe e borse,ma non ha capito che i soldi non ripagheranno mai la perdita di una madre.
Adesso però sto meglio e ho ricominciato a mangiare,non come prima,ma almeno riesco ad ingerire qualcosa,riguardo ai regali di papà,beh quelli non li accetto ancora,e credo che non lo farò mai.
Ho provato a spiegargli il perché del mio rifiuto,ma lui continua e ad ogni no ricevuto,ci rimane sempre più male,e questo mi rattrista.
Faccio un lungo sospiro e rivolgo un sorriso alla Jen che mi ritrovo davanti,riflessa sullo specchio.
Prendo la borsa e mi chiudo la porta della camera alle spalle.
Arrivata di sotto,prendo le chiavi di casa e mi dirigo verso la porta,prima però mio padre mi ferma.
STAI LEGGENDO
𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑡𝑢 𝑠𝑎𝑖 𝑓𝑎𝑟𝑒 | ANTHONY REEVES
Romance[COMPLETA] Jennifer White,chiamata da tutti Jen,è la solita ragazza timida,sulle sue. Suo padre,il signor White,uomo d'affari,cerca di accontentarla in tutti i modi dalla tragica morte della madre. Le prova tutte,ma non c'è niente da fare,finchè no...