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Preparo tutti gli ingredienti sul balcone, al centro ci metto una grande ciotola, dove prepareremo l'impasto.

Uniamo il tutto e mischiamo gli ingrandienti fino ad ottenere un impasto liquido tendente al giallo.

Affondo un dito nell'impasto senza farmi vedere da Anthony che è ai fornelli girato di schiena.

Si è rivelato uno di quei ragazzi schizzinosi dal palato "raffinato" e se si girasse ora e mi vedesse in questa posizione compromettente, non saprei veramente quale potrebbe essere la sua reazione.

Sto per assaggiare l'impasto quando si gira, nascondo subito il dito dietro la schiena nascondendolo, ma è troppo tardi e se ne accorge.

"cosa hai fatto?" mi guarda con un sopracciglio alzato.

"io? Niente, ovvio" mento.

"Jen, non sai mentire. Avanti fammi vedere cosa hai dietro la schiena"

"e se non volessi?" lo provoco e lui reagisce.

Inizia a rincorrermi intorno all'isola della cucina, sono già stanca, ma ne approfitto per assaggiare l'impasto, è venuto proprio bene.

Mi fermo e appoggio una mano sul bancone, e respiro affannosamente.

Anthony arriva correndo, mi supera e si ferma, o almeno ci prova, infatti scivola e per poco non sbatte la faccia a terra.

Poggia anche lui la mano sul bancone, e l'altra la poggia sul petto, all'altezza del cuore, ha una faccia sconvolta.

Non riesco a trattenermi, e gli rido in faccia, in un primo momento mi guarda male, poi però si mette a ridere con me.

"allora mi spieghi cosa avevi dietro la schiena?"

"niente! Guarda" mostro tutte e due le mani pulite.

Purtroppo a tradirmi non sono loro, ma un po' di crema all'angolo della bocca.

Si avvicina cautamente, mentre io indietreggio, finché non sbatto la schiena contro il frigo.

Sono in trappola.

Più si avvicina più mi manca l'aria, mi appoggio completamente al frigo, ormai consapevole di non poter scappare, il fiato si fa più corto.

Odio l'effetto che ha su di me.

È a due centimetri di distanza dal mio viso, chiudo gli occhi e piego leggermente la testa.

Sento la sua mano sulla mia guancia, apro gli occhi di scatto e me lo ritrovo ancora più vicino, sta fissando le mie labbra.

No,no,no,no,no.

Siamo vicinissimi, basta che uno dei due faccia un movimento e le nostre labbra si uniscono,un solo passo.

Quando penso che mi stia per baciare, ecco che tutte le mie previsioni spariscono, infatti si stacca bruscamente e da dietro la sua schiena appare un tovagliolo, me lo porge.

"pulisciti" afferro il pezzo di carta strappandoglielo dalle mani.

Vuole irritarmi? Ce l'ha fatta con successo.

Mi giro e torno alla ciotola e mi dirigo verso la padella sul fuoco.

È rimasto vicino al frigo, imbambolato.

Lo guardo aggrottando la fronte e lui sembra risvegliarsi dai suoi pensieri.

Vorrei entrare nella sua testa per scoprire a che cosa pensa.

Si avvicina cautamente, come se avesse paura della mia reazione, ma faccio tutt'altro, gli rivolgo un mezzo sorriso strambo e torno a concentrarmi sul pancake che sta cuocendo.

𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑡𝑢 𝑠𝑎𝑖 𝑓𝑎𝑟𝑒 | ANTHONY REEVESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora