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Aggiro un gruppo di ragazzi e a testa bassa continuo il mio percorso verso il mio armadietto.

Una volta arrivata tiro fuori i libri e con noncuranza li getto nello zaino.

Tiro fuori il telefono e prima che possa accenderlo, noto il mio viso specchiato sullo schermo nero. Riesco comunque a notare le grandi occhiaie e inoltre i capelli arrangiati in una crocchia non mi danno un bell'aspetto.

È passata una settimana, sette giorni che non ho rapporti con nessuno, evito tutti ed è meglio così.

Con i ragazzi è più facile, mi basta rifiutare le chiamate e ignorare i messaggi, ma con Emily è risultato più difficile del previsto, mi sta addosso e cerca ogni occasione per parlarmi.

Sbatto lo sportello dell'armadietto e mi appoggio completamente ad esso, stanca.

Ho passato i primi giorni a piangere, ho aperto il mio cuore e non ho ricevuto niente in cambio, ma adesso sto meglio e tornerò alla mia vita normale, prima che cominciasse tutto.

"Jennifer White" una voce altezzosa risuona nelle mie orecchie "chi non muore si rivede! Anche se per come sei conciata adesso non penso manchi molto al funerale" ride Allison insieme alle sue amiche.

"piacere tutto mio! Vorrei dirti che mi è mancato vedere il tuo viso, ma dire le bugie non è la mia specialità, scusa" le sorrido falsamente.

"ancora non abbiamo iniziato e già tiriamo fuori le unghie?" dice con un tono annoiato e io faccio un passo avanti.

"Jen!" una mano mi afferra il polso "lasciala perdere" dice Emily in tono calmo.

"va' al diavolo Allison" sbotto e stringo la cinghia dello zaino, per poi dirigermi verso l'aula di letteratura.

"Jen aspetta!" sento i passi di Emily dietro di me "Jennifer!" urla.

Mi fermo di botto e mi giro verso di lei "non voglio parlare, sto bene"

"ah davvero, per te essere bianca come un lenzuolo con due enormi occhiaie è stare bene. Dio mio Jen, smettila di fare così" sbotta infuriata.

"è l'unico modo per non ricordare e non soffrire" dico con voce tremante.

"soffrirai se ci escluderai dalla tua vita. Smettila di comportarti così e prendi in mano la tua vita. Non te lo ripeterò più" conclude in un sospiro.

"hai ragione" le lacrime minacciano di uscire, ma le fermo. Sarò forte e riprenderò il controllo.

Emily mi avvolge in un abbraccio e subito mi lascio avvolgere dal suo profumo.

"mi sei mancata tantissimo" sospiro.

Le lezioni sono passate lente e monotone e finalmente la campanella che annuncia la fine delle lezioni è suonata.

Mentre torno a casa penso agli ultimi giorni e solo ora mi rendo conto di quello che ho fatto.

Ho escluso dalla mia vita le persone che mi volevano più bene di tutte, solo per dei miei capricci adolescenziali.

Riconosco la via di casa, ma invece di imboccarla, continuo dritto.

Dopo qualche centinaio di metri, riconosco il cancello arrugginito e subito una morsa mi stringe il petto.

Da quanto tempo non venivo? Mesi ormai.

Non ho mai avuto il coraggio di venire a trovare mia madre da sola, sono sempre stata troppo debole per sopportare tutto il dolore. Ma dovevo cambiare e avrei cominciato da qui.

Nonostante non ci venga da mesi, riconosco ogni stradina del cimitero e poco dopo mi ritrovo davanti alla lapide di mia madre.

"scusa mamma. Scusa se non ti sono venuta a trovare, scusa se ti ho deluso, scusa per tutto" mi accascio a terra, ma non piango.

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𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑡𝑢 𝑠𝑎𝑖 𝑓𝑎𝑟𝑒 | ANTHONY REEVESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora