- ivonne -
«Ecco cosa!!»
È corso a vestirsi con le prime cose che ha trovato, poi ha messo anche la sciarpa gigante e il giubbino, ed è corso alla fermata dell'autobus appena in tempo per prenderlo.
Non è che soffrisse il freddo; si trattava di un modo efficace per passare inosservato in mezzo alla folla dei suoi concittadini, che d'estate lo squadravano immancabilmente da capo a piedi.
Odiava l'estate, non solo per questo: il problema principale era che Charlie si trovava perennemente in missione durante quei mesi, e lui stesso aveva molto meno tempo libero tra giugno e settembre che nel resto dell'anno. Erano entrambi soldati; lui un semplice mercenario, Nash un tenente dell'aeronautica. I loro eserciti erano completamente diversi, ma gli aerei non facevano proprio per lui, e Charlie non si sarebbe mai spostato da là; così si frequentavano solo nel - poco - tempo libero che potevano condividere.
Dopo aver faticosamente timbrato il biglietto ha cercato un angolo in cui piazzarsi per non essere urtato dal resto dei passeggeri; si è accomodato, e ha finalmente guardato fuori dal finestrino, rimanendo a bocca aperta. Grossi fiocchi avevano iniziato a scendere e lui non se n'era neppure accorto. Che splendore!
Era come un benvenuto per Nash, che tra poche ore sarebbe arrivato da lui per rimanere qualche giorno insieme.
Giunto al capolinea, nel cuore della città, è sceso fischiettando. Aveva trovato finalmente una buona idea per il regalo di Natale da fargli, qualcosa che lui avrebbe sicuramente apprezzato, ed era molto contento di poter eliminare i suoi precedenti acquisti.
S'è diretto all'unico negozio del centro in cui non aveva ancora avuto occasione di entrare, specializzato nella rivendita di liquori d'importazione delle qualità più varie.
Appena varcata la soglia è stato avvolto da un profumo di spezie molto forte, e da una sensazione di calore dovuta sia al legno massiccio e scuro che dominava lo spazio, sia alla mancanza d'aria trasmessa dagli armadi ordinati e sovraccaricati di decine e decine di bottigliette, bottiglie e piccole damigiane, etichettate ognuna con un disegno diverso. L'illuminazione era garantita da un lampadario a 12 lampadine, che si rifletteva allegramente sulla merce, e da qualche finta candela dalla luce traballante posta negli angoli bui.
«Buongiorno» L'ha salutato, alzandosi, la commessa che stava sistemando l'ordine di qualche bottiglia in un ripiano rasoterra. Lui ha ricambiato un po' titubante.
«Posso aiutarla?»
«Sono qui per... È chiaro, per un regalo.» Ha lanciato un'occhiata al calendario che trionfava su un muro, appena sotto un gigantesco orologio che non aveva notato prima. Segnava chiaramente la data corrente: 18 di dicembre. «Sto cercando dello scotch della miglior qualità esistente.»
«La qualità è il nostro forte» ha risposto lei, ammiccando. Gli ha fatto gesto di seguirla in un angolino nascosto del punto vendita. «È un po' in disparte perché non è un prodotto molto richiesto. Comunque questo ripiano è di solo scotch whisky»
«E qual è il migliore?» Abel si è chinato per guardare i caratteri metallizzati più da vicino. Avevano nomi molto pretenziosi, ma gli sembravano tutti identici.
«Dipende molto dal gusto personale, signore. Ci sono i single malt, quelli di cereali e i blended.»
Il ragazzo ha fatto schioccare la lingua.
«Io non ne so proprio nulla... Lo scelga lei: chi lo berrà è una persona dolcissima, che adora il saporito - in particolare salato, al contrario mio - e che impazzisce per questo liquore specialmente fuori dai pasti, nel pomeriggio, quando ha occasione di rilassarsi.»
Si sono guardati.
«Penso che questo si possa considerare il migliore per lui» ha commentato la donna dopo un attimo, prendendo in mano una bottiglia dal collo lunghissimo. «Tra l'altro ne ho una già aperta dietro il bancone, per assaggiarla.» Gli ha spiegato che un paio d'altre bottiglie costavano di più, ma non valevano lo stesso: non è il prezzo a determinare la qualità di un prodotto. E poi quel tipo era un filo più leggero dei suoi due rivali, che puntavano tutto sulla gradazione anche a causa degli ingredienti diversi.
«Ha anche una bottiglia più carina di tutte le concorrenti» è stato il commento del giovane, che l'ha presa in mano e si è beato della sua strana ruvidità. Dava la sensazione che il liquido al suo interno fosse caldo, quando era a temperatura perfettamente ambiente.
Si sono diretti indietro al bancone, e anche se Abel aveva già deciso favore dell'acquisto, la ragazza ha insistito perché accettasse un assaggio. Ha preparato due bicchieri da caffè sul ripiano: in uno ha messo due dita di scotch, nell'altro della pura acqua minerale. Appoggiando poi la bottiglia sul pezzetto di vetro che impreziosiva il mobile, ha rivelato al ragazzo un'altra caratteristica del packaging: una vibrazione prolungata dal fatto che fosse quasi completamente vuoto gli ha fatto intendere che la bottiglia era tutto vetro, anche esteriormente, non c'era patina a renderla così piacevole ma era proprio la lavorazione.
La commessa, dopo aver sorriso per l'espressione confusa che era sorta in viso al cliente, gli ha spiegato che quella bevanda aveva la peculiarità di cambiare completamente sapore quando mescolata all'acqua. «Alcuni le mescolano direttamente nel bicchiere, altri tengono l'acqua in bocca prima di bere anche l'alcool. Io le consiglio di sentirlo al naturale, se non l'ha mai fatto, e poi di provare a mischiarli.»
Dopo aver diligentemente eseguito le istruzioni, Abel ha ridacchiato. «Lei ha ragione, cambia per davvero!»
«È questione di chimica, signore» ha commentato lei, vedendo come si era estasiato per una questione così semplice.
«Ha altri trucchi da insegnarmi? Sarebbe carino non mostrarmi così ignorante con lui... La persona a cui lo devo regalare, capisce»
La commessa ha annuito. Gli ha consigliato di servirlo insieme a del formaggio stagionato o del cioccolato amaro e dentro bicchieri col gambo. «Questo è tutto quello che so sullo scotch whisky. Ma posso consigliarle, in aggiunta, di godersi ogni momento della festa, perché è la compagnia a far gustare davvero le cose, e soprattutto le feste.»
«Un bel consiglio, cara. Penso che lo seguirò.»
A questo punto il suo telefono è squillato; l'ha estratto dalla tasca, e ha sbarrato gli occhi. Era Charlie, che aveva detto che avrebbe chiamato una volta atterrato.
«... Lei può anche fargli un incarto, vero?»
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FFC
FanfictionHai detto 'Sherlock BBC'? Harry Potter? 1D? Street Fighter..? Anche noi parliamo (SEMPRE) di queste medesime cose! FFC è frutto dell'amicizia tra Fanwriters, è la Collaborazione che ha unito me e @Anemoon_Holmes per diversi mesi, due volte al mese...