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Guardo ogni singola stanza, arrivata alla mia stanza trovo un foglio con su scritto delle coordinate.

Mi faccio accompagnare da Ryan e grazie a google maps troviamo il punto indicato nel mezzo della foresta.

Ryan mi sta vicino con la pistola pronta mentre io cammino sicura.

"Juliet vai piano!" io senza rallentare rispondo "Se ci volessero uccidere lo avrebbero già fatto" lui sospira cercando di stare al passo.

Ma dove diavolo è finito Sherlock?!

Improvvisamente degli uomini spuntano fuori da dietro gli alberi e ci ritroviamo circondati con delle pistole puntate su di noi.

Tre uomini si avvicinano, disarmano Ryan e lo portano via. Davanti a me fa la sua apparizione il mio ex con mia madre al suo fianco "E tu che ci fai qui?" chiedo ad Andrea lui scoppia a ridere. E mostra sul suo avambraccio un tatuaggio rappresentante lo stesso stemma che vi era sul biglietto trovato vicino al cadavere qualche giorno fa "Io sono il capondi tutto! Se tu fossi stata diversa al posto di tua sorella ci saremmo stati io e te! Tuo oadre voleva tenerti fuori a tutti i costi ma io sapevo che c'era del potenziale in te! Poi quando ti ho visto con Holmes ho capito che ormai non c'era speranza " lo guardo confusa "Ma perché mandare quel messaggio?" lui sorride sempre più "Il nostro consulente criminale voleva giocare con Sherlock e noi lo abbiamo fatto!"

"Mamma anche tu?" chiedo con un filo di voce

"Non avevo scelta!" lui ghigna "È giunta la tua ora Juliet" e prende dalla tasca una rivoltella per poi puntarmela contro.

Mia madre sgrana gli occhi "Non erano questi i patti! Lei doveva rimanere viva!"

"I patti cambiano" risponde lui tenendo gli occhi fissi su di me e preme il grilletto.

Mia madre si frappone tra me e il mio ex così il proiettile penetra nel suo petto. Lei cade a terra inerme mentre le mie ginocchia cedono ritrovandomi anche io a terra.

La vista si annebbia e le lacrime rigano le guance. Improvvisamente sento degli spari, gli uomini cadono a terra uno ad uno ma non capisco il perché.

Improvvisamente lo vedo, Sherlock nel suo cappotto si avvicina lentamente a me. Mi porge una mano e mi aiuta ad alzarmi "Dobbiamo andarcene" annuisco e prendendomi per mano mi conduce verso non so dove "She-Sherlock io sono venuta con un poliziotto e-" lui mi interrompe "Ci aspetta in macchina"

Stringo la sua mano che ora è l'unica cosa a cui io possa aggrapparmi.

In macchina io e Sherlock siamo seduti nei posti dietro mentre Ryan è alla guida.

Sherlock è lato finestrino con lo sguardo rivolto alla strada che scorre, io dall'altro lato stretta nelle soalle cercando di non piangere davanti a Ryan.

Arriviamo in polizia, e Sherlock spiega tutto a Leastrade, di Moriarty, di come la mia famiglia fosse coinvolta e della corruzione della polizia.

Ma come può aver scoperto tutto questo? In così pochi giorni poi....

Una volta finito il resoconto Sherlock esce dalla centrale seguita da me.

Prende il primo taxi e parte lasciandomi lì imbambolata.

Prendo il taxi successivo e torno al mio appartamento, firmo l'assegno per il servizio dell'investigatore e busso alla sua porta.

Mi apre la signora Hudson che mi rivolge un sorriso e mi fa entrare.

Salgo le scale e busso alla porta che mi separa da Sherlock ma ad aprirla è John "Grazie per esserti ricordata di me anche tu!" mi dice esasperato

"Scusami ma ero veramente scossa" mi giustifico e il suo sguardo si ammorbidisce a tal punto che mi stringe fra le sue braccia in un abbraccio rassicurante.

Una volta che si allontana chiedo "Sherlock è qui?" lui annuisce e indica la poltrona accanto al camino dove si trova il consulente.

Mi avvicino e gli porgo il pezzo di carta "Ecco il pagamento" senza neanche guardarmi lo prende e lo posa su un tavolino "Sherlock possiamo parlare?" chiedo un po' timorosa.

"Non abbiamo nulla da dirci" risponde con un tono gelido "Ma l'altro giorno tu-" senza lasciarmi finire di parlare mi congeda "A meno che tu non abbia un altro caso interessante da sottopormi quella è la porta"

Giro i tacchi e dopo aver salutato John e la signora Hudson esco da quella casa forse per sempre con il cuore infranto.

Il sociopatico più famoso di tutta Londra ha giocato con me come con un bambino giocherebbe con una bambola.

Umiliata decido di trasferirmi, tornerò a vivere nella casa dei miei genitori e magati riuscirò a lasciarmi alle spalle tutta questa storia.

Da quel che so mia sorella e il mio ex sono stati rinchiusi in una prigione non so dove così come tuttini suoi complici, Jim non è mai stato catturato ergo è ancora a piede libero r un potenziale pericolo. Essendosi liberati posti alla centrale del mio paesino di infanzio proverò a rientrare in polizia e magari riuscirò in parte a risanare in nome di famiglia.

Mentre iniziona fare tutte le valigie il campanello suona e alla porta c'è Ryan "Hey" lo saluto cercando di apparire serena cosa che lui non sembra affatto.

"Juliet, io e te ci conosciamo dai tempi delle scuole, ho sempre avuto un debole per te e l'esperienza di oggi mi ha fatto capire quanto in bilico siano le nostre vite svolgendo il lavoro di poliziotto e questo mi ha spintona dirti quello che sto per dirti:Juliet mi vuoi sposare?" e detto ciò si inginocchia tirando fuori una scatoletta di velluto rosso con dentro un anello.

In fondo lui non sarebbe un cattivo compagno di vita, certo ora non lo amo ma potrei amarlo, in futuro. Inoltre lui mi ama, mi rispetterebbe e potrei imparare ad apprezzarlo. Avere un partner a Scotland Yard mi consentirebbe di rimanere al corrente di tutto ma... È davvero quello che voglio?

Il mio flusso di pensieri viene interrotto da una voce "Non farlo" è Sherlock che ha assistito a tutta la scena dal portone di casa sua e inizia ad avvicinarsi mentre Ryan si alza "Non farlo" ripete lui "Perché non dovrei?" i suoi occhi di ghiaccio rimangono puntati sui miei "Perché, secondo le mie deduzioni, io sono innamorato di te. Le mie deduzioni non sbagliano. Non sono mai stato innamorato, non ho mai sperimentato la vita di coppia ma sono disposto ad avventurarmi in questa nuova esperienza con te, solo con te" mentre Sherlock parla i miei occhi si riempiono di lacrime "Ma prima tu-" mi interrompe (che brutto vizio oh)  "Non volevo ammetterlo a me stesso, non volevo cedere ai sentimenti, non volevo ammettere che la mia debolezza più grande sei tu" gli corro incontro e gli allaccio le braccia al collo e gli sussurro "Ti amo Sherlock Holmes" lui mi stringe a se "Anche io".

Un cuore scolpito nella roccia-Sherlock HolmesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora