Alpha Centauri

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Venezia, Marzo 1610.

(osserva)

Aziraphale era sinceramente deliziato della conoscenza di quell'uomo tanto brillante.

Galileo Galilei, col quale aveva iniziato una corrispondenza nei primi anni di quel nuovo interessante secolo, era un uomo con la barba lunga e gli occhi intelligenti, e una parlantina decisamente affascinante.

L'angelo si era recato a Venezia in occasione della pubblicazione del Sidereus Nuncius, il trattato astronomico del quale aveva parlato tanto per lettera con il Maestro Galilei. La Serenissima in quel periodo si stava ancora riavendo dalla perdita dell'Isola di Cipro e da una fase di declino della sua potenza militare.

L'ambiente culturale e scientifico al contrario era estremamente attivo e Aziraphale si era concesso volentieri quel viaggio, sebbene non avesse ricevuto alcun ordine da parte del Paradiso di recarsi in quella zona. Ottenere una delle copie di quel trattato era un motivo più che valido per farlo spostare dalla fredda Londra. Inoltre Venezia era un luogo affascinante, e Aziraphale non si stancava mai di perdersi nei vicoli e attraversare I ponticelli che passavano sui canali.

Fu assolutamente un caso che il demone Crowley si trovasse di passaggio a Venezia proprio in quel periodo. Era richiesta la sua presenza più avanti a Torino, perchè l'Inferno sembrava avesse qualcosa contro la Spagna, e lui doveva oliare i giusti ingranaggi perchè venisse firmato un trattato a sfavore di quel paese.

Era il tramonto e Crowley stava in piedi affacciato su di uno dei canali, quando vide una figura conosciuta, su di uno dei ponticelli più avanti. Era Aziraphale che, avendolo notato, stava agitando il braccio per farsi vedere.

Crowley aggrottò le sopracciglia: si incontravano più spesso di quanto avrebbe pensato potesse succedere, erano passati meno di 10 anni dall'ultima volta, se ben ricordava.

Aziraphale si affrettò verso di lui, salutandolo con un certo calore, mentre Crowley rimase sulle sue, compassato e contegnoso.

"Mio caro! E' piacevole incontrarti qui nella bella Venezia. Cosa ci fai qui? Immagino nulla di buono, come sempre".

"Come sempre. Ma sono qui diciamo in vacanza. Presto dovrò spostarmi più a Nord, i miei doveri mi chiamano".

"Doveri? Cosa stai tramando?".

"Non sssono fatti tuoi, angelo. Limitati a pensare a questa mia visita di piacere":

L'angelo sospirò. D'altronde ognuno aveva i suoi compiti, e l'Accordo che avevano era chiaro: non intralciarsi troppo a vicenda. Si strinse leggermente nelle spalle "Beh, già che siamo entrambi qui in vacanza, come dici tu, ti mostrerò qualcosa di speciale" gli disse, e lo prese sottobraccio, incamminandosi decisamente verso la dimora di Mastro Galilei. Crowley rimase esterrefatto dall'audacia di quell'angelo, ma si lasciò trascinare, senza sapere esattamente cosa pensare.

Ormai erano sul calar della sera, e le luci si affievolivano. Le poche torce ai lati dei palazzi si riflettevano tremolanti nei canali, e l'atmosfera era decisamente suggestiva. Entrambi si fermarono per un attimo a guardare il cielo stellato. L'aria era ancora fredda, pur essendo Marzo, e un bel vento di tramontana aveva spazzato tutte le nubi. Crowley rabbrividì.

"Una serata perfetta!" esclamò Aziraphale.

"Perfetta per cosa? Fa FREDDO ancora" lo rimbeccò il demone.

"Oh lo vedrai" gli rispose l'angelo, sorridendo appena.

Giunsero infine alla casa del Maestro, che li accolse con calore. Crowley non aveva mai sentito parlare di lui, ma Galileo non se la prese. Aspettarono piluccando del cibo e bevendo un po' di vino che la notte calasse e ricoprisse di un manto scuro tutta la città. Poi, il padrone di casa li precedette nel solaio: lì c'era il suo studio, pieno di carte, disegni di ellissi e formule matematiche ovunque.

Il senso della vita - Good Omens CollectionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora