Capitolo tre

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L'aria era fresca. Il profumo dei ciliegi invadeva le mie narici ad ogni passo che compivo. Suonai al citofono, aspettando che la direttrice mi aprisse.

"Buongiorno Izuku."

La salutai con un cenno del capo e feci ingresso nell'edificio. Infondo al corridoio vidi Kirishima. Aveva ai polsi un paio di manette ed era affiancato da tua guardie. La direttrice mi si avvicinò.

"Aspetta un po' prima di andare da lui."

Volevo chiederle il perché, ma andò via prima che potessi aprire bocca. Non appena i suoi occhi rubini si posarono sulla mia figura, un sorriso beffardo comparve sul suo volto. Mi passò di fianco, lanciandomi uno sguardo alquanto seducente, bagnandosi le labbra. Scossi la testa e mi diressi nel mio ufficio, avrei aspettato lì l'ora di pranzo per andare da lui.

~~~
Mezzogiorno arrivò in un batter d'occhio. Mi alzai dalla mia poltroncina e andai in sala mensa. Appena aprii la porta, tutti i pazienti si girarono verso di me. Secondo ciò che dice la direttrice, molto di loro erano maniaci e questo mi fece sentire a disagio.

"Hey, broccoletto. Ti va di giocare a uno con me?"

Era Kirishima. Aveva ancora addosso le manette e due guardie grandi e grosse lo osservavano da un angolo remoto della mensa. Mi sedetti insieme a lui.

"Hai fatto il cattivo stamattina?"

"Tch, stamattina un infermiere mi ha svegliato all'alba per darmi le medicine e, potrebbe anche darsi che io gli abbia dato un calcio dove non batte il sole." lo disse con una tale tranquillità che mi inquietò leggermente.

"Sai, dovresti calmare i tuoi impulsi."

"Tu cosa faresti se ti imbottissero di medicine per calmare la tua presunta "schizofrenia"?"

"Beh, io.." blaterai.

"Ecco, quindi ho ragione io."

"Comunque sia, sì. Mi va una partita a uno."

Prese in mano il mazzo. I miei occhi seguirono le sue mani nel mischiare le carte e nel distribuirle.

"Parlami un po' di te piccoletto."

"Cosa vorresti sapere?"

"Non so. Sei vergine?"

Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva.

"Ma che razza di domanda è?"

"Una normalissima domanda alla quale puoi rispondere con un 'si' oppure con un 'no'."

"Mi rifiuto di risponderti."

Fece spallucce "allora lo prenderò come un si."

"E se la risposta fosse no?"

"Ma io so che non lo è. Sei troppo, come dire senza ferire i tuoi sentimenti..innocente, ecco."

Non sapevo dove volesse arrivare con questa conversazione. Ma una cosa era certa, voleva farmi innervosire e ci stava riuscendo.

"E tu, lo sei?"

"No."

"Ah, beh.."

"Quindi, vuoi dirmi che il tuo ragazzo non ti ha mai toccato, mh?" la sua mano si posò sulla mia coscia. Un brivido mi percorse la schiena.

"L-lui.."

Si avvicinò al mio orecchio "aspetta di rimanere da solo con me nel tuo ufficio. Dopo ti faccio vedere io cosa si prova ad essere toccati, piccolo." si allontanò da me, sorridendomi beffardo "ho vinto."

Take Me Home - kiridekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora