•18• Come loro

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"Cosa vuol dire che è speciale?" domandò Yukine che, in quel momento, sembrava stesse per uccidere il suo padrone, per via dell'eccessiva rabbia.

"Anche tu mi hai corrotto, no? Non ti ho lasciato andare, lei è proprio come te!" rispose il dio, uscendo da quello strano ristorante.

"Andiamo ad eliminare l'Ayakashi, Sekki!" Yukine si trasformò in due lame affilate.

"E (t/n)? Non la cerchiamo?"

"Sono sicuro che tornerà da noi, di sua spontanea volontà." Yato iniziò a saltare sui tetti di palazzi, raggiungendo velocemente l'Ayakashi che cercava.

"Essere dell'aldilà, che osi violare la terra delle piane di canneti! Io, il dio Yato, con la mia venuta, ti distruggo per mezzo di Sekki, ed esorcizzo i tuoi mali e le tue impurità!" l'Ayakashi scomparse, formando uno strano cerchio in aria.

Nel frattempo
(t/n) continuò a camminare, fino a quando non arrivò davanti casa di Hiyori.

Era distrutta emotivamente e non ci pensò due volte, prima di entrare nella casa della sua amica.

Ovviamente, prima di farlo, controllò che Hiyori non ci fosse e così fu.

In casa c'era solo la madre di Hiyori, ma non si preoccupò tanto, visto che non poteva essere vista.

La (c/c) continuò a gironzolare per casa, osservando anche le cose più stupide.

"È così che se la passano gli umani, eh? Anche io facevo le stesse cose? Anche io avevo una casa come questa?" la ragazza si poneva sempre la stessa domanda, più e più volte.

Arrivò di fronte ad una porta, la più grande, probabilmente.

La aprì ed entrò.

"Wow" la (c/c) era stupita. Pensava che quella stanza fosse bellissima.

Le pareti erano grigio perla ed erano enormi.

Al centro della stanza c'era un letto matrimoniale, sistemato per bene e con coperte bianche.

Alle estremità del letto, invece, cercando due cassetti: uno a destra ed uno a sinistra.

(t/n) aprì tutti i cassetti di quei comodini e trovò vari gioielli.

Ne notò uno in particolare: un fermaglio, con sopra un fiocco e delle perle.

Lo indossò e si avvicinò allo specchio accanto alla porta.

Continuava a guardarsi, cercando di immaginare come poteva essere prima di morire.

Si poneva mille domande, era curiosa di conoscere il suo passato.

Delle lacrime iniziarono a solcare il suo viso.

"P-p-perchè? Perché proprio a me?" la ragazza cadde in un pianto disperato.

Iniziò ad urlare, mettendosi le mani tra i capelli e buttandosi a terra.

Le faceva male.

Voleva essere come loro: viva.

Continuando a piangere, frugò ancora nel cassetto, rubando anche dei soldi.

Uscì da quella casa e si era fatto buio.

Inizialmente pensava di rimanere per strada, tanto a nessuno importava di lei... O almeno, era quello che lei credeva.

Però dall'altro lato, non voleva perdere gli unici amici che aveva trovato e quindi tornò a casa.

Lì trovò Yato, Yukine ed Hiyori.

Entrò in casa senza dire una parola, dirigendosi verso la sua stanza.

"Cosa hai rubato?" una voce la fermò, quella di Yato.

"Niente." la (c/c) continuò a camminare.

"Che ti prende, (t/n)?" a quella domanda, la ragazza si fermò di scatto, si girò e diede un pugno dritto in faccia al suo padrone.

Yato non le disse niente, rimanendo con il viso leggermente girato verso destra, per via del colpo di prima.

(t/n) entrò in camera sua, sbattendo ferocemente la porta.

Indossò il suo pigiama e si mise sotto le coperte.

Di nuovo... Iniziò a piangere.

Sbatté un pugno contro il muro accanto a lei.

"Cosa ho fatto di male? Voglio essere come loro!" il suo pianto si trasformò in un vero e proprio inferno.

I suoi amici, dall'altro lato della casa, la sentivano.

La sentivano piangere, sentivano il suo dolore da solo le sue urla.

"Cazzo!" dal collo di Yato iniziarono ad intravedersi macchie violacee.

Il ragazzo dai capelli corvini si alzò e si diresse contro la camera del suo Strumento Divino.

Bussò alla porta. "Hey, apri, sono io." non ricevette nessuna risposta.

Riprovò ancora e ancora, ma la ragazza non apriva.

A Yato venne in mente che lui aveva un mazzo di chiavi, corrispondenti ad ogni stanza e quindi cercò la chiave per la porta della stanza che aveva di fronte.

Inserì la chiave e aprì quella maledetta porta.

Trovò (t/n) seduta a terra, con la testa appoggiata sul letto che continuava a piangere.

"Hey... " Yato si sedette accanto alla (c/c).

La ragazza alzò lo sguardo verso il suo padrone, con le lacrime che le ricoprivano il viso.

Non parlava, piangeva e basta.

"Sai..." Yato prese la parola ed iniziò a parlare.

Ma (t/n) lo interruppe, prima che potesse aggiungere altro. "Non dire niente, non m'importa."

Yato, a quel punto, si mise davanti a lei.

Le prese il viso "Guardami. " la ragazza così fece.

"Cosa vuoi?" domandò lei, continuando a guardare il suo padrone dritto negli occhi.

"Alzati." Yato si alzò e le prose la mano.

"Non rompere i coglioni." gli occhi (c/o), ancora lucidi per il pianto, si distolsero di nuovo dallo sguardo di Yato.

"Ho detto: ALZATI! Non farmi ripetere le cose due volte, sono il tuo padrone, chiaro?" il tono di voce di Yato divenne quasi minaccioso.

La ragazza, leggermente spaventata, si alzò, incontrando lo sguardo del ragazzo.

Quest'ultimo le prese le mani e poggiò la sua fronte su quella della ragazza.

"Piangi, sfogati, sono qui per te." La ragazza, presa dalla situazione, iniziò a piangere disperatamente.

Yato poggiò la sua mano sui (l/c) capelli (c/c) di lei.

Cominciò ad accarezzarle dolcemente i capelli.

Di seguito, portò la testa di lei al suo petto. Avvolgendola in un caldo abbraccio.

(t/n) continuando a piangere, bagnò tutta la maglia che aveva indosso Yato.

"Mi dispiace, scusa, Yato." la ragazza lo guardò negli occhi. "Posso farti una domanda?"

"Certo, che c'è?" i due continuavano ad abbracciarsi.

"Io... Chi ero io?

Little soul [ITA] Yato x reader (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora