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«Hai un minuto?» 

Victor si presentò al ristorante in cui lavoravano i fratelli di Alice, quel giorno lei era lì per dare una mano. Alice rimase sorpresa nel vedere chi fosse venuta a cercarla, presagiva che dovesse trattassi di qualcosa di serio se Victor si era disturbato a raggiungerla. Lo invitò ad accomodarsi dentro al locale: possedeva due stanze per accogliere i clienti, grandi circa cento metri l'una, separate da un corridoio che conduceva alle porte dei bagni l'una era di fronte all'altra; l'area di ingresso era costituita dalla zona bar e dietro, aggirando un muro separatore, si arrivava alla cucina. Non era un locale molto grande, ma al momento i suoi fratelli non potevano permettersi altro, lavoravano duramente e risparmiavano nella speranza di trovare qualcosa di più grande. Sedettero al bancone del bar, Alice gli offrì una birra, Victor gradì.

«Credevo che frequentando te Henry non volesse più avere a che fare con me e Belch.» 

«Mi dispiace ragazzi, non pensavo vi stesse trascurando.» 

«Tranquilla, dovrebbe dispiacere a lui.» disse Victor, bevendo un altro sorso. 

Alice notò che il ragazzo era preoccupato, il che le sembrò strano, dato che Victor era quello più vicino ad Henry, ma in effetti non sapeva quanto vicino gli fosse. 

«Se è solo questo gli parlerò e gli dirò che deve stare con voi. Siete i suoi amici.» 

«Facile sbrigarsela così.»

Alice sospirò.

«Che altro c'è?» 

Prima di rispondere, Victor si rizzò leggermente col busto buttando una rapida occhiata in giro, assicurandosi che non ci fossero orecchie indiscrete. Fece cenno ad Alice di calarsi appena e di avvicinarsi a lui col viso. 

«Hockstetter vi sta osservando.» bisbigliò sotto voce.

«Patrick Hockstetter?» replicò l'altra stranita.

«Sì lui.» 

«Cosa?!» 

«Perché vorrai dire.».


Derry, 21 luglio 1989

Victor Criss si fermò al ristorante un paio d'ore, parlammo di quello che stava succedendo con Henry e i ragazzi. Non avrei mai immaginato di quello che sarebbe successo dopo...


E mentre la loro conversazione andava avanti ogni tanto animata da qualche vago e ridicolo gesto accennato con la mano, Patrick era da quelle parti. Quella mattina sua madre gli aveva chiesto il favore di comprarle delle cose per fare un dolce e lui ubbidì, cogliendo l'occasione per tirare due passi a piedi. La sua attenzione venne catturata da quel ristorante perché suo padre lo nominò qualche sera prima, aveva intenzione di portarci la famiglia a cena, ma da quando Avery era morto sua madre divenne più apatica e meno sensibile a certe cose. A Patrick non importava granché, si finse entusiasta della proposta e asserì. Attraverso la vetrata vide due figure familiari: erano Alice e Victor. Fu sorpreso nel vederli insieme ed era curioso di sapere cosa avessero da dirsi dato che parlavano in modo animato, ridendo di tanto in tanto. Patrick si nascose dietro un automobile quando vide Victor dritto su sé stesso guardarsi attorno, ad un certo punto il suo l'atteggiamento e l'umore gli sembrò cambiare: era diventato più cupo, poi vide i due avvicinarsi rispettivamente con i visi a poca distanza l'uno dall'altro. Erano atteggiamenti piuttosto intimi, il che faceva sospettare che tra i due ci fosse una certa intesa. Patrick restò a guardarli per tutto il tempo, fino a quando Victor non lasciò il locale. Salutò Alice abbracciandola.

"Like lambs to a slaughter..." | IT - 2 0 1 7Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora