Capitolo 4

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Avete presente quando si dice che i proverbi non sbagliano mai? Fidatevi, hanno davvero ragione.
"Parli del diavolo.."dico mentre Liam e Stan si girano verso la porta dall'altra parte della mensa. Nella stanza piomba il silenzio, le ragazze fissano il gruppetto di Malik estasiate dalla loro bellezza, i ragazzi più 'sfigati' abbassano lo sguardo, sentendosi inferiori, solo le persone 'degne', secondo lo stesso Zayn, potevano guardarlo e respirare la sua aria (ma io credo che lo facciano solo perché hanno paura di prendersi un pugno in faccia). Malik e la sua gang arrivano in fondo alla fila iniziando a pizzicare i ragazzi che stavano ancora aspettando di ricevere il proprio pasto, facendoli spostare o addirittura scappare via, per poi prendere il loro posto nella fila tutto con un sorriso da ebete stampato in faccia.
"Guardate quanta pena. Non fanno altro che maltrattare quei poveri ragazzini."dico mentre con la cannuccia cerco di aprire il succo alla cieca mantenendo lo sguardo fisso su di lui. "Non me ne meraviglio.Un tizio con un cervello sottosviluppato come il suo cos'altro può fare?" risponde Liam facendo spallucce, Stan ridacchia ed annuisce alla sua affermazione.
È sempre stato così, Liam la mente Stan il braccio ed io una via di mezzo (potrò anche far schifo a scuola ma non sono scemo!). Liam ha voti alti in quasi tutte le materie, Stan se la cavicchia ma la cosa che ci accomuna è proprio l'odio per la matematica; Liam è un anno più piccolo di me, del 5°A, Stan è stato bocciato due anni fa quando andavamo ancora in classe insieme, ora è nel 4°C e si lamenta continuamente del fatto che lui è l'unico della classe a non capire nulla sulla disequazioni, equazioni, intere fratte che siano, io e Liam ci limitiamo sempre ad annuire e cercare di consolarlo anche perché sappiamo benissimo come si sente.
Zayn e il suo gruppetto si muovono, cercano in giro un tavolo tutto per loro sfoggiando sugli altri uno guardo truce, quando dei poveri ragazzi si alzano per paura il gruppetto di 'bulli sexy' (così li chiamano le ragazze) si siedono ed uno di loro, notando il silenzio e la tensione urla "Lo spettacolo è finito, buon appetito." poi ridono a squarciagola e continuano a parlare tra i loro lanciando ogni tanto dei bocconi di cibo addosso agli altri. Io cerco di non pensare troppo, quando lo faccio il sangue mi ribolle al solo pensiero che Zayn e quegli idioti dei suoi amichetti possano solo respirare, così mi calmo (o almeno ci provo) e chiedo: "Cosa mi stavi dicendo prima." Liam guarda Stan dubbioso, i due annuiscono poi si guardano in giro prima di parlare: "Non credo ti piacerà però." Mi dicono. Io mi avvicino ancora di più subito dopo aver controllato che nessuno ci stia guardando "Ditemi." Poi Liam inizia: "Oggi a lezione ho sentito alcune voci parlare di lui."inizia, lo dice guardando in basso e questo già mi preoccupa "Per quello che sono riuscito a capire è che un certo Horan è appena entrato nella sua combriccola." Stan guarda Liam e poi me, guardandoci di continuo sembra preoccupato. "Chi sarebbe?" domando io. "È qui che ti volevo Lou, Horan è il suo cognome, si chiama Niall e si è trasferito qui a Doncaster da tre anni. La cosa che mi stupisce è che nessuno lo aveva mai notato prima. Fino a quando.." Si blocca all'improvviso, si avvicina ancora di più poi sussurra "...non ha iniziato a vendere erba, droga e molto altro per tutta la città illegalmente." inizialmente lo guardo stranito, solo dopo capisco "si fa chiamare 'l'irlandese senza frontiere'".
Personalmente sin dalla terza media ho sempre pensato che chi vuole distruggersi deve farlo a modo suo, conoscevo amici che si riempivano le braccia di lividi e ferite, chi si ingozza a fino a star male, chi si drogava io fumavo semplicemente, certo è una cosa abbastanza seria, ma io preferivo distruggermi pian piano, un polmone alla volta, così da risentirne giorno dopo giorno, semplicemente perché la mia vita non aveva senso (e non lo ha ancora) trovavo sempre un aiuto da parte di ragazzi più grandi che mi compravano sempre dei pacchetti di sigarette, poi col tempo ho imparato a scamparmela falsificando i documenti o fingendo che mio padre fosse un uomo a caso fuori il negozio. Col tempo però il fumo non mi bastava, soprattutto quando lo scorso anno sono stato bocciato, sentivo mia madre piangere si sentiva delusa e io mi sentivo uno schifo, così ho iniziato a chiedere ad alcune persone ben informate un consiglio per comprare roba buona. Loro mi dissero semplicemente "C'è un ragazzino che ha della roba che è la fine del mondo e te la vende a poco prezzo." Così mi precipitai da lui, riuscii ad incontrarlo una settimana dopo ma non mi mostrò il suo volto, non mi disse il suo nome, si limitò a consegnare il sacchetto con ciò che avevo chiesto prendersi il denaro e poi scomparire; fece così per tante, tante e tante altre volte che ora non riesco più a contare. Poco dopo scoprii che si faceva chiamare 'l'irlandese senza frontiere' visto che esportava illegalmente chili e chili di droga senza farsi beccare. Poi arrivò io giorno in cui non riuscii più a pagare, ogni volta che incontravo quel ragazzo potevi dirgli "ora no, metti sul conto." Per tre mesi interi la stessa storia, ogni fine settimana aveva una busta piena per me ed io non avevo abbastanza denaro per lui. Solo poco tempo dopo capii che gli dovevo ben più di 1000 sterline. Così smisi di comprare da lui, non mi presentai più a nessun 'appuntamento' e smisi di drogarmi, cercai anche di smettere di fumare (cosa che mi costò quasi la vita) ma non ci sono riuscito completamente, anche se rispetto a prima fumo molto di meno. Rimane il fatto che devo ancora risarcirlo e sono sicuro che anche se in questi mesi non è riuscito a dirmi nulla, ora che si è unito al gruppo di Malik, mi verrà a cercare e anche a costo di farmi fuori mi chiederà tutti i soldi.
"Louis, stai bene?" Mi chiede Stan.
"No." rispondo secco "Zayn si sta avvicinando."

Il Bullo e il Secchione// Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora