Capitolo 9

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"Ti sei fatto male?" Dice il ragazzo mentre io non mi muovo.

"No." Rispondo piano, le sue braccia stringono ancora il mio corpo, io non ho il coraggio di spostarmi, il calore del suo corpo mi fa star..bene.

Un silenzio imbarazzante mi fa leggermente arrossire, mi sento così piccolo in confronto a quel corpo grande e forte. Ho riconosciuto la sua voce, come potrei dimenticarla infondo, non sono mai stato male per parole del genere fino a quando non sono uscite dalla sua bocca. Perché si, quello era Harry, la persona che senza saperlo aveva risvegliato la parte umana di me, anche se in negativo, che mi aveva salvato dal rompermi la faccia e che mi avrebbe salvato ancora e ancora perché la scossa che ho sentito io quando l'ho toccato ,sono sicuro, che l'ha sentita anche lui.

Ho paura che quando capirà che quello spalmatogli addosso sono io mi urlerà di nuovo contro e, sinceramente, non so come potrei reagire.

Alzo lo sguardo e incrocio il suo, ora sono sicuro, è davvero Harry, i suoi occhi risplendono come gemme illuminate dalla luce.

"Ah, sei tu." dice lui fissandomi.
"Lo sapevo, gli faccio schifo quanto l'ebola." Penso rattristandomi.

"Cosa ci fai nel bagno dei maschi? Il tuo è di là." Si alza e mi lascia a terra indicando poi la direzione verso il bagno delle ragazze.

Io rimango in silenzio, non ho il coraggio di rispondere, cosa mi prende?

"Dovevo solo rinfrescarmi." dico piano abbassando lo sguardo, il timore che lui mi ripudi anche senza conoscermi mi fa star male.

"Lo vedo, hai 'rinfrescato' il pavimento" nota con disappunto di avere le ginocchia bagnate per la caduta.

"Oh fantastico, come mi asciugo ora?" si dirige verso il porta fazzoletti e ne prende un paio asciugandosi.

Mi ignora per tutto il tempo, lui beve, poi gira i tacchi e va verso la porta.

In questo momento il mio cervello si è stranamente riattivato, elabora varie impostazioni di come potrebbe andare la vicenda se proprio ora io lo fermassi per chiedergli aiuto:

1) lui che mi spinge via urlandomi contro "Non toccarmi frocetto di merda!" per poi andare via.

2) io che lo fermo e gli tiro un pugno per l'offesa di prima, facendolo piangere e pentire di essersi comportato male con me e convincerlo ad aiutarmi per farsi perdonare.

3) io che mi attacco alle sue gambe strisciando come un verme, pregandolo

4) ignorarlo e sperare in un prossimo incontro casuale.

Ignaro del peggio decido che forse sarebbe meglio se le fusionassi un po', cosi corro verso di lui, lo fermo tenendolo per un braccio e lui, come previsto, reagisce male: "Cazzo tocchi, Tomlinson!" e toglie con uno strattone la mia mano ma riesco comunque a  parlare, anzi più ad urlare, prima che lui riesca ad uscire "Ho bisogno del tuo aiuto!"

Avete presente quel silenzio imbarazzante che c'è nei film, quando nessuno, neanche tu che lo stai guardando,  sai con precisione cosa dire? Ecco.

Questo è peggiore.

Dopo circa quindici secondi, che a me sembrano minuti interi, Harry schiude le sue labbra carnose dicendo "Sentiamo,  devo aiutarti a scegliere lo smalto?"

Lo guardo stranito, leggermente spazientito, con le braccia incrociate e la testa inclinata di lato. "Andiamo, ti sembro il tipo da smalto? " dico con fare ironico.

Lui si rigira leggermente con fare interrogativo "Perché?  I frocetti come te non lo mettono?"

Io scoppio a ridere, una risata cristallina, sfacciata a parer mio e rispondo a tono "Sono gay non una ragazza. Poi guardami bene, sono un punk dei poveri, potrei dedicarmi alla pittura di cose banali come le unghie?" dico ridendo ancora.

Il Bullo e il Secchione// Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora