Capitolo 8

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Casa di Liam non è una semplice casa, assomiglia più ad un castello per quanto è grande.
In camera sua regna un ordine maniacale, alle pareti appesi poster e quadri dei suoi idoli del calcio, cinema anche pugilato, su uno sfondo blu marino, il letto matrimoniale col materasso più comodo del pianeta e una piccola tv attaccata alla parete con al di sotto l'immancabile console per videogiochi.
Questo pomeriggio ci siamo riuniti, come ogni volta, per parlare del mio problema ovvero quello di dovermi dare una mossa e recuperare le insufficienze in, più o meno, quasi tutte le materie.
"Vorrei aiutarti ma io faccio schifo quanto te, prendo sempre sei per miracolo." dice Stan accedendo la Playstation, io ridacchio leggermente e rispondo "Guarda che lo so."
"Posso aiutarti io in alcune materie, tranne matematica, sai che non sono bravo a quella." annuisco e lo ringrazio, ho bisogno del suo aiuto, ma subito dice "Come farai a recuperare tutto in due mesi? Togliendo le vacanze di Natale ti rimangono proprio due mesi." dice Liam preoccupato. "E con la scommessa? Ti ha dato un limite di tempo?" Quando pronuncia quella frase mi metto a pensare, in effetti non mi ha mai dato una scadenza, mi ha semplicemente lanciato la sfida, avrei potuto avere anche il resto dell'anno a mia disposizione, così magari pian piano avrei potuto mettere voci in giro io stesso rendendole più credibili ed avere un mucchio di tempo in più per farlo.
"In effetti no, potrei avere anche due anni di limite visto che Zayn non ha fiatato riguardo ciò."
"Potresti in effetti, gioca questa carta a tuo favore, ha fatto un grande sbaglio a non darti una scadenza."
Stan non parla, si limita a giocare, ma so che vorrebbe dire la sua.
"Ehi Stan, conosci qualcuno che è bravo in matematica? Magari della tua classe." domanda Liam afferrando un' agenda.
"Nella mia classe sono tutti dei mostri in matematica, soprattutto quello Styles." dice lui "Chiedi a lui no?"
"Si certo, così finisce per urlarmi in faccia come la scorsa volta." rispondo io sbalordito dalla domanda sua stupida.
"Non è una cattiva idea però, se gli fai capire che ne hai davvero bisogno magari lo addolcisci." dice Liam scrivendo alcune cose sulla sua agenda.
Noto con sollievo che sta programmando i giorni in cui possiamo vederci per ripassare insieme.
"Potrei provarci ma se non accetta? Saremo punto e a capo." dico rassegnato.
"Mi è capitato di vedere quel ragazzo in biblioteca qualche volta, mi sembra una persona negligente e non credo che rifiuterà di ricevere crediti extra solo per un frocetto che chiede aiuto." anche se quando mi chiama 'frocetto' di solito mi offendo (sono gay non un mostro non ho bisogno di nomignoli così offensivi) questa volta non ci bado, ma chiedo "Crediti?"
"Certo, se dai ripetizioni ad alunni con la media inferiore a 5 ricevi crediti."
"Lui lo sa?"
"Mi pare ovvio." così per il resto del pomeriggio non facciamo altro che metterci d'accordo sui nostri appuntamenti di recupero, giocare e divertirci come sempre.
Quando torno a casa trovo mia madre da sola in cucina, molto probabilmente mi stava aspettando per parlare di 'quella' storia.
"Mamma, so che magari avrai già preso una decisione ma ti prego, fammi un'altra pos-" non finisco la frase che lei mi abbraccia e piange.
"Oh Boo, perdonami. Anzi, ti capirò se non vorrai mai più rivolgermi la parola." alle sue parole rimango basito, ma cosa intende?
"Anche io avevo pensato di farti lasciare la scuola se fossi stato bocciato ancora, e me ne sono pentita quando tuo padre ha detto lo stesso oggi a me. Non voglio che tu diventi uno scansafatiche e se hai fatto degli errori in questi ultimi anni...so benissimo che è colpa mia." Lei piange e singhiozza senza fermarsi, io mi sento il mondo cadermi addosso perché non l'ho mai vista così distrutta.
"Ma cosa ti salta in mente." Dico abbracciandola forte "Non è colpa tua, ma mia. Ecco perché ho deciso che recupererò tutto. Non voglio essere bocciato ancora. Sarò ammesso agli esami e prenderò il mio diploma, te lo prometto. Ripagherò tutti i tuoi sforzi fino all'ultimo."
"Louis..sono così felice che tu non mi odi." non bado alle sue lacrime che mi hanno bagnato la spalla ma penso solo ad abbracciarla e a farle capire che non potrei mai odiare mia madre.
"Ora riposati, ordiniamo la pizza questa sera." dico io.
"Non viziatevi troppo però." risponde asciugandosi le lacrime. Io le sorrido ed è come se tutto le passa in un secondo, questo mi rende felice.
* *****
Avete presente quando vi dico che sono la persona più sfigata del pianeta?
Ricordatevelo perché LO SONO.
All'inizio credevo di esserlo solo perché ho preso la mia fama, amici, rispetto e cose così ma quando la professoressa di chimica entra in classe ed annuncia "Oggi compito a sorpresa." io sono il primo che rischia un bell'infarto.
Quando tutto finisce, cioè dopo aver scritto il nome, cognome ed aver avuto problemi a ricordare la data, leggo qualche domanda cercando di ricordare almeno un qualcosa di piccolo ma mi arrendo dopo dieci minuti e consegno in bianco per poi uscire per andare in bagno.
"Cazzo. Glielo avevo appena promesso! Inizio bene, che figlio provetto che sono!" Dico imprecando mentre mi dirigo verso il bagno in fondo al corridoio.
"Fanculo quella vecchia befana! Ma proprio oggi doveva fare il compito?" Apro la porta con violenza e la sbatto senza pensare se qualcuno possa entrare o no. Apro l'acqua del rubinetto e mi rinfresco il visto, bevo un po' facendo schizzare ovunque, per la rabbia afferro i fazzoletti alla cieca dal contenitore vicino i lavandini, li strappo e li butto ovunque, per poi mettermi le mani in testa e respirare affannosamente.
"Mi odierà adesso." dico, poi mi giro e scivolo come una pera lessa sulla pozzanghera d'acqua lì vicino.
Cado in avanti e sento il mio piede piegarsi di lato, so che tra qualche secondo la mia faccia subirà un impatto 'fatale' sul pavimento così chiudo gli occhi pregando che almeno il preside abbia pietà di me e mi ripaghi una plastica facciale.
Ma dopo qualche secondo non sento nulla, il freddo contatto col pavimento bagnato non avviene, così apro gli occhi e vedo dei capelli scuri vicino al mio volto, delle mani forti mi hanno preso prima della caduta così ora sono in ginocchio abbracciato a qualcuno.
Così, per recuperare la mia mezza dignità perduta, sdrammatizzo con un: "Oops."
Subito sento una risata cristallina e il ragazzo misterioso risponde "Ciao."
Al suono della sua voce capisco, magari quella persona non é poi così misteriosa.

Il Bullo e il Secchione// Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora