Jimin poteva vedere Jungkook per soli dieci minuti al giorno, ed era terribile.
Aveva i polsi e le gambe legate al letto con delle specie di lacci neri di cuoio, ma a quanto pare erano ordini di quella stronza della caporeparto dei ragazzi, che aveva convinto il caporeparto del reparto di psichiatria ad eseguire quella pratica... ma era legale?
Era diventato molto più taciturno, dormiva parecchio e spesso e volentieri dovevano dargli dei calmanti per permettere agli infermieri di alimentarlo intravena.
Quel giorno, il biondino era nella stanza che, secondo il contratto, gli avevano lasciato in cambio della musicoterapia.
Stava provando una delle canzoni che aveva proposto a Taehyung, ma tutto ciò a cui riusciva a pensare era Jungkook e il modo in cui lo trattavano a psichiatria. Possibile che la caporeparto della zona dei ragazzi avesse così tanto potere sulle altre persone in ospedale? Era forse coinvolto del denaro in quella faccenda di strana e inquietante supremazia?"Ciao amore, come stai?" Aveva chiesto, entrando nella stanza del più piccolo.
"Voglio uscire." Rispose Jungkook, il suo tono basso e triste fece stringere il cuore al maggiore.
"Lo so che vorresti andartene, piccolo, ma non si può."
"Sono matto..."
Jimin gli aveva slegato i polsi-aveva avuto il permesso per farlo grazie alle finestrine fuori dalla stanza che permettevano di guardare al suo interno-e lo aveva tenuto tra le braccia.
"Non sei matto, Jungkookie."
"E allora perchè sono qui?"
Jimin sospirò, accarezzandogli i capelli. "Perchè la caporeparto è idiota."
"N-no... ha ragione lei. Se sono qui vuol dire che ho dei problemi mentali, Jiminie."
Il biondo scosse la testa. "L'unica che qui ha dei problemi è lei, piccolo."
Lo aveva visto davvero pallido, aveva gli occhi lucidi.
"Amore hai per caso la febbre? Lo vedo dal tuo viso che stai male."
"Sono tanto stanco hyung, mi fa male la testa."
Jimin gli rimboccò le coperte, gli sistemò i lacci com'erano in precedenza e gli lasciò un bacio sulla fronte. Era calda, e si ripromise di informare i medici: non voleva che peggiorasse.
"Hai la febbre Kookie, ma passerà presto, vedrai."
"Lo spero... ti amo." Mormorò, prima di addormentarsi.
"Ti amo anche io, Jungkook."
Era rimasto qualche minuto ad accarezzargli i capelli e tenergli la mano, fino a quando non era stato invitato ad uscire alla fine dei 10 minuti concessi."Aish, odio questo posto." Si tolse le cuffie, esasperato.
In quel momento, qualcuno bussò alla porta. "Avanti, è aperto!"
"Sono Taehyung, ciao Chim. Ormai è tardi, quasi ora di cena... sei rimasto qui dentro tutto il giorno tranne per andare con i bambini e da Kookie, ceniamo in mensa insieme?"
Mentre mangiavano il riso con carne, il minore gli spiegò che con l'aiuto di suo padre e di sua madre era riuscito a trovare una trentina di persone di ogni età da bambini ad anziani, pazienti, parenti di chi era ricoverato e qualche infermiere, per entrare nel coro.
"Ma è fantastico!" Jimin era felicissimo. "Ho trovato le canzoni che possiamo fare, Tae. Ti lascio i testi, così poi mi dici che ne pensi, ma sono comunque tutte su YouTube."
Il grigio annuì. "Va bene, mi sembra perfetto. Ovviamente, partecipiamo anche noi sette. Sempre... se Kookie può uscire da lì."
Jimin sospirò. "Sai, quando ero in stanza con lui nell'altro reparto, per passare un po' di tempo assieme gli avevo fatto provare una parte da solista, sarebbe un peccato se non cantasse con noi. E poi quel reperto è una prigione, no? Lo trattano in una maniera disumana."
"Concordo." Annuì il ragazzo nato a dicembre. "L'ospedale stesso è una prigione, con le pareti giallo piscio e i soffitti che sembra abbiano passato la guerra del Vietnam. Noi lo facciamo uscire da quella stanza, caporeparto o non caporeparto, quella se ne può andare a fanculo lei e i suoi pranzi alle 11:30 anzichè ad un orario legale."
Taehyung annuì. "Quindi io che lavoro qui cosa sono, una guardia carceraria al servizio di una strega?"
"Hai detto bene, una strega. E tra tutti i reparti dovevano affidarla a quello dei ragazzi e quanto pare riesce ad avere un certo controllo su altri reparti in cui ci sono i pazienti precedentemente ricoverati nel suo. Tua madre sarebbe moooolto più adatta Tae, o anche tuo fratello, sospetto che centrino dei soldi nel potere che ha acquisito, credo si compri il silenzio di alcuni medici e dottori."
"Non ti preoccupare, Chim, mia madre ha già contattato chi di dovere per indagare su di lei e sul tutore legale di Jungkook."
Uscirono dall'ospedale, chiacchierando un po' nel giardino della struttura.
Le stelle erano ormai brillanti nel cielo, Jungkook probabilmente dormiva, sperava gli avessero dato qualcosa per la febbre.
"Vorrei davvero andare a trovarlo." Sospirò, triste.
"Passerò io per te tra un po', dopotutto sono un tirocinante e posso passare per tutti i reparti, basta dire che mi manda mia madre e sono a posto. Poi ti scrivo, okay?"
Parlarono un altra mezz'ora, poi si salutarono e Jimin tornò a casa dopo aver raccolto le proprie cose.
Mentre era sull'autobus, Taehyung gli mandò un messaggio.Da: TaeTae :3
Jiminie! Sono appena stato da Kookie, sta meglio rispetto a quando sei andato a trovarlo oggi ^^ gli hanno dato una medicina per far scendere la temperatura, anche se non ha mangiato quasi nulla della cena che gli hanno dato (ma la zuppa verde vomito farebbe schifo anche al mio cane).
Ora sta dormendo, ma prima di addormentarsi mi ha chiesto di darti la buonanotte e dice che vorrebbe passassi anche domani, gli manchi.
Quando parla di te i suoi occhioni castani sembrano più luminosi, probabilmente è l'effetto dell'amore... o forse sono gli occhi lucidi per la febbre?
Va beh, ho finito il mio turno, ci vediamo domani, ciaooooooo!"A: TaeTae :3
Tae, grazie mille, almeno ci sei tu TT
Buon ritorno a casa, ti devo un favore (va bene se ti offro qualcosa da mangiare prima o poi?)
Buonanotte!Sospirò, prima o poi quella situazione sarebbe cambiata. Sì, presto o tardi Jungkook avrebbe avuto la vita che meritava.
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𝐓𝐡𝐢𝐬 𝐢𝐬 𝐲𝐨𝐮𝐫 𝐥𝐢𝐟𝐞-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 ✔
Fanfiction[Completata] "𝐒𝐨𝐧𝐨 𝐜𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨, 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐜𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨, 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐞𝐢 𝐟𝐚𝐫𝐭𝐢 𝐦𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐚𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚." 𝐉𝐢𝐦𝐢𝐧, 𝐜𝐚𝐧𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐧 𝐞𝐫𝐛𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐮𝐧 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝐜𝐚𝐬𝐬𝐞𝐭𝐭𝐨, 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐚...