In Quel Momento Capii Di Amarlo

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Stre pov:

Io e Cico eravamo sul vialetto di casa mia, abbracciati. Stavo bene fra le sue braccia, ma mi sorse un dubbio: e ora che faccio? Dove vado? Mia madre non mi avrebbe voluto. E io non volevo tornare da lei. Ero abbastanza spaventato, ma sapevo che Cico era accanto a me e mi avrebbe aiutato.
Io: "... Cico?"
Cico: "si?"
Io: "E ora che faccio?"
Cico guardò di lato, come in cerca di un aiuto, che non ricevette. Nemmeno lui lo sapeva, e scelse di essere onesto
Cico: "non lo so... Ma troveremo una soluzione"
Si fermò un attimo a riflettere e poi disse:
Cico: "se vuoi mentre aspettiamo che si calmino le acque puoi stare da me"
Rimasi sorpreso. Non sapevo bene che dire e fare, ma non avevo molta scelta: o con Cico o sotto un ponte, e poi devo ammettere che l'idea mi eccitava, anche se la avrei preferita in un contesto diverso.
Così, cercando di non sembrare troppo insicuro, dissi:
Io: "va bene, grazie"
Nessuno ebbe più né la voglia né il coraggio di parlare. Ci avviamo soltanto a casa di Cico. Me la aspettavo diversa. Era un appartamentino piccolo piccolo in un condominio malmesso in periferia.
All'entrata Cico mi disse:
Cico: "senti Stre... Io vivo da solo quindi... Bhe non posso permettermi una casa grande e lussuosa, mi accontento di questa. Spero che ti piaccia..."
Si stava davvero preoccupando di questo?
Mi avrebbe ospitato dopo avermi salvato da mia mamma, non pretendevo nulla.
Io:" Cico... Andrà benissimo" dissi sorridendo, e lui sembrò rilassarsi. Salimmo in ascensore, era piccola e con una luce a LED bianca che ogni tanto traballava. Arrivammo dopo poco al terzo piano, dove viveva Cico. Aprì la porta e mi fece cenno di entrare, seguendomi per poi dire:
Benvenuto nella mia umile dimora" con aria ironica.
Mi misi a ridere, mentre avanzavo lentamente. La porta d'ingresso dava ad un salottino con cucina, separati da un muretto basso, e poi c'era una camera da letto e un bagno. Cico mi disse: "aspettami qui, torno subito" e uscì. Non sapevo dove era andato. Intanto mi misi ad esplorare, partendo dal salotto.
Il pavimento era in legno, c'era un piccolo divano in finta pelle, con davanti una televisione poggiata su un tavolino. All'angolo della stanza c'era un cavalletto con sopra una tela non finita, e di fianco una tavolozza con colori secchi. Doveva piacergli dipingere. Effettivamente c'erano molti quadri appesi. Chissà se li aveva fatti lui. Mi spostai in camera da letto. Era molto piccola. C'era un letto singolo a muro, un armadio con vicino una scrivania con sopra oggetti buttati in modo disordinato, e sul letto c'era un portatile acceso con delle cuffie collegate. Doveva essere il computer di Cico. Avevo la tentazione di guardare, ma mi frenai quando sentii aprire una porta e Cico urlare
"STREEE VIENI AD AIUTARMI"
lo raggiunsi e vidi che teneva una brandina con sopra un materasso.
Io:  "ma sei matto?! Così ti fai male!" dissi correndo ad aiutarlo.
Cico: "io? Con questo fisico?"
Io: "ti piaci proprio eh?" dissi ridendo, riferendomi a tutte le battutine che faceva sui suoi muscoli.
Lui si mise a ridere e lo sentii sussurrare "stupido.."
Montammo il mio "letto" in camera sua, attaccato alla parete di fronte al suo. Poi mi disse
Cico: "ti piacerebbe conoscere i miei amici?"
Io: "cosa?" non pensavo che volesse farmi entrare così tanto nella sua vita.
Cico: "massì I miei amici, ti piaceranno, vedrai. E poi visto che per un po' starai qui non penserai di non sentirli mai, vero?"
Aveva ragione
Io: "o-ok..."
Dissi, cambiando completamente atteggiamento. Ero davvero timido, non ero bravo a socializzare.
Cico prese in mano il portatile, e aprì ts.
Cico: "ah, a proposito... Vivono tutti lontano da qui, ci siamo conosciuti su internet, quindi questo è uno dei pochi modi che abbiamo per sentirci."
Io annuii, mentre lui cambiava le cuffie con degli auricolari, e me ne porse uno, e poi entrò in stanza ts.
Appena entrò si sentirono tante voci urlare e fare esclamazioni.
Lyon:" è tornato! "
Alex:" ciao Cico"
Giorgio: "heyy"
Anna: "perché prima sei uscito senza dire niente?"
Cico interruppe tutti loro, dicendo:
Cico: "ragazzi, ragazzi!"
Riuscì ad ottenere silenzio, poi continuò
Cico: "non sono qui da solo, ho portato un amico, si chiama Stre, e starà da me per un po'"
Poi mi guardò, sorridente. Penso fosse felice che stavo per conoscerli.
Io: "c-ciao..." ero molto imbarazzato, non sapevo bene cosa dire.
Alex: "ciao"
Lyon: "ciao"
Seguì qualche altro saluto, e poi iniziammo a fare conversazione tutti insieme, ci divertivamo un sacco, scherzavamo e ridevamo.
Ero felice che Cico me li avesse fatti conoscere, erano tutti simpatici e gentili. Stavo parlando quando sentii la mano di Cico avvicinarsi alla mia, e stringerla. Io mi zittii e mi girai a guardarlo, lui ricambiava, sorridendo. Spostò lo sguardo allo schermo del computer e disse : "noi andiamo, ciao" e ci disconnesse senza dare il tempo agli altri di salutare, e tornò a guardare me, solo me. Si stava avvicinando lentamente, e anche io. Le nostre labbra si incontrarono in una marea di baci. Lui mise le mani delicatamente dietro la mia schiena, sollevandomi e facendomi sedere sulle sue gambe. Era così romantico. Mi piacevano da morire tutte le sensazioni che mi faceva provare: il batticuore, l'agitazione quando i nostri visi si avvicinavano, sentire il suo respiro caldo sul mio collo, le sue braccia che mi stringevano, i suoi capelli che mi solleticavano la pelle.
In quel momento nessuno di noi stava pensando ai problemi, alle cose belle o a quelle brutte. Solo a noi. Era così ogni volta. Ogni volta che le nostre labbra si univano, ogni volta che mi prendeva per mano o mi guardava per poi distogliere lo sguardo quando lo beccavo.
Quel giorno, però, fece un passo avanti. Fino ad adesso i nostri baci erano stati belli, ma questo, dio.
Lo sentii aprire leggermente le labbra, e la sua lingua che sfiorava leggermente la fessura fra le mie, mi stava chiedendo il permesso di darmi un bacio vero. Sapevo che le cose sarebbero cambiate, che sarebbero diventate più serie, e l'idea, anche se mi spaventava, mi piaceva. Quindi lo lasciai fare. Ci lasciai andare ad un bacio più vero, più passionale, più ricco di emozioni. Potevo sentire il suo cuore battere sulle mie mani, appoggiate sul suo petto.
In quel momento, capii che ciò che provavo per lui non era solo una cotta, in quel momento capii di amarlo.

"Si" (Strecico - completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora