11 - Sciamano

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Mh, da quanto non pubblico? Da troppo tempo, ne sono consapevole. E non è perché questa storia non mi piaccia, ma perché avevo completamente perso l'ispirazione.

Queendi, avevo deciso di prendermi una pausa, di scribacchiare solo qualche idea, e mi spiace davvero per chiunque stesse aspettando aggiornamenti (sì, ne sono consapevole, praticamente nessuno sentiva la mancanza di questi capitoli, ma forse qualcuno...)

Ma ora sono qua, a pubblicare di nuovo, e ringrazio di cuore chiunque legga ancora questa storia che è rimasta in pausa praticamente per un mese (temo anche di più)

Ma ora sono qua, a pubblicare di nuovo, e ringrazio di cuore chiunque legga ancora questa storia che è rimasta in pausa praticamente per un mese (temo anche di più)

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La mattina successiva, con lo stupore di tutti, il clima in casa Mercury era decisamente più rilassato. La tempesta sembrava passata, non c'era più alcuna nuvola viola all'orizzonte, né i rami degli alberi venivano mossi bruscamente dal vento, e questo sembrava influire anche sullo stato d'animo dei quattro ragazzi, in particolar modo su quello di Roger.

Il biondo era stato il rimo a scendere in cucina, dopo un sonno piuttosto agitato, ma sin da quando aveva notato il bel tempo il suo umore era cambiato radicalmente. Nessuna ombra passava nei suoi occhioni blu, che brillavano di una luce allegra e serena. Le sue mani scintillarono per un attimo, creando un'aura violacea intorno ad esse, e subito il fornello di Freddie si accese, riscaldando la padella che la magia aveva posto su di esso.

Il fragrante profumo dei pancake svegliò Brian, che dopo essersi assicurato che John stesse ancora dormendo sonni tranquilli scese le scale, dirigendosi verso la cucina.

Sorrise istintivamente nel vedere Roger intento a cucinare, e si passò una mano fra i capelli, mordendosi un labbro al pensiero di volere sentire sulla sua pelle quella bocca che stava canticchiando una delle canzoni di Freddie.

"Fred, sei tu? Sai, ieri sera Brian ha dormito da John, e pensavo...", iniziò il biondo, sentendo una presenza dietro di lui.

Brian ridacchiò, con la sua risata delicata che lo caratterizzava, e scosse la testa. "Cosa sei, uno stalker?", chiese, sorridendo.

Roger si voltò di scatto ed arrossì, rendendosi conto di avere appena fatto la figura del maniaco. "B-buongiorno, Bri", mormorò, tremendamente in imbarazzo.

Brian rise ancora, stupito nel vederlo con quell'atteggiamento timido, e si avvicinò a lui, guardando ciò che stava facendo. "Sai, mh, John non mi sembra così... male, alla fine", ammise, a voce bassa.

Roger si girò nuovamente verso la colazione ed annuì. "Penso sia un bravo ragazzo".

"Sai cosa... cosa si sia fatto al fianco?", domandò di getto Brian, ricordandosi dello sguardo addolorato di John, la sera prima. "Ieri mi ha detto che..."

"Sono caduto, ecco tutto", tagliò corto la voce sottile del rosso, che era appena entrato nella stanza. "Stanotte, mentre dormivo, mi è venuto in mente. Stavo correndo e sono caduto, nulla di cui preoccuparsi. E poi", aggiunse, "ora non mi fa più male. Vedi? Come nuovo", disse, alzandosi la maglietta e rivelando un petto magrissimo.

𝐢𝐬 𝐭𝐡𝐢𝐬 𝐭𝐡𝐞 𝐫𝐞𝐚𝐥 𝐥𝐢𝐟𝐞? [𝐢𝐧 𝐩𝐚𝐮𝐬𝐚] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora