Quando John perse conoscenza Freddie si girò verso Roger, cercando nel suo sguardo qualcosa che lo tranquillizzasse, almeno parzialmente. Quello che vide, però, non lo calmò in alcun modo: il biondo aveva un'espressione atterrita sul viso, e la sua carnagione era pallida, segno della sua paura.
"Roger, non ti eri accorto di niente?", chiese ad un tratto Brian, il ragazzo che sembrava il più tranquillo fra i tre.
Il biondo si riscosse, girandosi verso di lui e scuotendo la testa. "No, lui... era strano, ma non sembrava che...", mormorò. La sua voce si affievolì fino a spegnersi quando si arrischiò a dare un'altra occhiata alla pelle scoperta del ragazzo.
Deglutì, facendosi forza per osservarla meglio. La ferita sembrava profonda, ed il sangue usciva ad un ritmo allarmante. Sembrava – era – un taglio, un taglio che percorreva il fianco destro del giovane per una lunghezza di quelli che parevano almeno dieci centimetri.
"Cazzo, pensi di guardarlo ancora per tanto o ti dai una mossa?", gli chiese ad un tratto Freddie, riscuotendolo dalle sue osservazioni.
Roger trasalì e poi annuì, facendo un sospiro. Si inginocchiò vicino al divano, alzando con le mani tremanti il tessuto della maglia, e si trattenne a stento dal dare sfogo al conato di vomito che gli era salito su per la gola.
Chiuse gli occhi, orripilato, al vedere tutto quel sangue. Fece un altro profondo respiro, tentando di riprendere il controllo delle proprie azioni, e si costrinse ad osservare nel dettaglio la ferita di John.
I bordi che presentava erano netti, la carne scoperta profonda. Nella mente di Roger iniziò a presentarsi una teoria su come si fosse provocato quel taglio, una teoria che preferì, almeno per il momento, non considerare.
"Freddie...", mormorò, senza girarsi verso l'amico.
"Non posso aiutarti, caro, lo sai, sono...", bisbigliò l'interpellato, in panico.
Terribilmente ipocondriaco, oltre che schizzinoso, completò mentalmente Roger. "Fatti un tè, e preparane uno anche per John. Stai di là, non guardare, e soprattutto... non pensare nemmeno per un momento che non se la caverà.", gli disse, convinto delle sue parole.
Era pienamente consapevole delle sue abilità, e sapeva di potere salvare John senza troppi problemi. Discorso diverso era, invece, la salute psicologica del suo amico. Non aveva avuto delle belle esperienze con il sangue, ed aveva sempre avuto una paura matta di vedere soffrire le altre persone.
Era per questo che lo aveva mandato via, e cacciò un sospiro di sollievo quando sentì che Freddie aveva fatto esattamente ciò che gli aveva ordinato, allontanandosi da quel luogo. Si girò verso Brian, scambiando con lui un lungo sguardo.
In quell'occhiata non era contenuta alcuna traccia di malizia né di irritazione da parte di nessuno dei due: Brian aveva compreso esattamente ciò che voleva che Roger facesse, e si avvicinò a lui, posandogli una mano sulla spalla.
"Sei... sei sicuro di potercela fare? Da solo?", gli chiese, con una vena di preoccupazione nella voce.
Il biondo gli rivolse un sorriso sicuro, annuendo. "Basta che tu rimanga qua con me, Bri.", mormorò, prima di girarsi verso il corpo del ragazzo svenuto.
Quando lo fece, tutto sparì, per il biondo. Non sentì più il rumore delle tazze di Freddie, né il ticchettio delle lancette degli innumerevoli orologi della casa. Era tutto silenzioso intorno a lui: la sua concentrazione si focalizzava esclusivamente sulle sue mani, che sprigionavano la magia che sempre lo aveva aiutato, e sulla ferita che doveva curare.
Fece un respiro, distendendo completamente i nervi, rincuorato dalla presenza di Brian accanto a sé. Non se lo riusciva bene a spiegare, ma quando quel ragazzo era con lui si sentiva al sicuro, protetto: nulla poteva andare storto, se aveva il sostegno del suo migliore amico.

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𝐢𝐬 𝐭𝐡𝐢𝐬 𝐭𝐡𝐞 𝐫𝐞𝐚𝐥 𝐥𝐢𝐟𝐞? [𝐢𝐧 𝐩𝐚𝐮𝐬𝐚]
Fanfic[Maylor - accenni Jimercury] - Alice in Wonderland!AU John Deacon, un Sopramondiano la cui vita non lo soddisfa in alcun modo, scappa di casa e si ritrova in un mondo completamente diverso rispetto a quello al quale era abituato. Il Sottomondo è str...