[Maylor - accenni Jimercury] - Alice in Wonderland!AU
John Deacon, un Sopramondiano la cui vita non lo soddisfa in alcun modo, scappa di casa e si ritrova in un mondo completamente diverso rispetto a quello al quale era abituato.
Il Sottomondo è str...
Prima di lasciarvi al capitolo, vorrei ringraziare MeStessaTheKiller, l'autrice di questa magnifica fanart. Seriamente, prendetevi un secondo per ammirarla: è stupenda.
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John e Roger suonarono il campanello e, dopo solo pochi secondi, gli aprì una delle persone più bizzarre che il rosso avesse mai incontrato.
Era magro ed un poco più alto di John, ma non era quello ad averlo colpito di più. A stranirlo erano i colori che portava addosso: l'intero suo abbigliamento era variopinto, a partire dalla sua vestaglia azzurrina fino al trucco pesante che portava sugli occhi, di un rosso-arancione acceso.
Il rosso si strinse le braccia al petto, tremando leggermente, e Freddie guardò oltre di lui, dove un Roger bagnato dalla testa ai piedi lo guardava, visibilmente di cattivo umore. "Entrate, sta piovendo...", mormorò Freddie, facendosi da parte.
John gli rivolse un sorriso cordiale, apprezzando quel gesto cortese, mentre Roger lo guardò male. "Non l'avrei mai detto, Freddie. Pensavo che ci fosse il sole, fuori", rispose, scocciato.
Il Cappellaio alzò gli occhi al cielo ed fece un gesto con la mano invitando il rosso ad accomodarsi in sala, dove il nuovo arrivato si guardò in giro con interesse e curiosità. Era di malumore, triste per tutto quello che era successo quel giorno – o era il giorno prima? John non lo capiva: nel Sottomondo era mattina, ma quando era caduto nella tana del coniglio era pomeriggio inoltrato -, eppure in quel momento lo stava vincendo la curiosità.
Si avvicinò fino ad una poltrona abbastanza isolata e, con un po' di timore, si sedette. Il velluto era morbido, e si crogiolò subito nel calore che quel tessuto gli donava. Sembrava che fosse da un'infinità di tempo che non si sedeva da qualche parte, e decisamente ne aveva bisogno.
Sull'uscio di casa, nel frattempo, Roger stava guardando con astio Freddie. "Dov'è?", chiese, con le braccia incrociate davanti al petto.
Freddie fece un sorriso divertito nel vederlo in quello stato: sembrava un pulcino incazzato. Un adorabile pulcino incazzato. "Entra, caro, prenderai freddo", lo invitò, ignorando la sua domanda.
Roger fece un passo incerto all'interno dell'abitazione, continuando a mantenere quell'espressione corrucciata sul viso. "Dov'è Brian? È qua con te?", chiese, camminando fino alla sala.
Il Cappellaio fece un gesto con la mano, continuando a sorridere divertito. Roger era fantastico: il suo umore era letteralmente dipendente dal tempo meteorologico, e non poteva essere più buffo di così. Era una piccola peste. "Mh, sì, è da me", rispose, un po' sovrappensiero.
L'espressione del biondo si fece più oscura ed arrabbiata, quasi gelosa. "Dove? Non lo vedo, dove hai mandato il riccio?", domandò nuovamente, come se fosse in panico.
"Oh, è nella mia camera da letto. Non lo disturberei, se fossi in te, questa notte non abbiamo dormito molto", mormorò, nascondendo un sorrisetto divertito.