12 - Il rifugio

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Tesori, non sapete quanto mi dispiaccia per avere pubblicato solo ora. Scrivere questa storia si sta rivelando sempre più complicato, perché mi rendo conto di starmi affezionando ai personaggi e di distaccarli piano piano sempre di più da Freddie, John, Brian e Roger. Non so, sto aggiungendo particolari che li rendono dannatamente OOC, ed è complicato lavorarci su - ma al contempo, infinitamente bello.

In ogni caso, questa volta la colpa non è solamente mia: avrei pubblicato quattro ore fa, se Wattpad non avesse deciso di cancellare mezzo capitolo e costringermi, in questo caso, a riscriverlo per una seconda volta.

In ogni caso, questa volta la colpa non è solamente mia: avrei pubblicato quattro ore fa, se Wattpad non avesse deciso di cancellare mezzo capitolo e costringermi, in questo caso, a riscriverlo per una seconda volta

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La foresta del Sottomondo era una delle cose più assurde che John avesse mai visto. Come promesso, i ragazzi lo stavano scortando verso il rifugio del quale avevano parlato, ed il rosso stava approfittando del loro improvviso silenzio per capire qualcosa in più riguardo a quello strano mondo nel quale si trovava catapultato.

Gli alberi erano molto simili a quelli del Sopramondo, ma nonostante molto gli ricordasse i boschi vicino a casa sua c'era qualcosa che non tornava. Ogni oggetto sul quale posava gli occhi aveva un dettaglio innaturale: le foglie rossastre sulle quali erano scritti dei numeri in nero, come dipinti a mano; i tronchi di alcune piante che presentavano delle leggere incisioni a forme di cuore: le ramificazioni che creavano i simboli dei semi di un mazzo di carte. Erano piccoli dettagli che John notò quasi a fatica, ma che quando iniziò a vedere non riuscì più ad ignorare in alcun modo.

Fu tentato dal chiedere agli altri se fosse normale, ma il silenzio pesante dei suoi nuovi amici non presagiva nulla di buono. Era come se fossero in attesa di qualcosa, oppure come se temessero che succedesse un imprevisto sgradevole. Nessuna di queste due prospettive lo allettava particolarmente, in realtà.

Camminarono ancora per qualche decina di minuti in mezzo a quell'insieme disordinato di strani alberi, e nessuno parlò, probabilmente troppo impegnati a ragionare e ad osservare l'ambiente intorno a loro con muto rispetto.

Ad un certo punto John decise di allungare timidamente una mano in avanti, fino a toccare il braccio di Freddie, che stava camminando con passo elegante proprio di fronte a lui.

Quando le sue dita sfiorarono la pelle del Cappellaio, quest'ultimo sobbalzò, colto di sorpresa. Il suo viso si addolcì, però, quando il ragazzo si girò verso di lui. "Dimmi, John", mormorò con dolcezza.

Il rosso abbassò lo sguardo e rallentò il passo fino a fermarsi, imbarazzato. Freddie sorrise e si fermò a sua volta, alzandogli il mento con due dita. Lo guardò con tenerezza, vedendo che le sue gote erano rosse ed i suoi occhi si muovevano dappertutto tranne che su di lui.

"Hai paura, caro?", gli chiese, senza badare a Brian e Roger, che continuavano a camminare senza accorgersi che i due si erano fermati.

John scosse la testa. "È solo che...", iniziò, piano. Deglutì prima di riprendere: "Questo bosco è strano. Ed io... pensare di essere in un mondo diverso dal mio, voglio dire..."

𝐢𝐬 𝐭𝐡𝐢𝐬 𝐭𝐡𝐞 𝐫𝐞𝐚𝐥 𝐥𝐢𝐟𝐞? [𝐢𝐧 𝐩𝐚𝐮𝐬𝐚] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora