Entrarono nella casa del moro mentre Roger e John stavano chiacchierando del più o del meno, seduti l'uno davanti all'altro, troppo vicini secondo i criteri di Brian. Il riccio fece un'espressione infastidita, e Freddie sorrise, intenerito da quelle emozioni che i due amici si provocavano senza nemmeno rendersene pienamente conto.
"Tesori, sono tornato!", esclamò, facendo balzare in piedi Roger, che corse ad abbracciarlo.
"Freddie, ero preoccupatissimo, mi spiace per averti trattato così e...", iniziò, interrompendosi quando vide la figura di Brian dietro al Cappellaio. Deglutì, staccandosi dall'amico e cercando un modo per rivolgersi a lui e chiedergli scusa senza sembrare patetico.
Prima di potere dire qualcosa, Brian parlò. "Roger", lo chiamò. Era freddo, apatico, ed il biondo sentì una stretta al cuore. "Vi siete divertiti, insieme?", chiese, gelido.
Freddie lo guardò allarmato, rendendosi conto della sua rabbia, ma non osò intromettersi. Pensava che dovessero risolvere i loro problemi da soli, senza il suo aiuto.
Il biondo fece un passo verso Brian, e poi allungò una mano per afferrare quella dell'altro. Ma il riccio si ritrasse a quel contatto, ed a Roger non restò che tentare di spiegarsi a parole. "Non è successo nulla, Bri", mormorò, sentendosi in colpa per averlo ignorato per tutta la mattina. "Scusami per non averti praticamente parlato, prima. Johnny...", continuò, abbozzando un sorriso.
Lesse negli occhi dell'altro una rabbia ed una gelosia incontenibili prima che egli assottigliasse gli occhi. "Roger, non mi interessa se avete passato del tempo in modo intimo, tu ed il tuo Johnny", ringhiò quasi. "Siamo tornati perché questa è la casa di Freddie, e perché direi che è il momento di parlare seriamente del rosso, qua", disse poi.
Parlava come se il ragazzo non esistesse, ed ignorava anche Freddie, che era rimasto là in silenzio, senza pronunciare parola. Si avvicinò piano a John, notando che il rosso si sentiva in imbarazzo, e si sedette elegantemente sul bracciolo della poltrona dove era seduto.
"Sono sempre così, non devi preoccuparti, caro", sussurrò, guardandolo negli occhi. L'altro deglutì leggermente notando il particolare colore scuro dei suoi occhi ed accorgendosi di essersi perso un po' troppo in essi. "Litigano ogni due secondi, ma poi tornano ad essere migliori amici praticamente subito".
John ridacchiò. "A me sembrano qualcosa di più di migliori amici", osò dire, cercando di non guardare troppo gli occhi dell'altro.
Il Cappellaio ridacchiò a sua volta, strizzando un occhio nella sua direzione. "Sei sveglio, tesoro. Mi piaci", mormorò, facendo arrossire il rosso.
Nel frattempo Roger e Brian stavano continuando a parlare, lanciandosi frecciatine velenose. "Di cosa vorresti parlare, eh? Perché questa volta dovrebbe essere diverso? È un ragazzo che ha bisogno di aiuto. Noi gli daremo l'aiuto che ha bisogno", rispose Roger al riccio, facendo stringere i pugni a quest'ultimo.
"Dovremo parlare del fatto che lui non può restare qua!", esclamò Brian, alzando la voce.
Roger lo guardò in cagnesco, rendendosi pienamente conto di ciò che turbava Brian. Lo faceva sentire orgoglioso, orgoglioso del fatto che il riccio fosse terribilmente geloso di lui e John. "E come mai? Sentiamo cosa hai da dire, Brian. Perché Jim poteva restare e John no?", lo provocò, facendo ammutolire all'istante Brian.
Il riccio non sapeva cosa rispondere, anche se nella sua testa tutto era chiarissimo. Non può restare perché non sopporto che ti stia vicino, avrebbe potuto rispondere. Ma, ovviamente, sarebbe stato strano. Si vergognava, Brian, perché era troppo timido per confessare i propri sentimenti al biondo ed al contempo era troppo geloso per permettere a John di restare là.

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𝐢𝐬 𝐭𝐡𝐢𝐬 𝐭𝐡𝐞 𝐫𝐞𝐚𝐥 𝐥𝐢𝐟𝐞? [𝐢𝐧 𝐩𝐚𝐮𝐬𝐚]
Fiksi Penggemar[Maylor - accenni Jimercury] - Alice in Wonderland!AU John Deacon, un Sopramondiano la cui vita non lo soddisfa in alcun modo, scappa di casa e si ritrova in un mondo completamente diverso rispetto a quello al quale era abituato. Il Sottomondo è str...