I dubbi della mortadella

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Marta Dellini, il cui soprannome "Mortadellina" appioppatogli al liceo l'aveva spinta in una spirale di imbarazzo e fame nervosa dalla quale non si era mai pienamente ripresa, mescolava un pentolino di crema ai funghi, quando sentì il rumore della serratura.

Seguì con l'udito i passi del suo fidanzato nella tipica routine dell'appendere la giacca, posare la sacca, e infilarsi in doccia. Calcolò che avrebbe finito in tempo perché le bistecche terminassero di cuocere. Altri due minuti e la crema sarebbe stata perfetta, e il vino era già stappato. Eppure qualcosa la turbava, cosa?

Fidanzato, ecco cosa. Non poteva chiamare l'origine del canto sorprendentemente intonato che proveniva dal bagno il suo fidanzato. I fidanzati facevano certe cose. E a ben pensarci, non poteva dirlo nemmeno il suo uomo. E ciò la turbava. Cosa c'era quindi dentro la doccia? Se lo chiese mentre apparecchiava il tavolo, mentre pesava con cura il pane e i legumi e la carne. Non per lei, la cui prosperosa pacioccosità era forse perfino aumentata negli ultimi tempi, ma per lui.

Per colui che, realizzò mentre accendeva candele lunghe e rosse il cui profumo le trascinava la mente nel del reame della memoria, poteva forse chiamare il suo desiderio.

DesiderioWhere stories live. Discover now