×1

281 11 0
                                    

"Posso?" chiedo civettuola all'uomo accanto a me, e senza aspettare la sua risposta mi siedo accavallando le gambe, in modo che il vestito si accorci ancora di più. Ha i capelli castani tirati all'indietro con chili di gel, la barba appena rasata che sa di acqua di colonia, una giacca blu abbinata ad un jeans poco più scuro e le scarpe bianche, come la camicia.
"Faccia pure." risponde con un sorrisetto malizioso. "Posso offrirle qualcosa?"
"La stessa cosa che prende lei andrà benissimo."
Fa cenno al cameriere e ordina un altro drink, che non tarda ad arrivare.
"Comunque, io sono Johnny." dice dopo aver bevuto un lungo sorso. Lo stesso faccio anch'io.
"Marguerite."
"Mi piacciono le margherite." beve ancora. "E anche le pel di carota."
Scoppio a ridere dolcemente, portandomi una mano davanti la bocca mentre l'altra stringe ancora il drink.
Anche lui inizia a ridere e mi poggia una mano calda e sudata sulla coscia. Glielo lascio fare. Noto il classico segno a fascia alla base dell'anulare
Mi guarda attentamente da sotto a sopra, come se mi stesse lentamente mangiando con gli occhi.
Scola il suo drink in un solo sorso e ne ordina subito altri due.
"Di cosa ti occupi Marguerite?" chiede dopo aver bevuto ancora un po'.
"Sono un avvocato."
"Oh, ma allora è vero quello che si dice di voi? Che fuori dall'ufficio siete sfacciati e molto meno rigidi?"
Alzo le spalle con fare innocente.
"E tu invece cosa fai nella vita?"
"Il giornalista, mi piaciono molto il gossip e i pettegolezzi. Avrai sicuramente sentito parlare di me: il grande e magnifico Johnny!"
Scoppio a ridere per il gesto che fa quando parla di se stesso in modo così ampio. Subito dopo rimette la mano sulla mia coscia.
"In realtà no, ma forse sono io che non leggo mai riviste di questo genere."
"Beh, mi dispiace molto per te, non sai cosa ti perdi."
"Forse è il caso che inizi ad appassionarmi però."
"Già, lo penso anch'io." con un lungo e continuo sorso svuota il suo secondo drink.
Anche io ne prendo un sorso dal mio, e, dopo aver posato il bicchiere di nuovo sul bancone, mi lecco le labbra con fare sensuale guardandolo intensamente negli occhi scuri.
Lo vedo esitare un istante, probabilmente colpito dal mio gesto. "Casa mia è proprio qui di fronte, vuoi venire a... leggere qualche articolo che ho scritto?"
"Sarebbe fantastico, ho proprio voglia di leggere adesso."
Si alza in piedi con foga, sbatte sul bancone alcune banconote e senza aspettare che qualcuno le prenda mi afferra per mano e mi trascina fuori di lì.
Il suo appartamento è davvero così vicino, ci basta attraversare la strada e camminare ancora un po' in un vicolo buio. È all'ultimo piano del palazzo, il classico rifugio da scapoli: piccolo e umido, non accogliente, mal arredato, una tazza sporca sul tavolo e una pila di scatole della pizza. Andiamo direttamente nella camera, mi butta violentemente sul letto e chiude la porta con un tonfo. Il letto è ancora disfatto e le coperte sono luride, entra uno spiraglio di luce tra le persiane rotte dell'unica piccola finestra della stanza. Ha il desiderio negli occhi, e il rigonfiamento dei pantaloni non fa che confermare quello che sappiamo già entrambi. Si toglie la giacca e la butta a terra, poi si strappa letteralmente la camicia di dosso.
"Non so te, ma a me piace giocare." Mi si butta addosso, si regge sulle braccia, ma posso sentire la sua erezione sul mio ventre.
"Anche a me piace giocare, non sai quanto." gli sussurro all'orecchio, poi irrompo in una risata fragorosa, a metà tra la regina cattiva e la fata madrina.
Johnny non ha tempo di capire se faccio sul serio o no, anzi non ha tempo di capire niente, perché proprio in quel momento la porta della camera si spalanca.
Si gira alzandosi, scioccato di vedere sua moglie sulla soglia della stanza. Infatti la donna, infiammata d'ira, si scaglia contro il marito cercando di colpirlo con i tacchi e la borsetta.
Anche io mi alzo da quel letto sporco e maleodorante e raggiungo Jerry, poggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate e un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
"Ottimo lavoro Sophia, come sempre del resto."
"È stata una passeggiata!" mi metto al suo fianco e mi godo la scena.
"Mia, Mia fermati! Che diavolo succede?!" esclama Johnny sotto i colpi della moglie.
"Tu! Lurido bastardo traditore! Hai finito di fare i tuoi giochetti da malato. Pezzo di merda mi hai tradito! Sei ridicolo! Domani avrai le carte del divorzio direttamente dal mio avvocato, e non ti disturbare a tornare a casa a prendere le tue cose, stanno già bruciando! Non ti voglio vedere mai più!" la donna esce stizzita dalla casa, sbattendo la porta malferma dell'ingresso.
"Tu, piccola stronza, mi hai rovinato il matrimonio, te la farò pagare cara!" esclama lui puntandomi un dito contro, prima di andare a rincorrere la moglie ancora mezzo nudo.
Io e Jerry ci guardiamo e scoppiamo a ridere. Sono anni che faccio questo lavoro e ogni volta che smaschero un traditore sono sempre più appagata.
"Molto bene Sophia, direi che è il momento di andare anche per noi, è molto tardi e domani ti aspetto puntuale all'agenzia, devo parlarti di un nuovo caso molto importante."
"Agli ordini capo!" gli faccio il classico saluto del militare e poi prendo un taxi per tornare al mio appartamento.
La vita da spia è così faticosa!

Spy Life: Mission LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora