Arrivo quando il ristorante è quasi pieno, trovo a stento un tavolino. Non so ancora con che pretesto potrò parlare a qualcuno di Abigail, ma mi farò venire un'idea, per il momento cerco solo di integrarmi con il luogo. Il ristorante non è assolutamente alla portata della famiglia Foster, né tanto meno di un futuro membro. Non dico che sia squallido, ma nemmeno di lusso, come i posti cui di solito sono abituati i Foster. La seconda cosa che noto guardando il menù, è che è un ristorante vegano. E io so per certo che Abigail non è vegana. Ora, mi viene davvero spontaneo chiedermi perché Abigail frequenti molto spesso questo genere di locale, quanto il il suo piatto preferito è il cervo affumicato? Lei è un'appassionata di animali sì, ma anche di caccia, e adora le pellicce. Perché ad un tratto dovrebbe iniziare a mangiare vegano? O magari è sempre stata così ma non vuole farlo sapere a David e a Nina? Se fosse così, allora, perché non dirlo? Non è mica un problema. Questa donna sta iniziando ad avere fin troppe cose da nascondere. Eppure, a guardarla in viso non si direbbe. Sembra una così innocente. È proprio vero che l'apparenza inganna. Per chi fa il mio lavoro, le sorprese non sono mai finite. Dovrei essere abituata alle doppie facce e ai segreti nascosti, ma ogni volta mi stupisco sempre di più.
Arriva un cameriere, anzianotto e sudato, che mi chiede che cosa voglio ordinare. Guardo per qualche altro istante il menù, poi mi brilla in testa l'idea giusta per ottenere informazioni.
"Conosce la famiglia Foster?" sparo così, in risposta alla sua domanda, forse con troppa enfasi.
L'uomo mi guarda spiazzato, non aspettandosi certo questa domanda. "Ehm... Sì."
"Bene." dico con sorriso talmente grande che probabilmente mi starà prendendo per pazza. "E avrà certamente saputo del matrimonio imminente di David Foster?"
"Si signora ma..."
"Ecco, sono qui per conto del futuro sposo, sono la wedding planner. Abbiamo saputo che la sua fidanzata è una vostra cliente abituale, si chiama Abigail Coork. Sa, le stiamo organizzando una sorpresa."
"Si, se non sbaglio, passa almeno tre volte a settimana, ma quasi mai si ferma per mangiare."
"E potrebbe dirmi che cosa viene a fare, allora?"
"Non saprei, non si ferma mai a parlare con noi camerieri, va direttamente al bar e resta lì per ore, talvolta anche fino all'orario di chiusura."
"E sa per caso se vede qualcuno?"
"No, è sempre sola, nell'angolo più remoto del bancone, e non parla con nessuno eccetto che col barista."
"Dove posso trovarlo questo barista?"
"Ha appena finito il suo turno, se si sbriga magari lo trova ancora dentro."
"Grazie mille." lo lascio e corro al volo verso il bar. Un uomo si sta slacciando il grembiule nero, e dopo averlo lasciato appeso, esce fuori da una porta di servizio prendendo un pacco di sigarette dalla tasca. Ci penso su un attimo, poi decido di seguirlo. Non appena ho chiuso la porta, restando sola con lui in una sorta di retrobottega, questo mi guarda come se fossi un alieno. Butta fuori una boccata di fumo.
"Si è persa? Posso fare qualcosa per lei?"
"In realtà cercavo proprio lei." stando alle informazioni che mi ha dato il cameriere, dovrebbe essere lui il barista con cui la nostra sposina si intrattiene spesso. "Sono un'amica di Abigail, Abigail Coork."
La sua espressione, già abbastanza sconvolta, lo diventa ancora di più quando sente pronunciare quel nome. Improvvisamente sbianca. Si accorge di aver reagito piuttosto eccessivamente e, anche se vorrebbe dire di non conoscerla, è troppo tardi adesso.
"E che cosa vuole da me?"
"Sono qui a nome di David Foster, il suo futuro sposo, le stiamo organizzando una sorpresa."
"Ancora non mi ha detto che cosa c'entro io."
"Sono stata informata che Abigail passa molto tempo qui, al bar, con lei."
"La conosco da quando eravamo dei ragazzini. Siamo solo amici." sembra seccato dalle mie domande. Fa un altro tiro con la sigaretta. È il classico tipo scontroso, che odia fare conversazione. E poi, credo che abbia frainteso.
"Oh, certo, non volevo insinuare niente. Vorrei solo sapere perché Abigail si trattiene così spesso con lei."
"Gliel'ho detto, siamo amici."
"E potrei sapere di cosa parlate tutta la notte." sottolineo l'ultima parola.
"Del più e del meno."
Mi piacciono le sue risposte cifrate, è un tipo davvero molto loquace.
"Senta, il mio turno è finito dieci minuti fa, voglio andare a casa a dormire." è la sua ultima sentenza, il suo tono non transige. È meglio tenermelo amico, piuttosto che farlo innervosire, potrebbe servirmi in futuro.
"Certamente, mi dispiace molto averle arrecato disturbo, vado via subito. Arrivederci signor...?"
"Lucas Grant."
"Arrivederci signor Grant." gli sorrido cortesemente e me ne vado, lasciandolo alle prese con la sua sigaretta.
All'agenzia dovranno darmi informazioni su quel nome.

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Spy Life: Mission Love
RomanceUn collega stronzo, un caso da risolvere, un arcano da svelare, un amore difficile. Diverse sono le prove da affrontare prima di raggiungere la tanto attesa felicità.