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"Ti chiami Megan Anderson, sei una wedding planner professionista, una delle più ricercate di tutta Manhattan. Ti ha assunto Nina Foster, per organizzare al meglio il matrimonio di suo figlio. Incontrerai la futura sposa oggi pomeriggio, al Pretty Petals, per scegliere i fiori del grande giorno. Dovrai diventare la sua migliore amica, la sua confidente, la sua ombra se sarà necessario. Dovrai scoprire tutto ciò che nasconde, senza però far saltare la tua copertura. Avrai tempo fino alle nozze per scoprire qualcosa, altrimenti avrai fallito. Sono sicuro che ce la farai, buona fortuna Sophia!" le parole di Jerry riecheggiano ancora nella mia mente mentre vado al negozio di fuori per incontrare Abigail. Lui si aspetta molto da me, e io non voglio deluderlo, ne vade la mia carriera.

Una volta entrata nel negozio, investita dall'odore dolce dei fiori, non ci metto molto a riconoscere Abigail. Sta mettendo letteralmente sotto sopra questo posto, saltando da un posto all'altro per osservare i vari tipi di colori e odori che si possono combinare. Sembra la classica sposa ansiosa e smaniosa, alla ricerca della perfezione. Ricordo ancora vivamente di quando anch'io ero così, sembra ieri e invece sono già passati quasi due anni.
Mi nota quasi subito e mi corre incontro, con il suo bel vestitino svolazzante.
"Ciao!" mi butta le braccia al collo. "Tu devi essere la mia nuova wedding planner."
Annuisco sorridendole non appena riesco a tornare a respirare. "Megan Anderson, piacere." le porgo una mano e lei la stringe con tanta enfasi quanta forza.
Osservandola così, lei è completamente diversa dai Foster, almeno per come si presentano sui giornali. Loro sono rigidi, con i capelli sempre in ordine e l'abbigliamento di alta sartoria. Invece lei è così spontanea, istintiva, dolce. Mi piace.
"Wow, non posso credere che sia davvero tu! Sai che è stata la mia futura suocera, Nina, a sceglierti, e credevo che mi sarei trovata davanti una vecchia donna di tutto punto che avrebbe assecondato in tutto e per tutto lei, non me. Invece tu sei diversa da come mi aspettavo, sembri disposta ad ascoltare me e non tanto lei!"
"Grazie, suppongo." non credo che mi abbia sentito, è già tornata a saltare dalle begonie, alle rose, alle orchidee.
"Megan! Vieni, devi aiutarmi a scegliere i fiori per il bouquet!" esclama dall'altro lato del negozio mentre passa in rassegna delle varie combinazioni di fiori fatte apposta per lei.
Credo che la parte più difficile di questa missione non sarà tanto diventarle amica, bensì organizzarle il perfetto matrimonio. 

Dopo aver trascorso gran parte del pomeriggio al Pretty Petals, ci diamo appuntamento quella stessa sera in uno dei ristoranti più prestigiosi di New York, dove si terrà il rinfresco, appunto per scegliere il menù. 
Quando arrivo lei non è ancora arrivata, ma il locale è già abbastanza pieno. Chiedo ad un cameriere qual'è il tavolo Foster e mi porta in un privèe. Lo ringrazio con un sorriso e mi avvio verso il tavolo. Solo quando gli sono di fronte mi accorgo che c'è una persona seduta. È David Foster, il figlio di Nina e, ovviamente, il futuro sposo. Lo riconosco dalle foto che erano nel fascicolo che mi ha dato Jerry, e poi anche da tutte le sue immagini su giornali e riviste. Dovevo aspettarmi che ci fosse anche lui, nonostante Abigail non me ne abbia fatto cenno. 
Resta fermo per qualche secondo e mi fissa cercando di capire che sia. Poi si alza e viene verso di me sbottonandosi un bottone della giacca blu. Dal vivo è ancora più bello di quanto mostrino le fotografie, occhi azzurri penetranti, fisico scolpito, una fossetta al lato della bocca che si palesa quando sorride. E infatti in questo momento mi sta sorridendo e porgendomi la mano, mentre io sono ancora impalato a fissare il suo bel visino. Capisco che cosa ha fatto innamorare Abigail. 
"Salve, sono David Foster, e lei è la wedding planner immagino. Abigail mi ha detto che ci sarebbe stata anche lei per scegliere il menù."
Stringo la sua mano e gli sorrido di rimando. "Si, piacere, sono Megan Anderson. Abigail non è ancora arrivata?"
"No, mi ha appena scritto: farà ritardo. È appena arrivata la sua migliore amica, nonché damigella d'onore, all'aeroporto ed è andata a prenderla. Arriverà non appena l'avrà accompagnata a casa. Se vuole possiamo iniziare a dare un'occhiata ai piatti."
"Non c'è problema, possiamo aspettare."
"Come preferisce. Vorrà dire che avremmo del tempo in più per conoscerci." fa un cenno verso il tavolo e sposta una sedia per farmi accomodare. Subito dopo va a sedersi di fronte a me, lasciando il posto per la sua fidanzata in mezzo. Prende da una bottiglia di vino rosso e me ne versa un po' nel calice.
"Salute." dice alzando il bicchiere, anche io porto il mio in aria e lo faccio tintinnare con il suo. 
Non so se è il vino che inizia già a fare effetto o qui fa molto caldo. 
"È da tanto che fa la wedding planner?"
"Qualche anno."
"Beh, vedo che si è inserita bene, ha già un sacco di successo, stando a quanto mi ha detto mia madre."
"Diciamo solo che me la cavo abbastanza bene."
"Egregiamente, se posso."
Gli sorrido in segno di gratitudine.
"Allora, come vanno i preparativi?" chiede dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio.
"Molto bene, anche se è il primo giorno che incontro Abigail, sa farsi adorare fin da subito."
"Già, lei è una persona davvero speciale. Peccato che mia madre non la pensi così." forse è l'occasione giusta per ottenere qualche informazione utile.
"Perché?"
"Beh, lei vede del marcio in ogni persona che non sia ricca da far schifo. Abigail invece viene da una famiglia normale, è umile e semplice, e poi ha una lunga storia sfortunata alle spalle."
Non sembra intenzionato a continuare, ma oramai sono troppo curiosa. Ho letto qualcosa sul fascicolo delle origini di Abigail, ma David sembra saperne di gran lunga di più.
"Che cosa le è successo?" butto lì e subito dopo mi nascondo dietro il calice di vino. Non sembra che la mia schiettezza lo abbia destabilizzato poi molto, anzi quasi per nulla.
"Sua madre è morta che era ancora una bambina, e così è stata cresciuta dalla nuova compagna del padre, che aveva già un figlio più grande e poi ne hanno avuto altri due. Non che non le volesse bene, ma, come dire, ha sempre preferito i suoi figli: a loro toccavano le fette più grandi della torta mentre a lei le briciole, non so se mi spiego. In seguito, il padre è stato arrestato e quando è uscito di galera la compagna gli ha vietato di vedere i figli, per evitare che prendessero la sua stessa piega. Poi, un giorno, la donna ha trovato un nuovo marito e ha deciso di partire con lui per visitare il mondo e ha portato i figli con sé. Anche Abigail è andata con loro per qualche tempo, poi ha deciso di rompere i rapporti con tutti loro e si è trasferita a New York dove ha iniziato a lavorare, e dove ha trovato me."
"E non ha più sentito la sua matrigna o i suoi fratelli?"
"No, probabilmente sono ancora in viaggio, o comunque si sono fermati in qualche isola tropicale."
"E il padre?"
"Nemmeno, qualche tempo ha le è giunta la notizia che è morto. Non ha pianto, ma ho visto che soffriva molto."
"Mi dispiace, deve essere stata dura per lei."
"Non sa quanto. Ma per fortuna adesso è una donna fantastica che sta per sposarsi con me, il che è già abbastanza fantastico."
Scoppio a ridere per la sua vanità, e anche lui.
Proprio in quel momento arriva Abigail, che inizia a ridere con noi, anche senza sapere il motivo. Si siede al posto che le abbiamo lasciato e saluta David con un bacio veloce sulle labbra, e poi si rivolge verso di me e mi saluta. 
"Allora, avete già ordinato?" ci chiede guardando prima l'uno poi l'altra.
"No tesoro, stavamo aspettando te." si affretta a risponderle il suo fidanzato. 
"Oh bene, direi di iniziare subito allora."
Le sorrido e annuisco, mentre David ficca il naso dentro il menù per dare uno sguardo alle portate. 
Sento qualcosa sfiorarmi il piede: è stato David con la sua scarpa. O è stato un incidente  banale, o mi sta facendo il piedino. Mi lancia uno sguardo da sopra il suo menù, mentre io fingo di non vederlo e di essere concentrata sui secondi piatti.



Spy Life: Mission LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora