Margo

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POV MARGO
Salgo in macchina sconvolta.
Nessuno osa parlare, l'odore di sangue e di paura sovrasta l'odore di erba che impregnava prima la macchina.
Gabriel è bianco e trema, io gli prendo la mano e la stringo poggiando la mia testa sulla sua spalla.
Arriviamo davanti casa loro ed Edoardo ferma la macchina senza scendere
"Gab vai a casa, io accompagno la tua amica e torno" dice Edoardo
Gabriel mi guarda, fa un sorriso malinconico e obbedisce.
Io mi sposto sul sedile anteriore vicino a lui.
"S-stai bene?" Chiedo
"Non è la prima volta che ho la faccia spaccata" sorride
"Senti...io in realtà non ho le chiavi di casa..le ha mia sorella. Quindi puoi lasciarmi qui, mi faccio un giro aspettando che torni"
Lui guarda e ragiona un attimo
"Non credo sia saggio lasciarti vagare da sola in questo momento" diventa incredibilente serio
"Ok scendi" mi dice
Scendiamo dalla macchina, entriamo nel vialetto di casa, ma la sorpassiamo, hanno un giardino molto ampio e proprio verso la fine si trova una casetta di legno.
Lui prende della chiavi e apre la porta di quella struttura.
"Cosa ci sta qui" chiedo cercando di scrutare nel buio.
Odora di cantina impolverata, odore che non mi dispiace.
"Lo usiamo come magazzino, ma tengo anche un kit di pronto soccorso, per quando torno in queste condizioni" dice accendendo la luce
"E accade spesso?" Chiedo sorridendo e curiosando un po' in giro
"Non sono così rissoso come sembra, e poi sei tu che oggi non hai fatto altro che aggredire tutti con quel tuo tono " ride
"Ma cosa? Non è vero, io sono dolcissima" rido a mia volta
"Ah si sì certo" mi guarda con un sorrisetto malefico.
Non voglio tirare troppo a lungo questa conversazione, c'è una cosa che mi interessa di più sapere.
"Accade spesso che prendano di mira Gabriel?" Chiedo
"Troppo spesso"
Non riesco a capire, com'è possibile che ci siano ancora queste persone così bacate al mondo.
Corrugo la fronte in segno di disapprovazione
"Sei carina a preoccuparti per lui" mi dice
"È l'unico che si è mostrato gentile e non strano da quando siamo qui..."
"Strano?"
"Dai, nulla torna in questo posto"
Lui alza le spalle e prende il kit da uno scaffale.
Noto che non ha solo il volto insanguinato ma anche le nocche, deve aver tirato pugni molto forti.
Lo guardo attentamente e noto l'enorme distanza di altezza che c'è tra noi, sembriamo il gigante e la bambina.
Per non parlare di quelle spalle possenti, dei suoi muscoli così..attraenti...O CAZZO! Si è accorto che lo sto guardando.
Lui accenna una risata abbassando la testa.
"Mi aiuti?" Chiede ridendo porgendomi una garza con del disinfettante.
Ho il viso in fiamme.
Imbevo l'ovatta nel disinfettante e glielo poggio sul taglio che ha sopra l'occhio mentre lui si occupa delle nocche.
Fa una smorfia di dolore ma non emette gemiti.
"Scusa.." chiedo a voce bassa convinta di avergli provocato dolore, lui ride e mi guarda come se fossi una bambina ingenua
"Sei così carina" dice ridendo
"Sembra che tu lo stia dicendo a tua figlia" rido
"Beh" alza le spalle, alludendo alla differenza d'età
Io gli tiro un pugno per giocare sul braccio, non ricordandomi che potrebbe avere lividi ovunque data la rissa.
Lui fa un mugugno, mi afferra per le cosce, appena sotto il sedere e stringe,come se questo potesse alleviargli il dolore.
Sono agitata...sono estroversa con i ragazzi si, ma non ho mai avuto dei contatti fisici che andassero oltre al bacio, so che è stato un riflesso involontario il suo, ma mi agita lo stesso.
"Ehm..scusa" dice con un sorrisetto imbarazzato
"Tranquillo..io qui dovrei aver fatto" dico allontanandomi e buttando il cotone.
Lui mi guarda sorridendo ma non dice nulla.
"Cosa c'è?" Dico imbarazzata
"In che senso"
"Perché mi guardi così?" Incrocio le braccia
Lui prima sorride, dopo poco però la sua espressione cambia, sospira e si massaggia le tempie
"Quindici anni eh.." dice, quasi come se
Fosse una domanda, di cui però ha già una risposta
"Non so come interpretare questo tuo tono" dico
"Nulla guarda è meglio che te ne vai"
"Scusa cosa?! Io ora me ne vado perché voglio, ma tu non puoi fare il carino per poi cacciarmi via perché ti senti una sorta di pedofilo" dico alzando i toni
"Smettila" dice sospirando
"Di fare cosa? Ti ho aiutato a medicarti, ho cercato di essere carina mentre tu fai il bipolare"
Lui si alza di scatto e si avvicina a me.
"Non credo tu voglia avere molto a che fare con un tipo come me" dice
"Non ho detto di voler avere a che fare con te"
"Esatto, è quello che cercavo di evitare mandandoti via"
"Ah certo...perché tu sei convinto che io potrei cadere ai tuoi piedi come se nulla fosse. Sono stufa di persone come te e Carlos, stufa delle vostre manacce addosso e..." non mi fa finire la frase che mi interrompe
"Scusa Carlos ti ha messo le mani addosso?" Chiede avvicinandosi ancora..sento il suo respiro e mi sono completamente dimenticata di cosa stessimo parlando
"No...cioè si, ci siamo incontrati una mattina mentre stavo correndo, ma non ha fatto nulla, so difendermi"
Mi guarda
"Non ne ho dubbi" dice prendendomi per un fianco.
Stringe il mio corpo al suo fino a ritrovarci vicinissimi.

Potrebbe essere un'immagine da film romantico se non fosse che dopo avermi guardata da testa ai piedi, mi gira di spalle
"Credo che ora tu debba davvero andare" dice a voce bassa.
Sono d'accordo con lui, sono confusa e non so bene cosa sia successo.
Me ne vado senza salutarlo e mi dirigo verso casa.

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