13. Febbre.

1K 53 6
                                    

❝Febbre.❞

Non ho più dubbi che rimani nei piani, stravolgimi il domani.

«Posso benissimo prendermi cura di me stesso

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Posso benissimo prendermi cura di me stesso.»

«Smettila di dirlo, é proprio a causa del tuo "so prendermi cura di me stesso" se ora hai la febbre. Dopo gli allenamenti, sudato, non sai che si corre a casa? E non che ci si addormenta sulla panchina con il vento che tira?»

«Smettila di farmi la predica, sei più piccolo di me, portami rispetto.»

«Solamente di qualche mese, smettila di marcarlo.»

«Non significa assolutamente nulla.»

«Intanto sei tu quello immaturo che non si é preso cura di sè.»

«É noioso stare sempre attenti.»

Shawn sbuffò, seduto sul letto del più grande. Axel si era beccato la febbre, e pensò di non poter essere più sfortunato per essersi preso la febbre proprio durante il fine settimana. Anche se da una parte si riteneva sfortunato, non sapeva che cosa avesse fatto di così tanto bello da meritarsi la presenza di Shawn accanto, che appena lo aveva saputo era corso da lui. E anche se gli urlava addosso, era felice di doversi affidare alle cure dell'altro. A volte fingeva addirittura di sentirsi la febbre salire e la testa "scoppiare", solamente per avere dolci carezze da parte di Shawn. Forse era da bambini, ma stava iniziando ad essere dipendente al tocco di quel ragazzino dai capelli chiari.
«Aspetta un attimo qua, vado a controllare la pentola.»

«Non posso muovermi, me l'hai vietato.»

«Esattamente.»
Rise Shawn, correndo velocemente fuori dalla stanza. E Axel lo guardò, e mettendosi un braccio sulla fronte, sorrise. Cavolo, quel ragazzino gli stava iniziando a far prendere la testa. Sentiva che la testa stesse esplodendo, ma mica per la febbre, piuttosto per la lingua lunga del più piccolo. Ma ridendo, ammetteva a se stesso che l'avrebbe ascoltato più e più volte.
Sinceramente non sopportava vedere come colui che avrebbe dovuto proteggere, lo stava curando. Cioè, lui si era promesso di proteggere Shawn, invece era arrivato a fargli fare da badante?

E pensando a questo, provò a mettersi seduto, ricordandosi che nessuno avrebbe potuto mai far stare fermo Axel Blaze. Ma mentre lo pensava, una voce lo fece gelare sul posto e immediatamente sdraiare.
«AAAXEL! AVEVI PROMESSO DI NON MUOVERTI.»
Urlò il più piccolo, avvicinandosi a lui.

«Volevo solo il telecomando...»
Borbottò Axel, e a quel punto Shawn si sentí in colpa, guardandolo.

«Ohw... Mi dispiace, però non devi scendere dal letto. Potevi aspettare che salissi.»
Gli sorrise, per poi andargli a prendere il telecomando e porgerglielo. In realtà era una scusa, perché Axel non aveva voglia di guardare niente. Ma accese ugualmente la televisione, e inizió a girare per i canali. Provò a mettere il telegiornale, ma Shawn gli rubò il telecomando. «Dai, su, rilassati un po'...» Mise un canale, e Axel alzò un sopracciglio.

Non mettere mai in dubbio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora