•E senza prendere la mira mi hai colpito in pieno. •
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Nonostante Shawn avesse ben visto i suoi compagni di squadra vicino alla panchina, decise di tirare dritto senza farsi notare. Sinceramente fra i ragazzi c'era David, e voleva evitarlo quanto più possibile. Cosí decise di entrare direttamente in classe, sospirando. Era completamente vuota, e l'occhio gli scappò sull'orario. Mancavano ancora quindici minuti. Shawn sospirò, sedendosi ad un banco. Non gli piaceva isolarsi, e non gli piaceva il fatto di essere costretto a farlo. Ma tuttavia non riusciva a trovare soluzione al suo problema. Come avrebbe dovuto fare per riottenere quelle lettere? Per quanto sarebbe dovuta andare avanti quella tortura? Perché Shawn si sentiva toccato, usato senza alcun diritto. Shawn capiva che ciò che faceva David era sbagliato e che se avesse provato a raccontarlo a qualcuno, sarebbe stato appoggiato. Ma anche con l'appoggio di qualcuno, che avrebbe fatto? Assolutamente niente. David l'avrebbe saputo e avrebbe velocemente stracciato tutti i ricordi che aveva di suo fratello, e questa cosa non poteva accettarla. L'albino si alzò, avvicinandosi alla finestra. La aprí lentamente, sospirando. Prese un grosso respiro chiudendo gli occhi, sperando solamente che quei quindici minuti passassero in fretta. Era davvero noioso stare da solo, e inoltre guardava la sua squadra dall'alto ridere e scherzare, e Mark fare facce strane per le battute di Jude.
Iniziò a fissare Jude. Quanto avrebbe voluto essere come lui. Aveva vissuto un'infanzia terribile, dove i suoi genitori erano morti e fu costretto ad essere separato da sua sorella. Ha lottato per riottenere del tempo con lei, e ci é riuscito. Si é liberato del controllo di Dark, é uscito vittorioso da quella sfida. Mentre per lui, beh, non ci sono né vincitori né vinti. Semplicemente, era andata così. I suoi genitori e suo fratello erano morti. La sua famiglia non c'era più, era questa la verità. Avrebbe potuto sudare quanto voleva, lui non avrebbe riottenuto proprio niente con il suo Aiden. Anche scrivergli lettere era inutile, perché sapeva che non avrebbe potuto più leggerle. Anche riguardare le vecchie foto sarebbe stato inutile. Però a volte lo faceva. A volte si fermava e iniziava a riflettere sul suo dolce fratellino. Come sarebbe stato da grande? Sarebbe rimasto sempre più alto di lui? Avrebbe continuato quella passione per il calcio? Avrebbe avuto ancora la stessa acconciatura di capelli? Sarebbe rimasto lo stesso? Avrebbe mai conosciuto la Raimon? Che cosa avrebbe pensato di Mark, o di Jude, o di David, o di Jack... o di Axel? Avrebbero di sicuro litigato tutto il giorno.
A quel pensiero sorrise dolcemente, chiudendo gli occhi. Si immaginava una discussione fra Axel e Aiden. Quest'ultimo era il tipo che dopo una discussione, voleva sentirsi dire di avere ragione. Ma Axel con il suo solito fare l'avrebbe ignorato con risposte secche, che l'avrebbero fatto arrabbiare solo di più.
Un brivido gli attraversò la schiena, e lui richiuse la finestra. Faceva freddo. «Che ci fai qui?» Shawn si girò, notando che si trattasse di Axel. Shawn corrugò la fronte, senza sapere che il biondino l'aveva visto dal basso mentre apriva la finestra. Gli era sembrato strano che Shawn fosse già in classe, così era andato da lui.