22. Cambiare le cose.

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❝ Cambiare le cose. ❞

Non é solamente furbo,
lui sa amare.

«Mister, la prego

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«Mister, la prego...»
Mormorò Shawn, abbassando lo sguardo. Erano solamente loro due, in un posto lontano da tutti gli altri. Erano di nuovo in ritiro; era sera, e probabilmente quello era il periodo migliore per risolvere tutti i problemi del più piccolo. «Non mi sta facendo più nulla...»

«Shawn, probabilmente é coinvolto in qualcosa più grande di lui.»
L'allenatore poggiò le sue mani sulle spalle dell'altro. «É anche per il suo bene. E non solo; purtroppo come é successo a te potrebbe risuccedere ad altri.»

Shawn corrugò la fronte, chiudendo gli occhi. Lentamente annuí, e finalmente si fece lasciare andare. Okay, avrebbe dovuto condurre David lontano dalla sua stanza. Il Mister Hillman avrebbe indagato nella sua camera e avrebbe recuperato le sue lettere; ma Shawn davvero non se la sentiva di uscire da solo con l'azzurro. Ne aveva una paura matta, ma lentamente fece come gli era stato ordinato.
Andò al piano di sopra. Sentiva le mani tremare, la paura per lo star tradendo Axel. Giá, perché così si sentiva. Aveva detto al bomber di fuoco che andava solamente a prendere una boccata d'aria, mentre ora si ritrovava davanti alla stanza di David. Se li avesse visti camminare da soli, avrebbe di sicuro frainteso. Lentamente, bussò davanti alla porta del ragazzo dai capelli azzurri.

Dopo poco quest'ultimo aprí la porta, e fu visibilmente sorpreso di vedere Shawn. Lo guardò, aveva prima un'aria triste, poi, come se fosse di nuovo cambiato persona, sorrise.
«Oh-Oh, da quanto tempo, eh, Shawn?»
Il ragazzo abbassò lo sguardo, iniziando a giocare con le dita. Cercò di sfoggiare uno dei suoi soliti sorrisi. «Ah-ah, hai ragione...»
«Beh, per quale ragione sei qui?»
David alzò un sopracciglio; non voleva farlo entrare in camera sua, anzi; voleva solamente che se ne andasse il prima possibile di sua spontanea volontà. Perché sapeva bene che se Shawn fosse entrato in quella stanza, sarebbe stato costretto a fargli del male.

L'albino sorrise.
«Possiamo... possiamo fare quattro passi fuori da qui?»
David corrugò la fronte, stringendo i pugni. Ma era stupido quel ragazzo? Non aveva capito che non era cosa buona rimanere soli? Ma purtroppo, non aveva scelta, e chiudendosi la porta alle spalle, disse che andava bene.

Iniziarono così a camminare via, e Shawn iniziava a sentire i battiti del proprio cuore accellerare. Si stavano allontanando dall'istituto; aveva paura.
Ma una voce li bloccò.
«David, Shawn!»
Il capitano della squadra urlò i loro nomi, facendoli voltare contemporaneamente. Shawn potè quasi saltare dalla felicitá, per non parlare di David, il cui cuore sembrava star per esplodere dal petto. Alzò il viso verso l'alto: una luce in camera sua, e successivamente un'ombra.
Lui era sicuro di averla spenta la luce.

Proprio per questo sorrise, e guardò Mark, facendo finta di niente.
«Ehi, Mark.»
Il ragazzo si infilò le mani nelle scarpe.
«Che ci fate qui? Andate a farvi un giro?»
Shawn annuí sorridente. «Beh, posso unirmi a voi?»
«Sicuro!»

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