17. Amore.

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❝ Amore. ❞

• Tu che mi vuoi bene pure se non sono nessuno. •

«Caleb

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«Caleb... ho paura ogni giorno di più.»
Mormorò Shawn, nascondendo il viso fra le braccia, come era solito fare. Erano seduti all'ombra dello stesso albero sotto cui erano soliti trovarsi, nel cortile della scuola. C'erano solo loro, a scuola c'erano poche persone a causa di una manifestazione a cui non avevano nemmeno preso parte. C'erano solamente pochi ragazzi della Raimon o dell'istituto in generale, ma non era esattamente questo il motivo per cui Shawn era turbato.

«Che ti prende, piccoletto?»

«I-Il giorno di dire tutto ad Axel... si avvicina sempre di più, e-e mi spaventa...»
Shawn chiuse gli occhi, ma appena lo faceva l'immagine del volto deluso di Axel glieli faceva sbarrare. «N-Non voglio dirglielo, n-no, n-non voglio!»
Urlò, attirando l'attenzione di parecchi studenti, fra le quali quelle del biondino che se ne stava tranquillamente per uscire dalla scuola. Ma di nuovo, insieme al ragazzo dai rasta si fermò per la seconda volta ad ascoltarli, troppo tentati. Sapevano di star sbagliando, eppure lo facevano ugualmente.
Caleb prese i polsi del più piccolo, cercando di fargli smettere di muoversi, e pian piano quest'ultimo si calmò.

«Shawn, calmati, cazzo!»
Sospirò Caleb annoiato, per poi staccarsi da lui. «Possibile che tu non lo capisca?!»

«C-Capire che cosa...?»

«Mi parli tanto dell'amore, no, Shawn?»
Strinse i pugni il più grande, fissandolo. «Mi parli di quanto sia il più bel sentimento del mondo, che ti senti felice anche con un solo sguardo e l'idea di parlargli ti fa volare due metri sopra al cielo. E allora, qual é il problema? Se lui ti ama ti accetterá ugualmente, chiunque tu sia stato in precedenza, Shawn. Ti amerà nonostante tutto, perché é questo che mi hai insegnato per tutto questo tempo. A non mollare mai, non perdere mai le speranze, a non lasciarmi mai sovraffare dalla paura e dai timori. E adesso tu oggi vieni a dirmi di avere paura di raccontare la tua vita?» Caleb alzò un sopracciglio. «La nostra infanzia é uguale a quella degli altri, ma meno serena. Ma tuttavia che importa? Hai trovato qualcuno che riesce ad amarti per quello che sei adesso, Shawn, e se adesso sei così, é merito anche del tuo passato.» Caleb lo guardò. «Ama Shawn, e lasciati amare. Basta tutti questi complessi, basta tutte queste parole.»

Shawn lo guardò per qualche secondo, ma poi iniziò a piangere silenziosamente.
«L-L'amore é bastardo, Caleb.»
Sussurrò lentamente, girandosi verso di lui. «Mi brucia e allo stesso tempo mi guarisce. Mi fa cadere per poi farmi rialzare solamente per il gusto di farmi vedere quant'è bello rialzarmi.» Socchiuse lentamente gli occhi. «Voglio solo essere perfetto ai suoi occhi. Vorrei non avere tutti questi problemi e non condannarlo alla mia vita; l-lui merita di avere un fidanzato normale, come tutti gli altri. I-Io cosa gli posso dargli? A-A stento riesco ad alzarmi la maglia, Caleb! Negli spogliatoi non mi tolgo la maglia se non se ne vanno tutti, perché il... il ricordo delle sue mani addosso ce l'ho vivido nella mia mente, Caleb! M-Ma con lui... c-con lui riesco a fare cose che vanno oltre ai miei normali limiti. Riesco a stargli seduto addosso, riesco a farmi abbracciare forte per tanto tempo, riesco a non avere paura. M-Ma... ma é un uomo, e io non posso togliergli la possibilitá di farlo. E-E con me avrà mille problemi...»

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