Capitolo 4: Un sole nero come l'inchiostro

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Luke è entrato nella stanza, seguito da altre persone del gruppo.

Faccio finalmente la sua conoscenza. Sta fermo a guardarmi, non aspettandosi di trovare un'intrusa sconosciuta nel suo salotto.

Non è tanto alto, ma è robusto. Ha i capelli neri e ricci, la pelle molto chiara e gli occhi scuri. Al contrario di ciò che mi ero immaginata, non ha un aspetto minaccioso. Passerebbe inosservato in qualsiasi ambiente. Ha una camicia da boscaiolo e i Jeans larghi. E le stampelle. Lo osservo meglio in viso. Ha un aspetto molto pallido, quasi malato.

Zoppica fino a sedersi sul divano davanti al mio, si sistema la gamba ingessata sul divano e si accende una sigaretta con tutta la calma del mondo. In silenzio, fa qualche tiro. Non so cosa dire nè cosa fare.

-Perdonami.- dice dopo. -Ne avevo bisogno. Trevor mi ha vietato di fumare in macchina sua. Ne vuoi una?

Mi porge il pacchetto di tabacco.

-Grazie mille, ma non fumo.

Grugnisce. -Sono Luke. Tu... Sei l'amica di Dylan, giusto? Quella della Mondial?
Breve pausa di riflessione. -Sì. Anne. E no. Non... Mi definirei della Mondial. Ero una Bracciante. E adesso una fuggitiva. Sono venuti due agenti a prendermi a casa oggi verso l'ora di pranzo, e io sono scappata...- Penso un attimo prima di continuare. -Ho chiesto l'aiuto di Dylan. Mi ha portato qui.

Si piega in avanti per alleggerire la sigaretta nel posacenere del tavolino, senza staccare i suoi occhi dai miei. -Perchè?

C'è qualcosa di penetrante nei suoi occhi. Di bestiale, di autoritario. Mi ero fatta ingannare dal suo aspetto un po' goffo e spettinato, ma adesso capisco che c'è qualcosa di pericoloso in lui. Come se mi sentissi in pericolo. Come se mi guardasse come un lupo guarda una preda.

-Perchè ho ucciso un H.

Mi squadra interessato, cambiando espressione e muovendo la gamba. -Raccontami un po'. Come hai fatto ha uccidere quel bastardo?

-Io... non sapevo che fosse un H prima che me lo dicessero quei due agenti oggi. Avevo visto il cadav... il suo corpo senza vita, e gli ho sparato un colpo alla testa non appena ho visto che si stava risvegliando. Ho visto i suoi occhi, neri come l'inchiostro... ho subito premuto il grilletto. Aveva perso troppo sangue, sicuramente non ci avrebbe pensato due volte a bere il mio, H o meno. L'ho fatto per salvarmi la vita, e adesso devo morire. Dopo aver superato tutto questo senso di colpa devo morire...

Non so perché mi vengono fuori queste parole, davanti a tutti questi sconosciuti. Escono e basta.

Luke grugnisce meditabondo. Magari si aspettava un racconto più interessante, magari una storia di vendetta e combattimenti alla Underworld. -Sensi di colpa... Questa persona, la conoscevi?

Mi accorgo di aver omesso il particolare più importante. -Era mio fratello gemello.

Appoggia sul posacenere la sigaretta finita, senza spegnerla. -Porca puttana.

Tace ancora un po'.

-Quindi staresti cercando la nostra protezione.

Ha una voce ostile, come se mi stesse facendo un interrogatorio. Mi sento proiettata in un film sulla Mafia, e cerco Dylan con lo sguardo per la stanza, che venga in mio aiuto, che dica che mi ha portato lui là, in totale autonomia e di sua spontanea volontà. Ma quell'idiota dev'essere uscito dalla stanza.

-Sì... no, beh... non volevo dare tutto questo fastidio....- mi sento a disagio, sentendo gli sguardi ostili di tutti quei ragazzi su di me. Tutti tranne l'unico che mi interessava. Quell'idiota. -Qui, o qualche altro posto va bene uguale, se sapete consigliarmi. O se è un problema lo cerco io, non serve neanche che vi disturbiate, ecco.- Mi alzo per andare via, col magone e leggermente umiliata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 17, 2022 ⏰

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