Lei ha fatto l'impensabile.
Ha raccolto abbastanza coraggio da aprire il suo cassetto, quel cassetto che lui aveva modellato con le sue mani e quello su cui lei non è riuscita mai a posare le sue.
Ma in ogni caso, lui non l'avrebbe saputo, dal momento in cui non era lì per fermarla, o per stringerle strettamente i polsi, guardarla fissa negli occhi e dirle cosa c'era di sbagliato. Di alzare la voce quando lei ribatteva che le sue azioni erano totalmente giustificate. Di sentire quel mordace dolore sul palmo liscio della mano quando arrivava a contatto con la sua guancia rosea.
Non si era mai permesso di toccare una donna; non era così codardo.
Era troppo puro per risolvere qualsiasi problema con la violenza.
Gentile abbastanza da ingoiare la rabbia prima che divampasse.
Ma quando lei chiedeva di dare una veloce sbirciata al suo cassetto, ecco che il suo carattere si accendeva in un battito di ciglia.Le sue dita tremavano come mai prima d'ora quando ripercorreva l'acuta ma sbiadita sensazione del suo tocco sulla guancia. Era da giorni che quei polpastrelli freddi non la toccavano, e questo la lasciava in uno stato angosciante.
Si guardò nervosamente attorno, come se da un momento all'altro si aspettasse una sua intromissione nella stanza con gli occhi pieni di rabbia e l'unico scopo di fermarla. Ma ormai è da un po' che non lo vede, non tornerà certo indietro ora.
Non in quell'esatto momento, si diceva per dare sollievo alle sue paranoie.Prese un respiro profondo e raccolse le mani vicino alla fredda maniglia. Con una mossa rapida lo aprì: gli occhi che vagavano in ogni angolo. Un consunto diario in pelle, una macchina da scrivere decisamente troppo impolverata e il resto dello spazio disseminato di polaroid.
"Cosa cercavi di nascondere?" Chiese a voce alta nell'eco della stanza. Subito le lettere H.S. sulla copertina sbiadita ripresero il suo sguardo. L'indice percorse l'indentazione, fino a quando le sue labbra non iniziarono a fremere. E niente la fermò nel scorrere le pagine, alcune strappate, altre troppo bagnate per leggerne il contenuto.
Passò le ore a divorare le annotazioni ai margini delle pagine. Non aveva un destinatario, apparentemente. Forse scriveva solo per tenere traccia dei suoi pensieri, della sua vita, troppo bella per essere sprecata su un diario.
Si asciugò le ultime lacrime che scorrevano silenziosamente sulle sue gote con l'orlo della manica: era rimasta un'ultima pagina, le ultime annotazioni da leggere, e con il cuore a mille, voltò la facciata.
L'ultimo appunto era stato scritto negli ultimi giorni, prima che scomparisse.
Sembrava andar di fretta: la sua scrittura si accavallava confusa, come uno scarabocchio di un bambino. Lei riusciva a malapena a far uscire il respiro dalle labbra, le uniche parole che farfugliava erano scuse, e prima che la sua mente pulsasse dal dolore, le lettere su quella pagina giallastra citavano: "prometto di ritornare quando ne avrò ancora bisogno."
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Dear Harry ||H.S. [Italian translation]
FanficNella quale una ragazza sola scrive lettere al suo amore in fuga, con la speranza in un suo ritorno. Questa fanfiction non è mia ma di @louminosity, che mi ha dato il permesso per tradurla: tutti i diritti sono quindi a lei riservati.