Complesso, New York City.
10 - 02 - 2019.
08:50 a.m.
Sala da pranzo.Quella mattina avevo dormito più di quanto avessi mai fatto prima; di solito non mi svegliavo più tardi delle otto e mezzo, ma quel giorno, a quanto pareva, avevo deciso di dormire.
Per togliere via il sonno in eccesso, mi passai dell'acqua fresca sul viso, più volte, per poi asciugarmi con un asciugamano poggiato vicino al lavabo. Sfregai così tanto che divenni rossa, ma non me ne importò molto, perché l'intorpidimento che sentivo era sparito.Presi la spazzola e cominciai a districare il nido di vespe che avevo in testa; c'erano così tanti nodi che più volte chiusi gli occhi per il dolore provocato dal districare, ma alla fine la mia volontà prevalse e li resi belli, morbidi e setosi. Anche se i miei classici capelli mossi restavano uguali, per quanto li spazzolassi.
Una volta che mi fui liberata della camicia da notte, aprii l'armadio per decidere cosa avrei indossato quella mattina; dopo qualche secondo, optai per una maglietta a maniche lunghe azzurra, giacchetta rosa pastello, Jeans attillati e stivaletti neri.
Era un abbigliamento comodo ed elegante allo stesso tempo.Dopo un'intera serata a non pensarci, la consapevolezza che entro due ore sarei tornata al Sanctum Sanctorum, vedendo così Strange, mi aveva messo tristezza e ansia allo stesso tempo. Avevo come timore di confrontarmi con lui, anche se sapevo che non dovevo, quindi promisi a me stessa che, quando ci saremmo visti, lo avrei affrontato a testa alta e non mi sarei fatta sottomettere da lui, ne dalla sua parlantina ammaliatrice.
Scossi la testa per cercare di togliermi dalla mente Strange, almeno per le due ore che mi restavano al Complesso.
Ero decisa a divertirmi, senza pensare a quegli splendidi occhi Azzurri... Aspetta! Cosa? Splendidi occhi azzurri? Che stavo dicendo? Anche se... Alt!
No! Poteva avere splendidi occhi azzurri quanto voleva, ma non lo avrebbe aiutato a farsi perdonare da me; sempre se avesse chiesto perdono, perché quella era un'incognita grande come lo stesso Sanctum Sanctorum.Ricomponendomi da quei pensieri che nuocevano alla mia salute mentale, decisi che era ora di fare colazione e raggiungere gli altri in Sala da Pranzo; così spensi la luce e mi avviai nel lungo corridoio che portava al cuore dell'attività degli Avengers, per fare una lauta colazione e per dare il Buongiorno ai miei compagni.
Quando finalmente arrivai in sala, trovai solo Wanda, Clint e Thor, seduti al tavolo a fare colazione; non c'era traccia del resto della squadra, quindi dedussi fossero tipi mattinieri e che avevano già fatto colazione.
Dovevano essere già nel pieno delle loro attività quotidiane... o erano in missione, ma era alquanto improbabile vista l'ora.Sorridendo, mi annunciai «Buongiorno, ragazzi!»
I tre, con una tazza di caffè in mano, si voltarono verso di me e sorrisero «Ciao, Aveline!»
Posai le mani sul tavolo e chiesi «Dormito bene, dopo la baldoria di ieri sera?»
Mentre Wanda rideva a quella domanda, Clint e Thor scosse la testa, passandosi le mani sulla faccia in modo frustrato, ricordando gli eventi della sera prima.
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The Avengers: The Phantom Shadow.
FanfictionIl potere è quello che molti bramano e che per averlo sono disposti a tutto...anche a fare soffrire le persone. Ma il potere è anche una responsabilità. Chi lo possiede ha il dovere di usarlo per difendere le persone innocenti. Ci sono molti eroi ch...