La stanza di quell'hotel era buia e quasi tetra, nonostante la luce presente all'esterno, anche se presto avrebbe fatto buio. Persino le tende erano serrate, mentre nell'aria si percepiva un forte odore di chiuso.
La corvina si voltò verso il detective. -Come mai mi hai portato qui, Ryuga?-
Il detective non fece alcun giro di parole, ormai stufo di quel teatrino che la ragazza intendeva portare avanti. -Cosa sei?-
Seven si voltò verso di lui, quasi con un sobbalzo, inclinando la testa come una bambina. -Che intendi?-
-Hai capito benissimo, Seven. Sempre se questo sia il tuo vero nome, è chiaro.- Il corvino si portò il pollice alle labbra, iniziando a mordicchiare la punta dell'unghia. Si appollaiò sulla poltroncina, continuando a fissarla. -Sei comparsa dal nulla solo poco tempo fa, come se tu non fossi mai esistita. Ammetto che all'inizio non mi è importato di te. Hai attirato la mia curiosità solo quando hai pronunciato una parola: Shinigami.-
-Cosa ci sarebbe di così strano nel pronunciare gli Shinigami?-
-Nel pronunciarlo? Nulla.- Watari entrò nella stanza in quel momento, poggiando un vassoio di dolciumi sul tavolino, per poi andarsene con un leggero inchino. L si precipitò per prenderne uno. -Tuttavia, sapevi troppo sul loro conto.- Mise il dolce in bocca, iniziando a mangiarlo con gusto. -Potrebbero anche essere delle frottole, tuttavia, il mio istinto mi dice che stavi dicendo il vero.-
-Sono solo più informata di voi.-
-Voi chi? Cosa intendi esattamente per voi? In questa stanza, ci siamo solo io e te.-
Lui continuava a scrutarla con quei suoi occhi scuri, mentre lei sentì un brivido dietro la schiena. La situazione le stava sfuggendo di mano, lo percepiva chiaramente. Non doveva attirare così tanto l'attenzione. La stava scoprendo. Eppure, aveva preso tutte le dovute precauzioni per somigliare a una semplice umana. Una persona semplice si sarebbe di sicuro fatta ingannare così facilmente da lei. Perché lui no? Anche Light stava sospettando qualcosa... perché?
Quella situazione era molto divertente e interessante.
Almeno per lei. Per la prima volta, stava sentendo il brivido di essere braccata. Un'animale in fuga dal proprio predatore.
-Non vuoi parlare? Va bene. Allora continuerò io.- Il corvino prese in mano un fascicolo. -Sai, Seven, quella volta mi hai incuriosito così tanto che ho fatto delle ricerche sul tuo conto. Dopotutto, c'era una minuscola possibilità che tu possa essere Kira. Vivi nel Kanto, sei una studentessa e conosci molto bene gli Shinigami. Tuttavia, quando ho fatto delle ricerche sul tuo conto, è emerso un dato molto curioso. Vuoi conoscerlo? Anzi, già lo saprai.- Ci fu un secondo di silenzio... o forse due. Ma erano abbastanza per sentire i respiri di entrambi. Estremamente calmi e regolari, come se fossero due amici di vecchia data, che discutevano semplicemente sul dove andare a cena. -Te lo dico comunque: tu non esisti.- Non ottenendo alcuna risposta, L continuò a parlare. -Ancora più insospettito, ti ho osservata a lungo. Eppure, tu sparivi la sera, mentre la mattina eri di nuovo sui monitor.- Aprì il fascicolo, prendendo due buste di plastica. Al loro interno, vi erano le due piume nere che aveva trovato al vicolo cieco, la prima volta, e al tetto dell'hotel, la seconda. -Le ho confrontate. Non appartengono a nessun volatile esistente e la prima era presente nel luogo della tua scomparsa. Non lo trovi strano? Sai, non avrei mai immaginato di fare delle supposizioni con delle piume. Ultimamente, non mi stupisco più di niente. Sono stato costretto a pensare al di fuori degli schemi.-
Non bastò più di un secondo alla ragazza, per capire che quelle piume appartenevano a lei. Trovava straordinario come quell'uomo stesse cercando di scoprire la sua vera identità. Era così divertente!
-La cosa che mi ha incuriosito di più, però, è il tuo libro.- Gli occhi scuri del detective si fissarono nella copertina del libro antico, stretto fra le braccia della ragazza. -Non permetti a nessuno di toccarlo. Cosa nascondi, veramente?-
L si leccò le dita con lo zucchero lasciato dai dolciumi, per poi alzarsi dalla poltrona. -Posso renderti la vita un'inferno, Seven. Hai finito di giocare con me. È il momento di parlare e di rivelarmi chi sei veramente. Anzi, cosa sei.-
La ragazza iniziò a ridacchiare. Si stava divertendo così tanto, che le sembrò un peccato dover terminare i giochi adesso. -In questa stanza, non sono la sola a nascondere dei segreti, L Lawliet.- Lei sorrise bambinesca. Aveva deciso di passare alla fase successiva dei giochi. Voleva, anzi, desiderava ardentemente sapere cosa sarebbe accaduto, se lei avesse rivelato chi era veramente. -Dovrei chiederti anch'io perché nascondi il tuo vero nome, ma, penso di averlo già capito.-
Si avvicinò alla finestra, spalancando le tende e mostrando il sole tramontare, mentre le prime luci degli edifici si accesero, per impedire al buio di fare da padrone. -È così bello questo cielo. Il mio è cosi grigio.- Poi si voltò verso il detective, dando le spalle alla vetrata. D'improvviso, la flebile luce del tramonto, venne nuovamente soffocata. Stavolta, però, non dalle tende della camera, ma da un'enorme paio di ali nere. Ali bellissime ed enormi che partivano dalla schiena di Seven. I suoi abiti erano stati sostituiti da dei pezzi strappati di stoffa nera e coperti da una tunica dello stesso colore. Il libro aveva trovato suo posto nella catena che faceva anche da cintura. Una falce veniva impugnata nella sua mano destra.
-Penso sia il momento di smetterla di giocare a questo gioco.- Iniziò lei, ripiegando le ali, così che occupassero meno spazio. Ci fu una breve pausa, nella quale si tolse il cappuccio che le copriva il volto, per poi rispondere alla domanda che il detective le porse in precedenza.
-Intendevo voi umani.-
Spazio autrice
Zan zan zaaaaan!
Surprise~Seven finalmente rivela chi è a L! Era anche ora XD
Stava diventando noioso... penso... immagino. Voi che mi dite? Queste descrizioni sono noiose? Mi dilungo troppo? Fatemelo sapere con un commentino! Lasciate una stellina e noi ci rivediamo Lunedì!
Zau!
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Death Note || Another Dimension
FanficTrascorreva una vita noiosa ed eterna. Un'entità sottovalutata dai suoi simili perché non compiva i propri doveri. Lei è diversa e come tale deve fare cose diverse. Spingersi oltre. Solo quando avrà superato quel confine, saprà che è solo l'inizi...