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"Ti prego, se non vado a prendere un caffè adesso rischio di addormentarmi sul banco." le sussurro disperata, sperando che accolga la mia richiesta d'aiuto. Lara si limita a sorridere e alzarsi. Io la seguo, immensamente grata, e ci lasciamo alle spalle l'aula nella quale il professore di letterature comparate sta facendo il suo monologo del giorno. Sulla carta amo questa materia, ma il professore rende tutto così noioso che non riesco a seguirlo per più di un quarto d'ora senza rischiare di accasciarmi per terra a dormire e, ormai, Lara questo lo sa bene ed è per questo che non oppone mai resistenza. Lei è la prima (e, credo di poter dire con certezza, anche l'unica) persona del mio corso con la quale abbia legato. Ci siamo conosciute durante il test d'ingresso e ci siamo fatte simpatia a vicenda perché eravamo entrambe disperate ed entrambe cercavamo di spillare qualche soluzione di logica. Che poi, a dirla tutta, ancora oggi, dopo due anni da quel test, non mi spiego il senso della parte di logica in un test d'ingresso per un corso di lingue. Magari è estremamente importante e io sono solo stupida, però ecco... mi hanno praticamente costretta a copiare.

Raggiungiamo le macchinette e aspettiamo che i nostri caffè siano pronti, godendoci la pausa che abbiamo volontariamente deciso di concederci.

"Ma secondo te fa così anche a casa con il marito?" mi chiede lei dopo un sorso. Ha appena bagnato le labbra carnose e la bevanda scura le ha macchiato la tinta nude. Lecca delicatamente l'area e rimango per un attimo ammaliata dal movimento del piercing alla lingua: è quasi ipnotico, eppure è una semplice sfera nera.

"Sei così sicura che abbia un marito? Voglio dire, mi sembra un robot incapace di allacciare rapporti umani." dico e lei se la ride. Ha un bellissimo sorriso, luminoso proprio come i suoi grandi occhi marroni. Riesce quasi a farmi dimenticare di avere problemi a relazionarmi con gli altri: è tutto così facile con lei.

"Avevo sentito dire che fosse sposato con questo tizio tedesco. In realtà, sai, credo che nella sua vita privata sia tutto il contrario di ciò che mostra qui... non so, ho questa sensazione." dice e inizia a perdersi nei suoi pensieri.

"Beh me lo auguro... per il marito." dico e iniziamo a ridere, poi lei prende una merendina dalla tasca, me ne offre un pezzo e io, come sempre, rifiuto.

"Ange, cosa devo fare per farti mangiare un po'? Neanche i pangoccioli ti corrompono!"

"Ma lo sai che non ho bisogno di essere corrotta! Ho sempre la nausea fino all'ora di pranzo... magari prova di pomeriggio le prossime volte."

"La prendo come una sfida, allora." dice e mi fa l'occhiolino. Sorrido del gesto e butto il bicchierino di plastica.

"Comunque questa nausea è strana... non sarai mica incinta?" mi dice lei e io quasi mi strozzo con la saliva.

"Non dirlo neanche per scherzo. Le probabilità che io sia incinta sono più basse dell'attenzione che riesco a prestare al robot senza sentimenti." dico alludendo al professore e lei ride, ma torna subito seria.

"No, davvero. Magari non sei stata molto attenta con..." inizia a dire, ma la blocco subito.

"Ci siamo lasciati un mese fa e non lo facevamo già da un po' quindi no, non sono incinta." concludo velocemente. Mi infastidisce sentire il suo nome e detesto venire ancora associata a lui, specialmente quando si tratta di cose del genere. Sento la nausea crescere e cerco di scacciare il pensiero, ma invano perché, proprio come se fossimo in un film, lo ritrovo davanti a me insieme a un gruppo di suoi amici di ingegneria. Li conosco tutti, ma non ho mai legato con loro perché non ho mai apprezzato il senso di superiorità che li circonda come un'aura divina. E, francamente, neanche loro hanno mai fatto dei passi avanti perché mi sentissi accettata nel loro manipolo di montati, quindi poco male.

SaponeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora