Mi risveglio, da sola questa volta. Come al solito, ci metto un po' prima di capire dove mi trovo e cosa è successo, specialmente perché adesso non c'è mia madre a sgridarmi perché sono stata troppo sotto la doccia. Sento la musica trapanarmi i timpani: sono a letto con le cuffie ancora impiantate nelle orecchie. Ma se non ero sotto la doccia e non mi si è potuta abbassare la pressione, come ho fatto a svenire? Metto la musica in pausa e cerco di sedermi, con calma. Dovrei chiamare mia madre? Dovrei spiegarle che non svengo per l'acqua troppo calda? Tanto non mi crederebbe. Da quando ha imposto le docce fredde ho provato a spiegarle che l'ultima volta non è successo a causa dell'acqua troppo calda, ma non ha voluto sentire ragioni.
Non so se cominciare a preoccuparmi, se indagare sulla causa dei miei continui svenimenti.Il problema è che poi, quando mi risveglio, non ricordo a cosa stessi pensando prima di svenire, è tutto così confuso che getto la spugna.
Lara non sa niente di tutto questo, dovrei dirglielo?
Guardo l'orario sul telefono. Adesso non è a lezione, potrei chiamarla. Ma se la disturbassi? Però mi ha detto che per me ci sarà sempre. Ma devo provare a risolvere i miei problemi da sola.
Ma da sola non ci riesco.
Metto per un attimo le paranoie da parte e la chiamo, senza pensarci troppo.
"Tutto bene, tesoro?" chiede lei dall'altra parte del telefono. Di solito ci sentiamo tramite messaggi, credo che la mia chiamata l'abbia stupita parecchio.
"Si, è solo che... non mi sento molto bene." provo a dire io, ma mi blocco.
"E' per il raffreddore?" azzarda lei.
"No, Lara, non è..."
"Ange, vuoi che venga?" chiede e io non riesco a non sorridere. E' così dolce,si preoccupa tanto per me. Credo che dalla nostra chiacchierata a cuore aperto si sia resa conto di tante cose, al punto che adesso cerca sempre di essere presente, starmi vicino.
"Che succede, raggio di sole?" è la prima cosa che mi dice una volta varcatala soglia di casa mia.
"E' il mio nuovo soprannome, ormai? Niente di che, è solo... avevo bisogno di compagnia." le dico. Mentre la aspettavo, ho iniziato a pensare e pensare e pensare e ho rifiutato l'idea di dirle il motivo per il quale l'ho chiamata. Odio quando cambio repentinamente idea. Lei ha accettato la cosa senza fare troppe storie e ci siamo messe a guardare un film nella mia stanza, ma dopo appena mezz'ora ho iniziato a sentire che qualcosa non andava: ho sentito il bisogno di dirle tutto.
Metto in pausa il film e lei protesta un po', ma rimane in attesa quando capisce che c'è qualcosa dietro.
"Ti ho chiamata perché sono svenuta, prima, e mi sono un po'... spaventata"ammetto io e lei mi guarda con apprensione.
"Oddio, tesoro, hai mangiato? Che succede?"
"Aspetta, lasciami spiegare. Non so il motivo per il quale sia svenuta. Recentemente è capitato spesso, ma è successo sempre mentre facevo la doccia, tanto che mia madre credeva succedesse perché mi lavavo con l'acqua troppo calda e mi si abbassasse la pressione, ma non è così perché poco fa sono svenuta mentre ascoltavo la musica, aletto, senza alcuna fonte di calore attorno a me." dico tutto d'un fiato e lei mi fissa, ragiona un attimo e poi inizia a parlare.
"Credi ci siano dei punti in comune tra tutti i tuoi svenimenti?" mi chiede e io ci rifletto un attimo.
"Non saprei... forse... mi viene in mente che la doccia è l'unico momento in cui sto da sola con i miei pensieri."
"E anche oggi è stato così?"
"Si. Non capita spesso che io mi metta a pensare, da sola. In realtà non lo faccio capitare. Non l'ho fatto capitare per mesi."
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Sapone
General Fiction"Sei pulita, Angelica, non hai bisogno di altro sapone. Inspira, espira. Provo a godermi questa piccola vittoria, ma l'entusiasmo dura poco: li sento, i batteri che risalgono le mie gambe, raggiungono la pancia e finiscono sui polsi, lí dove lui str...