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Preparo i vestiti puliti che metterò dopo la doccia, li poggio delicatamente sulla tavoletta del water e inizio a spogliarmi, quando sento mia madre bussare forte alla porta. Per poco non mi viene un colpo.

"Angelica hai dieci minuti. Faccio partire il cronometro tra tre... due..."

Sgrano gli occhi e dentro nel panico. Faccio volare i vestiti che ho su e mi infilo sotto la doccia più velocemente che posso. Da quando sono svenuta, due settimane fa, mia madre mi sta col fiato sul collo e, dato che mi lavo almeno quattro volte al giorno, sta cercando di trovare dei metodi alternativi per potermi controllare anche quando non ha molto tempo per starmi dietro.

Sfrego le mani insaponate contro la pelle bagnata con più vigore che posso, sperando che strigliarmi come un cavallo possa compensare al minor numero di insaponate che riesco a ottenere con appena dieci minuti di doccia. Prima dieci minuti non mi bastavano neanche per regolare l'acqua.

"Ti resta un minuto gioia, fai in fretta." le sento dire, minacciosa, e cerco di risciacquare il più velocemente possibile i residui di sapone rimasti. Sto migliorando: in appena nove minuti sono riuscita a insaponarmi tre volte. Beh, diciamo due e mezza, ma la reputo comunque una vittoria. Mi stringo la tovaglia sulle spalle e lei entra in bagno. Altra regola: non posso assolutamente chiudermi a chiave,pena riduzione dello shampoo settimanale, da tre volte a due. Per me è follia quello che mi sta imponendo. Reputavo già impensabile lavarmi i capelli solo tre volte a settimana, non posso scendere a due, ne andrebbe della mia salute mentale.

"Vedo che ti stai abituando. Adesso vado, buona lezione tesoro." dice lei beffarda e io, col fiatone, mi limito ad accennare un saluto con la mano.


Ho lezione sia di mattina che di pomeriggio e, nonostante non abbia studiato molto in questi giorni, preferisco non tornare subito a casa mia per fare un salto da zia Anna quando avrò finito. I rapporti tra noi sono distesi, ma non abbiamo più avuto occasione di vederci da sole e ho proprio bisogno di raccontarle un po' di cose.

Quando arrivo in università, trovo Lara tutta sorridente che chiacchiera con una ragazza bassina, con i capelli corti rossi e una felpa extra-large che le arriva fin sotto al ginocchio. Credo sia una di primo e non ricordavo che Lara la conoscesse. Mi avvicino a loro e lei smette di sorridere.

"Ciao, piacere. Angelica." provo io e la tizia sembra entusiasta.

"Ciao! Sei la prima amica di Lara che conosco! Io sono Steph!" ribatte lei, esaltata.

"Nessuno è mai stato così felice di conoscermi prima d'ora." confesso io e la rossa inizia a sghignazzare. Lara vorrebbe sotterrarsi, glielo leggo in faccia.

"Sei simpatica! Non mi avevi detto di avere un'amica simpatica." dice lei alla mia amica, quasi rimproverandola. Lara sospira forte e le da' una pacca sulla spalla.

"Ok, credo sia arrivato il momento di andare, sai lezioni di terzo anno ew che schifo. Andiamo, Ange?" mi implora, disperata. Io colgo il suo tono, saluto la ragazza (ora triste) e mi incammino verso l'aula senza Lara, che è praticamente scappata.

"Si può sapere cosa è successo?" le chiedo io, confusa. Lei prima fa la vaga,poi si rende conto di dovermi delle spiegazioni.

"Diciamo che la sto... frequentando? Più o meno? Senti non lo so, volevo divertirmi un po' e mi sembrava una tranquilla, ma è fuori di testa! Vuole conoscere tutti i miei amici e non mi lascia un attimo di respiro. Eppure non le ho mai detto di voler essere la sua ragazza o robe simili. Non so più cosa fare." ammette lei e a me scappa una risata.

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