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Mi sento una stupida ad aspettare al freddo davanti l'ingresso dell'università con in mano un sacchetto stracolmo di pangoccioli del panificio. Sono le otto e, ovviamente, prima delle nove meno dieci non c'è mai nessuno qui, ma volevo essere certa di prendere Lara alla sprovvista,nonostante io sia consapevole che è una ritardataria cronica.

Questa mattina mi sono svegliata molto presto, mi sono preparata (posso tornare a fare le docce calde, non senza l'attenta supervisione di mia madre) e sono uscita per andare a comprare i dolci preferiti di Lara. Dopo la nostra discussione mi sono sentita una stupida e non volevo chiederle scusa in modo banale, così ho deciso di fare un gesto semplice, ma d'effetto. Almeno, credo sia d'effetto. Sono passati due giorni da quando abbiamo litigato e non ci siamo più sentite da allora. Adirla tutta, lei non si è fatta sentire e io mi vergognavo troppo per scriverle. In più... onestamente non sapevo neanche cosa dirle.Ho avuto bisogno di un po' di tempo per elaborare il tutto. Voglio dire, la mia (a questo punto posso dirlo) unica amica mi confessa di aver avuto una cotta per me e io dovrei voltare pagina come se nulla fosse? Ancora oggi non mi spiego come abbia fatto a non capirlo.Certo, è vero che, in termini di sentimenti, Lara non sia la persona più chiara del mondo. Proprio perché di natura uno spirito libero,tende a mascherare (sopratutto a parole) quello che prova. E' molto espansiva, senza dubbio, ma si ha sempre l'impressione che lo sia in modo universale, un po' con tutti. Forse non l'ho mai capito perché è sempre stata affettuosa con me, così come lo è con tutte le persone che conosce. O forse ero troppo impegnata a risolvere i problemi con Alex, non saprei dirlo con certezza. Eppure, da quel giorno, oltre ad arrovellarmi per cercare di trovare una causa ai miei numerosi svenimenti (per la cronaca, non è più successo dopo la doccia, il che infittisce il mistero), mi sono chiesta come... si insomma... come avrei reagito se Lara mi avesse detto che provava qualcosa prima, quando ancora provava qualcosa. Mi sono chiesta se le cose tra noi sarebbero cambiate. Mi sono chiesta se la storia con Alex sarebbe potuta naufragare per questo motivo. Mi sono chiesta tante cose, ma le risposte che mi sono data... non mi sono data risposte, è inutile girarci attorno. Il fatto è che vorrei parlarne con lei, ma al tempo stesso vorrei evitare situazioni strane come quella che si è creata a casa mia. E' tutto un po' un casino e credo di poterlo risolvere solo parlandone con lei.

Cammino avanti e indietro nell'attesa e sento che il sacchettino è ormai diventato una seconda pelle quando, dal nulla, avverto una voce alle mie spalle.

"Stai cercando di scavare una fossa?" mi chiede lei, luminosa come sempre. Ha i capelli raccolti in uno chignon disordinato, una giacca di jeans rivestita in lana bianca al suo interno, la sacca con i libri appoggiata sbadatamente su una spalla e i pantaloni della tuta che hanno visto giorni migliori. Nonostante lo stile da mi sono svegliata cinque minuti fa è bella. Tanto bella. Non che la bellezza la facciano i vestiti però... mi sono incartata. E' bella e basta, ecco.

Allungo la mano con il sacchetto senza dire niente e la sua precedente espressione confusa lascia spazio a un meraviglioso sorriso, uno dei suoi soliti.

"Non ci credo." dice, afferra il sacchetto e mi abbraccia.

"Era un modo per far pace, ma non mi hai neanche fatto parlare." dico io,mentre la stringo. E' bello poterle parlare. Sono passati solo due giorni, ma sembravano molti di più.

Scioglie l'abbraccio, apre il sacchetto e afferra un pangocciolo, lo addenta e sorride come una bambina alla quale hanno appena regalato esattamente quello che voleva per Natale.

"Non ho idea di chi li faccia meglio, ho tirato a indovinare. Spero ti piacciano."le dico io e lei annuisce vigorosamente, continuando a mangiare. Rido di gusto e le faccio cenno di entrare. Lei, in risposta, ingoia il morso di dolce che aveva appena addentato e mi prende una mano.

SaponeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora