Capitolo 33- nella vita non ci sono capitoli

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E così i giorni sono andati avanti.

Oggi il risveglio non è uno dei migliori. C'è un momento fugace in cui sono di nuovo intera, ma purtroppo evapora più velocemente della pioggia estiva dalla terra bruciata. Le mie palpebre che si stavano finalmente abbassando e piene di sonno, dopo notti in bianco,  si aprono violentemente come se fossi stata svegliata dalle sirene. Quando i miei occhi sono aperti, il mio cervello è stato nuovamente sopraffatto come se fosse tutto nuovo, fresco, crudo. Vorrei poter soffermarmi in quella beata ignoranza  del risveglio o altrimenti non dormire mai come le altre volte. Mi alzo dal letto, ma ancora vedo sfocato. Per un secondo dimentico di nuovo chi sono e dove sono.

Immagino di aver sbagliato. Mi chiedo se ho mai avuto ragione. Vorrei trasformare la mia vita in una canzone. Invece di questa lotta senza fine. Inquieta come il vento. Triste come le onde del mare. Pensieri che rimbalzano nella mia mente.

Oggi dovrebbe essere una giornata che potrebbe trasformare la mia vita in una canzone, ma dipende dall'appuntamento con il signor Flores.

Ma per trasformare la mia vita in una canzone, prima dell'appuntamento dovrò andare a scuola. Come di consueto sistemo il letto, faccio una veloce colazione e mi preparo per uscire il prima possibile da questa casa. Prima di uscire definitivamente, guardo fuori dal balcone della mia stanza e guardo i colori brillanti che si spremono attraverso le nuvole. Fa abbastanza freddo, penso, stringendomi il cardigan  sottile attorno a me. Rientro dentro e prendo una giacca più pesante, per poi uscire e chiudere la porta.

Essendo presto mi metto gli auricolari e mi concedo di prendere la strada più lunga per rilassarmi. Ascoltare il ritmo della musica mi fa sentire coccolata. Il ritmo inonda il mio sangue, quasi cambiando il battito del mio cuore in armonia con il suo. La musica e io abbiamo la nostra lingua, ci parliamo senza parole. Le cuffie ci separano dalla normalità del mondo. Qui viaggio da sola.

Purtroppo anche la passeggiata finisce e mi ritrovo a scuola. La fortuna vuole che la professoressa Katrina Knight stia accanto a me mentre entriamo a scuola. Subito apro il libro che stavo leggendo mentre aspettavo il suono della campanella, e faccio finta di ripassare qualcosa. Fortunatamente arrivò subito all'armadietto. Prendo i libri di religione e vado verso la mia aula.

<< Buongiorno ragazzi>> mi siedo accanto a Nicole come se niente fosse. Apro la borsa e prendo il portacolori.

<< Sei seria? Non ti sei fatta sentire per giorni, perché non sei venuta a scuola?>> Nicole non sembra arrabbiata, ma delusa.

<< La storia è lunga, e non vi posso dire tutto>> vedere Alessia triste per me e Nicole fa male. Quello che mi dispiace non sono le parole di Nicole o il suo rimprovero, ma Alessia. Alessia non is sfoga mai, mentre Nicole se deve dire una cosa la dice.

<< Storia lunga? Sei seria?>>  Appoggio la testa sul banco con la speranza di trovarmi in un altro posto, finché non ricordo dell'uscita con Mike.

<< Ho parlato con Mike ieri sera al parco>> guardo la faccia di Nicole preoccupata e allo stesso tempo speranzosa. << Ho cercato di fargli capire la situazione, ma ho ricevuto solo tante sberle>>

<< Sberle?>> alza leggermente la voce Alessia preoccupata.

<< Tranquilla Alessia. È per dire che mi ha detto tante parole brutte...per poi andarsene e lasciarmi da sola al parco>> prendo una matita dal portacolori, mi raccolgo i capelli e faccio una specie di chignon. Appena finisco di fare lo chignon, mi ricordo di dovere andare dal parrucchiere per stasera. << Cazzo>>  sussurro disperata.

<< Che c'è>> Guardo Nicole disperata e preoccupata

<< oggi ho il parrucchiere per l'appuntamento di stasera>> il professore mi lancia uno sguardo arrabbiato, per poi continuare a spiegare. << Stasera ho un appuntamento con un capo di un grande ufficio di medicina legale>>

Schiava del mio cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora