Capitolo 3

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31 marzo 2001
22:20

Tom si stava lavando le mani in bagno.
Per qualche strano motivo era finito in un locale gay o qualcosa del genere. Lui voleva solo pisciare in pace, di sicuro non era sua intenzione finire in quel posto.

Fece un respiro profondo e uscì dal bagno, incamminandosi poi verso l'uscita, ma qualcuno lo fermò.
«Hey» disse il tizio a voce alta per sovrastare il rumore della musica.
Tom balbettò qualcosa del tipo: «Dovrei andare, ero venuto solo per usare il bagno», ma quello cominciò a trascinarlo verso il bancone del bar. «Ti offro qualcosa, se vuoi».
Tom scosse la testa e gli disse ancora che doveva andare, ma quello sembrava ignorarlo, allora si sedette su una sedia e guardò il tizio che parlava col barista.
C'era così tanta gente in quel posto! Così tante...
Con la coda dell'occhio notò qualcosa di familiare... O meglio, qualcuno.
Si girò in quella direzione e subito lo riconobbe. Era Tord!

Tom scosse la testa e chiuse gli occhi. Doveva essersi sbagliato, quello non era Tord. Ma quando li riaprì il norvegese era ancora lì. Ed era proprio lui. Tord in persona.
Stava parlando con un altro tizio più alto, probabilmente spagnolo, che aveva una camicia verde. Tord aveva stampato in faccia un sorriso. Ma non quel sorriso da stronzo, quello era più un sorriso... Normale? Aveva la testa appoggiata al braccio e guardava l'altro ragazzo con uno sguardo sognante...? L'altro continuava a parlare (e flirtare), facendo ridere il norvegese.

Lo sguardo di Tom, che senza accorgersene si era messo a fissare Tord, incontrò proprio quello di quest'ultimo, che sorrise e disse qualcosa al tizio con la camicia verde, per poi alzarsi e dirigersi verso Tom.
"Oh merda oh merda oh merda", pensó facendo finta di guardare il soffitto e di non essersi accorto della presenza dell'altro, che dopo aver barcollato un po' si appoggiò al bancone sedette sulla sedia accanto alla sua, dal lato opposto rispetto al tizio che aveva trascinato Tom lì e che probabilmente si era dimenticato della sua esistenza.

«Tom!», esclamò il norvegese sorridendo. «Non sapevo che tu frequentassi questo posto! Non ti avevo mai visto qui!».
Tom precisó velocemente: «In realtà ero venuto solo per usare il bagno...»,ma Tord lo interruppe: «Si, Si, dicono tutti così», per poi inclinarsi in avanti sul bancone e cominciare a chiamare il barista. Quello arrivò quasi subito. «Tord, che vuoi ancora?», chiese quello mentre puliva un bicchiere.
«Portami qualcosa di FoOrTe», disse Tord ridacchiando.
Tom si avvicinò al norvegese, ancora mezzo sdraiato sul bancone, e mormorò: «Tord... Sei ubriaco?».
«Ubriaco? Io? Certo che no!», rispose lui senza smettere di ridere.
Il barista sospirò, ma sulle labbra aveva un piccolo sorriso, e chiese: «Allora, cosa vuole il tuo amico?».
Tom scrollò le spalle, per poi rispondere:«Della Smirnoff»
«Porta subito della Smirnoff!!», ordinò Tord rimettendosi a sedere come un essere umano.

Il barista ubbidì andando a prendere la bevanda, mentre Tom si guardava in torno. Tord, invece, stava fissando il vuoto mentre si grattava la pancia sotto la larga maglietta grigia che indossava.
«Ecco», disse il barista porgendogli i bicchieri, ma prima che potesse andare a servire gli altri clienti Tord si slanciò in avanti ancora, afferrò il colletto della sua camicia e lo tirò verso di sé, per poi baciarlo.
Il barista ricambiò e partì un limone mentre Tom cercava di non guardarli, a disagio.
Dopo qualche secondo i due si staccarono e il barista andò a servire gli altri mentre Tord mandava giù tutto quello che c'era nel bicchiere.
Tom, intanto, lo guardava incredulo. «Ma tu... E il barista... Siete...?», balbettò, e Tord sorrise e gli disse: «Sai, ho baciato quasi tutte le persone che sono qua dentro ora. Me li limono, poi bevo e smetto di pensare a loro. E spariscono. Poof!», accompagnando l'ultima parola con un gesto.
Tom, non volendo restare in silenzio per far pensare a Tord qualcosa di sbagliato, emise un «Ah, ok», per poi cominciare a bere dal suo bicchiere.

«Tutti questi scimmioni non sanno resistere al mio fascino», si vantò il norvegese, per poi girarsi verso Tom, che cominciò a mormorare: «dovrei andare, è tardi e devo tornare a casa...».
«Se vuoi ti accompagno a casa», offrì Tord con una specie di sorriso malizioso.
«Nononono io devo... Ci vediamo domani al lavoro». Tom chiamò il barista per chiedergli il conto, e mentre quello gli faceva segno di aspettare un attimo Tord sospirò e si lasciò andare sulla sedia. «Non ce la faccio più».
«Cosa?», gli chiese Tom, e il norvegese rispose:«Ad essere solo. Non ce la faccio più».
«Continua a cercare», suggerì Tom, lasciando i soldi sul bancone e alzandosi.
«Comunque hai un bel culo», commentò Tord, il che fece arrossire Tom, che uscì subito da quel posto.

Appena fu fuori all'aria aperta, sotto la pallida luna, il buttafuori gli mise una mano sulla spalla e disse ridacchiando: «Sembra proprio che non dovevi solo usare il bagno».



Angolo autoreh ~~~~~~~~~~~~~

Ehhhhh biricchini

Aiuto ma sto capitolo è un continuo SAN GENNARO AIUTACI TU

Che problemsssss

La fine la ho scritta di fretta quindi meh -.-

MA VABBÈ

KA AJJWBANSNSJWNANA il bello è che avevo cominciato a scriverla su WhatsApp sta roba ma vabbè

"Non Farmi Sparire" [TomTord] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora