Il giorno.

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Dopo tre giorni dopo la sua more ci fu il suo funerale, io ci andai, non ci fu neanche un momento dove io non smisi di piangere.
Guardavo la sua famiglia in preda alla disperazione vedevo troppe lacrime, molti abbracci, occhi gonfi e rossi dovuti dal troppo piangere ...
Mentre io ero in un angolino della chiesa con mio padre aspettando di andare sull'altare per leggere il mio necrologio. Dopo mezz'ora di il mio momento percorsi la navata a passi molto lenti, in mano avevo il necrologio che avevo scritto con tutta la cura possibile. Sono salita per le scale dell'altare arrivai al banco, cominciai schiarendo la voce feci un sospiro e tra i singhiozzi cominciai a leggere:
"Oggi Tri devi sapere che non è un giorno molto facile da affrontare, adesso che tu non fai più parte della mia quotidianità mi sento persa, fuori luogo. Non avrei mai pensato di dirti addio eppure ora mi trovo qui. Dire che vivrai nel mio cuore è una frase troppo scontata, ho quella terribile sensazione di quando affoghi quel senso di pesantezza e soffocamento, tutte quelle cose che progettavamo da sempre ora sembravo sogni i realizzabili. Non vedrò più il tuo sorriso, non ascolterò più la tua voce angelica, non potrò più abbracciarti mi restano solo i ricordi e per me sono così preziosi. Per me eri come un fratello perdere te è stato come perdere una parte di me. Già mi manchi non so proprio cosa farò ora. Spero che tu mi abbia sentito e che tu stia bene ora. Ti voglio bene."
Finito il discorso tra lacrime e singhiozzi io corsi verso l'uscita della chiesa e andai in spiaggia, quel giorno faceva molto freddo, arrivai in spiaggia e mi sedetti su una panchina e stesi a guardare il mare infrangersi tra gli scogli per un'ora, piansi come non mai, anche il mare me lo ricordava.

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