Claudio.

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I giorni seguenti furono torture che dovetti sopportare. La sua assenza si faceva sempre più pesante. Io cominciai a non uscire più con la mia compagnia di amici, uscivo da sola e andavo sempre nei soliti tre posti che frequentavamo di più io e lui: la spiaggia, la biblioteca e il nostro negozio di dischi ed il quarto il cimitero... Ci andavo ogni giorno per parlare con lui, per piangere con lui, per sentirlo un po' più vicino. La sua mancanza era diventata talmente grande che non si poteva spiegare neanche a parole. Mi ricordo che esattamente 20 giorni dopo la sua morte io andai in spiaggia non c'era nessuno, andai verso la scogliera, la più alta di tutte e guardai giù per un momento avevo pensato di buttarmi ma un'uono che passava di lì mi ha preso il braccio e mi ha abbracciata, io non sapevo chi fosse quell'uomo ma ricordo che mentre mi abbracciava mi disse " non farlo, non osare neanche pensare che provare a morire sia una soluzione per risolvere i problemi"
Cominciai a parlare a questo signore e giur mi fece solo bene lui mi fece parlare non apriva bocca mi osservava e mi ascoltava, ho parlato per 2 ore e lui mi passava ogni tanto dei fazzolettini . È incredibile come una persona sconosciuta ti possa aiutare solo ascoltandoti, dopo aver parlato con lui mi offri un the caldo ed io accettai andammo nel bar più vicino e cominciammo a parlare e parlare ... È stata l'unica persona che mi ha strappato un sorriso nessuno ci era riuscito da quella sera. Ci presentammo 2 ore e mezza dopo la nostra lunga chiacchierata, si chiamava Claudio aveva 35 anni, era vedovo e aveva 2 figli uno della mia età e uno di quattro anni... È stato molto comprensivo nei miei confronti così decidemmo che tutti i mercoledì ci saremmo visti in spiaggia per parlare. Io ne ero entusiasta finalmente avevo qualcuno vicino a me. Avevo qualcuno che mi avrebbe salvato dall'oblio. Claudio.

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