Brutte strade 2.1

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Ritornai a Parma a vivere con mia madre. Dovetti cominciare ogni singola cosa da capo: la scuola, gli amici, la casa, i miei vizi insomma ogni fottuta cosa.
Secondo lo psicologo era meglio per me che io mi allontanassi da Tarquinia, dalla famiglia di Tristan, dai miei "amici", dalla mia vita quotidiana. Io non volevo assolutamente tornare da mia madre ma mio padre insistette perché voleva solo la mia felicità ed io li non lo ero secondo lui.
Lo psicologo mi riempiva di pasticche antidepressive , si ero depressa. Ma una depressione nervosa.
Così tornai a Parma e mia madre ne era entusiasta io no. Non mi piaceva il mio corpo, non mi piacevo come persona così comincia a tagliarmi. Lo so adesso penserete che ho fatto una cazzata ma tagliarmi mi dava un senso di soddisfazione, continuai per mesi e mesi. Piangevo ogni notte, leggevo sempre lo stesso libro, ascoltavo sempre le stesse canzoni, odiavo uscire di casa, a scuola ci andavo ero lì con il corpo ma non con la testa. Conobbi persone che non erano adatte a me, persone che avevano la roba che mi serviva, ricomincia a fumare a sballarmi ed è stato lì che ho avuto una ricaduta pessima nei miei vizi.
La mia depressione aumentó e mia madre non se ne accorse.

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