CAPITOLO CINQUE

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Le possibilità di incontrare Chris Evans erano alla pari di quelle di farsi bionda: inesistenti. Questo, almeno, fino ad un anno prima, quando l'aveva visto per la prima volta a casa del fratello. Da quel momento, l'uomo le era finito sempre tra i piedi, nella buona e nella cattiva sorte.

Non era ancora riuscita ad andare oltre quella storia, seppur stesse meglio rispetto ad alcuni mesi prima. Ancora si ritrovava a pensare all'uomo, ai suoi modi di fare, alla sua voce, al suo corpo stretto al suo. Insomma, a tutto. Aveva cercato in tutti i modi di levarselo dalla testa, con nuovi hobby, nuovi modi di impiegare il suo tempo, ma in una maniera o nell'altra, il suo nome spuntava fuori come un fungo, contro ogni desiderio della donna. Voleva vagare un po' la testa guardandosi un film? Ecco che alla televisione appariva il suo bel viso nei panni di Captain America, Frank Adler o Curtis. Voleva andarsi a fare una passeggiata per le strade di New York? Ecco che improvvisamente tutte le edicole mettevano in bella mostra le copertine delle riviste di gossip, piene zeppe di foto del sopracitato attore. Quasi non poteva andare a fare le spesa, dato che l'ultima volta, nella sezione profumeria, si era ritrovata davanti il cartellone promozionale di Gucci Guilty, i suoi occhi azzurri stampati sul cartone che sembravano beffarsi di lei. Dovunque andasse, il ricordo, l'immagine o anche solamente il nome dell'attore la perseguitava. 

Fu per questo che, quando se lo ritrovò davanti, stretto in un elegante e costoso completo grigio, la saliva le andò di traverso. Si sentì morire e un po' sperò di svenire per potersi salvare da quella situazione.

Quando aveva accettato di partecipare a quella serata di beneficienza, quella calda serata di inizio maggio, tutto avrebbe pensato tranne di trovarselo allo stesso tavolo, nel posto accanto. Sembrava seriamente che qualcuno stesse giocando con la sua pazienza e, cosa più importante, con la sua stabilità mentale.

Prima o poi avrò una crisi di nervi, io già lo so

L'uomo la guardò con un mezzo sorriso sul volto. Heather prese un sorso di vino rosso, cercando di affogare nel bicchiere, sperando che quello fosse un incubo e che si sarebbe svegliata il prima possibile. Rendendosi conto che tutto quello era più reale che mai, fece un respiro profondo, salutandolo.

"Che coincidenza, anche tu qui?" Heather pronunciò quelle parole con tutta la sorpresa che aveva in corpo, celando il più possibile l'astio che provava per l'attore.

Astio che però Chris percepì benissimo, facendo si che il suo sguardo si oscurasse. Non si sarebbe aspettato nient'altro dalla donna che aveva davanti, conoscendone il carattere e sapendo di averne tutta la colpa. Si era immaginato come sarebbe potuto essere un loro eventuale incontro, ma non si sarebbe aspettato che negli occhi della donna che tanto aveva amato, ci sarebbe stato un tale odio nei suoi confronti. Era tuttavia sicuro della scelta che aveva preso, irremovibile anzi.

"Eh già, il tema mi stava particolarmente a cuore" rispose, sedendosi di fianco alla donna.

I soldi del ricavato di quella sera sarebbero stati donati ad alcuni orfanatrofi e anche la donna non aveva esitato a dare la sua adesione per la partecipazione, contenta nel suo piccolo di poter aiutare quei bambini.

Heather cercò di ostentare un'indifferenza che non le apparteneva, sorridendo leggermente, ben consapevole di quanto falso fosse, nel momento in cui il profumo virile dell'uomo la colpì, facendole mancare un battito. Gioì internamente nel momento in cui si rese conto che con lui non c'era quella maledetta vipera bionda di Monique, tirando un sospiro di sollievo. Non era decisamente pronta al sequel della serata della prima.

"Niente Monique, stasera?"

Chris trattenne un sorriso, schiarendosi la voce prima di rispondere.

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