Nella camera siamo solo io e lui dopo le assillanti domande di Brian e le presentazioni di Jess.
Continuo a guardarlo come se fosse un sogno.
«Che c'è?»
Mi chiede, accarezzandomi la guancia, metto la mano sopra la sua e gli occhi mi si riempiono di lacrime ma cerco di trattenerle.«Hey, non devi mai trattenerti con me, piccola.»
Dice con voce debole e io faccio scendere delle lacrime.«Ho avuto tanta tanta paura.»
Confesso e lui mi accarezza una guancia.«Lo so, ma sono qui...sono vivo.»
Mi conforta e io annuisco sorridendo.«Ti ricordi cos'è successo?»
Chiedo ma lui guarda fisso davanti a se senza rispondere per almeno 10 secondi.«Credo di averti sognata in qualche modo.»
Dice all'improvviso, la voce sempre debole.«Davvero?»
«Si, mi tendevi la mano, eri così bella.»
Dice, chiudendo gli occhi.«E tu l'hai presa?»
Chiedo io e lui posa lo sguardo su di me.«Come avrei potuto non prenderla?»
Risponde e io stringo la sua mano.Restiamo a guardarci per tanto tempo, un tempo che sembra lunghissimo e quasi non mi accorgo di essermi addormentata nel momento in cui qualcuno entra dalla porta.
Mi volto e vedo il medico sorridermi.
«Salve, volevo chiederle se fosse lei a rimanere qui per la notte.»
Mi chiede gentilmente e io guardo Harry che sorride.«Si ehm, certo.»
Dico, scuotendo la testa.Mi porge una cartella con un documento da firmare e una penna che io prendo per scrivere sul foglio, prestando poca importanza a ciò che vi è scritto.
«Per quanto tempo devo stare qui?»
Chiede Harry.«È ancora difficile dirlo, certo.. è una cosa positiva il fatto che si sia già svegliato, ma meglio che resti sotto controllo per un po'.»
Risponde il medico.«Di quanto parliamo?»
Chiedo io, capendo la paura di Harry che quasi gli impedisce di parlare.«Almeno tre settimane, se tutto va bene.»
Lo guardo e stringo la sua mano.
«Grazie.»
Sorrido al dolce medico che ricambia per poi andarsene.Mi volto verso Harry che ha la testa poggiata al cuscino e uno sguardo, giustamente, non molto felice.
«Hey.»
Sussurro sorridendogli.«Dovrai farmi un grande favore, sei l'unica che può farlo.»
Mi dice, posando lo sguardo su di me.«A lavoro, dovrai prendere il mio posto durante questo periodo, so che è tanto da chiedere e che non sarà facile per te, ma sei l'unica di cui mi fido abbastanza da poter chiedere questo.»
Dice e io lo guardo un po'seria.«Mi conosci da così poco.»
Dico sorridendo e lui ridacchia.«Sai, è come se ti conoscessi da tutta la vita.»
Guardandomi negli occhi alza una mano per accarezzarmi il viso.È debole in un modo in cui non l'ho mai visto e un po' mi fa tenerezza.
Inclino il viso e gli sposto delle ciocche di capelli dal viso.
«Sta tranquillo, non ti farò fallire.»
«Su questo non ne dubito, anzi c'è il rischio che tu possa eccellere anche più di me.»
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Businesswoman- H.S.
Jugendliteraturda un semplice colloquio può nascere un girone all'inferno che va ben oltre l'indecenza e l'impurità dei lussuriosi...