*una settimana dopo*
Mentre salgo verso il suo ufficio penso a tutte le opzioni di fine serata e la più attendibile è la mia aurea di vittoria che si espande per tutta la città.
Si, è lunedì e si, Riunione Thompson.
Troppa sicurezza? Me ne fotto.Entro nel suo ufficio e lo vedo fissare la finestra.
Non appena si volta quasi spalanca gli occhi nel vedermi.
Sarà forse per il vestito che indosso?
Mi piace pensare di sì.«Rossetto rosso oggi, mh?»
Chiede ed alzo il lato destro della bocca in un sorriso.«Sei pronta?»
Mi chiede.«Lo sono nata.»
Mi sorride e ci incamminiamo verso la sua auto una volta usciti dall'edificio.È una macchina nera enorme e rimango un po'a bocca aperta.
Tutta questa eleganza mi eccita da morire.Entriamo e sento il suo odore moltiplicato o triplicato, il che mi porta a chiudere per un attimo gli occhi.
Una volta seduta accavallo le gambe e le stringo leggermente e credo che lui l'abbia notato, lo attesta il ghigno sul suo volto.
«Allora, sei nervosa?»
Mi chiede.«È una domanda così sciocca, se mi conoscesse bene saprebbe che non lo sono affatto ma anzi sono eccitata.»
Dico.«Te l'ho chiesto apposta per sentirtelo dire, sapevo che mi avresti dato una risposta del genere e in qualche modo mi motiva.»
Ammette e sorrido.Dopo mezz'ora circa arriviamo davanti un'enorme edificio, forse anche più alto del nostro, emana un'area cupa e quasi misteriosa, a tratti tetra.
Mi piace.«Entriamo?»
Mi chiede porgendomi il braccio.Sorrido e afferro il suo braccio, incamminandoci all'interno del palazzo.
All'entrata una voce robotica proveniente da un piccolo schermo laterale ci chiede chi siamo e se abbiamo qualche appuntamento.
«Styles e Stewart, per la riunione.»
Si apre davanti a noi una porta che ci permette di accedere alla reception.
La segretaria guarda Harry sorridendo che con mia grande fortuna è concentrato in altro per osservare quella sgualdrina.
Ma che m'importa?«È al piano 70, signor Styles, la stanno aspettando.»
Dice.«Oh che onore, so benissimo dove si trova grazie.»
Dice per poi incamminarci all'ascensore.Mi guarda dall'alto e incorcio il suo sguardo.
Senza che possa dire o fare qualcosa prende il viso tra le sue mani e mi bacia.
Stringo i suoi capelli e geme leggermente nella mia bocca.
Morde il mio labbro forte e io gli graffio il collo.
Mi guarda con occhi famelici e fa un profondo respiro.
Si stacca di poco, stringendo ancora il mio fianco.
«Cosa-»
Mi interrompe il suono del campanello che indica l'apertura imminente delle porte, così ci ricomponiamo in fretta ed usciamo come se non fosse accaduto nulla.Devo dire che un po' speravo lo facesse, ma al tempo stesso mi ha destabilizzato. Credo che da adesso cambieranno un po' di cose, o forse era solo uno stupido bacio e devo calmarmi.
Cerco di concentrarmi solo sulla riunione, nonostante la strana sensazione ancora presente sulla punta della lingua fino allo stomaco.
Arriviamo davanti una porta grande e nera.
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Businesswoman- H.S.
Novela Juvenilda un semplice colloquio può nascere un girone all'inferno che va ben oltre l'indecenza e l'impurità dei lussuriosi...