Era sera, aveva passato la solita triste cena, solo in un enorme tavolo, costretto a mangiare pietanze che, a dirla tutta, neanche adorava. Sognava hamburger, pizze e patatine fritte.
Sapeva in realtà che il problema non era quello che aveva nel piatto, il fatto era che voleva qualcuno con cui condividere un pasto caldo, le chiacchiere intorno al tavolo e le risate di una casa accogliente.
Sapeva dove avrebbe potuto trovare tutto questo, ma non poteva piombargli di nuovo in casa, non dopo quel pomeriggio così strano.
Lasciò il piatto intatto e, quasi a trascinarsi, andò nella sua stanza.
<< Perché non provi a mangiare del formaggio?>> Chiese Plagg dopo aver ingurgitato una fetta intera di Camembert ed essersi leccato i baffi.
<< Non lo mangio quel coso puzzolente.>> Si tappò teatralmente il naso e si allontanò dallo strano amico per arrivare ad appoggiarsi alla grande vetrata.
Guardò fuori, il cielo si era scurito, sperava di vedere, in qualsiasi momento, la sua LadyBug correre sui tetti parigini, così da poterla raggiungere e passare ancora del tempo insieme.
<< A chi pensi delle tre?>> Lo prese in giro Plagg svolazzandogli intorno.
<<Smettila Plagg. Lo sai che c'è solo una...>>
Non fece in tempo a finire la frase che il Kwami gli si mise davanti alla faccia e gli sbuffò davanti alitandogli tutto il formaggio che si era mangiato.
Stava per dare di stomaco e la cosa peggiore era che lo aveva fatto di proposito.
<< Ma fammi il piacere, Adrien. Kagami allora? E devo dire che anche con Marinette...>> Lo vide allontanarsi, fortunatamente.
<< Marinette è solo un'amica!>> Si difese.
<< Si, come no. Oggi non sembrava, ti sei impegnato così tanto per difenderla da quel Luka e sembrava quasi ti desse fastidio vederli insieme.>> Sembrò prenderlo in giro.
<< Ovvio che mi desse fastidio, tengo a Marinette e non vorrei mai che qualcuno si comportasse così con lei e le facesse del male.>>
<< Non parlavo di quando era akumizzato.>>
Il biondino ci rimase di sasso, pensò al nervoso che aveva provato nel vederli ridere e scherzare insieme e a quello nel sentire le frasi d'amore di MelodyHeart.
Ma no, era solo infastidito dall'allontanamento dell'amica e dal vederla in pericolo. Tutto qui. Plagg si sbagliava.
E poi era già difficile dover frequentare una ragazza pensando a LadyBug, non poteva certo avere pensieri per una terza persona.
<< E la cosa divertente è che non hai minimamente pensato a Kagami, ne adesso e né oggi.>>
<< Non è vero.>>
<< L'hai chiamata per dirle di non preoccuparsi della tua assenza a scherma? Ti sei ricordato, mentre eri con Marinette, di dirle che non vi sareste visti nemmeno nel pomeriggio? E adesso hai pensato subito a smentirmi su Marinette, ma non hai difeso la tua relazione con Kagami. Ah ma io che ne so, voglio solo altro formaggio. Io ho un solo amore!>> Andò ad aprire lo sportello in cui Adrien era solito nascondere il suo cibo. Il tono derisorio era stato percepito dal ragazzo che, però, non poteva davvero ribattere. Infondo, a pensarci bene, non si era comportato da persona interessata, nei confronti di Kagami, ma non lo aveva fatto di proposito, erano successe così tante cose che...certo però tutto quel tempo sul balcone con Marinette poteva risparmiarselo.
E poi l'aveva chiamata "principessa"! Oddio, ma come gli era venuto in mente?! Lei aveva anche avuto una cotta per ChatNoir e se gli fosse tornata? Però non voleva rinunciare a lei, non ora che aveva capito come potergli essere amico, se a scuola non glielo permetteva.
Il problema era che quando si trasformava in ChatNoir aveva un arroganza ed una sicurezza che, senza maschera, non teneva opportuno avere. Soprattutto con LadyBug cercava di essere più carismatico possibile ma rimanendo comunque se stesso, lei lo rendeva più forte, più sicuro. Voleva fare colpo su di lei. Lei che gli ripeteva sempre di contare fino a dieci prima di aprire bocca, ma lui non le dava mai retta.
Aveva superato i suoi limiti per lei, la timidezza l'aveva messa da parte ed era andato anche contro l'istinto di osservarla trasformarsi, perché lei non voleva e lui le avrebbe dato tutto quello che voleva. Ma anche lui avrebbe voluto lasciarle qualcosa di suo e questo istinto irrazionale di amarla era una maledizione. Non era libero di amare.
Gli sarebbe servito un giorno, un solo giorno che lei poteva concedergli per convincerla che il suo amore era vero e profondo, poi avrebbe potuto dimenticare tutto, in un istante.
A lui non sarebbe bastata una vita intera per dimenticarla, sarebbe sempre tornato da lei, anche solo con il pensiero.
Come quando avevano sconfitto Oblivio. Come aveva fatto a farla innamorare? Come aveva fatto a farsi baciare?
<< Come mai così silenzioso?>> Chiese Plagg.
<< Tu hai mai amato? Oltre il formaggio, intendo.>> Si voltò a guardarlo e si incamminò verso il bagno. Voleva farsi una doccia e mettersi a letto. Era sfinito.
<< Sono il Kwami della distruzione.>> Gli fece notare.
<< Che significa? Chi lo dice che non puoi amare?>>
Plagg ci pensò per un attimo.
<< Nessuno, se mi innamoro te lo dico.>> Uscì dal bagno e lo lasciò solo.
Adrien entrò nella vasca piena di acqua calda e oli da bagno profumati.
Era assurdo tutto questo.
Adesso si sentiva impotente, fragile e temeva di sapere chi fosse l'unica a potergli dare consigli, ma sapeva anche che l'unica cosa a poterlo guarire era un abbraccio della sua lady.
Ma perché l'unica che riusciva a migliorarlo gli frantumava il cuore?
Di bugie ne diceva tante, ma mentire sui suoi sentimenti era impossibile con lei e sperava che questo amore non fosse durato per sempre, ma sapeva non poteva essere questione di un sogno in piena notte, nel quale lei gli faceva credere di essere importante, anche se poi di lui non gli importava nulla.
Come potevano amarsi dovendo tacere su così tante cose che riguardavano la loro identità?
Era questa la domanda che le aveva posto una volta la sua insettina. E doveva ammettere che aveva ragione. Ma chi se ne importa? Avrebbe tenuto la bocca chiusa se questo sarebbe servito per potercela baciare.
I consigli di Plagg non servivano a nulla, passare del tempo con Kagami non era servito a nulla, era tutto inutile. Era una scorciatoia per sfuggire da un suo problema e lui non aveva mai voluto prendere scorciatoie, non aveva mai avuto paura della realtà, ma aveva paura di dirle "addio", questo si. Infondo in realtà lei non gli era del tutto indifferente, stava bene con lei, le voleva bene. Ma era abbastanza? Sarebbe davvero potuto bastare questo? Non aveva nemmeno il cuore che pompava veloce per arrossare il volto quando le stava vicino. Non erano queste le sensazioni che voleva provare.
Forse aveva ragione Plagg, lei era un comodo ripiego per il suo orgoglio ferito e la sua codardia e questo dolore e senso di incompletezza, l'aveva scelto lui di provarli. Poteva continuare a sperare e a provarci con lei, poteva lasciarsi libero di provare dei sentimenti anche se non ricambiati. Infondo il tempo è una costante, è per tutti così, c'è solo chi sa sfruttarlo meglio di altri e lui non voleva passarlo chiuso nelle sue paure e a guardarsi intorno tra tutte quelle ragazze quando, in realtà, era solo una quella che voleva. Una perla rara, forte, intelligente, altruista, dolce, gentile, simpatica e...wow.
Si ritrovò a sospirare con occhi sognanti.
Si ci avrebbe provato, almeno un'ultima volta.
Regalami un giorno in cui mi fai credere di essere importante.
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La Dea Bendata
Fanfiction"Era ormai da un anno che Parigi veniva difesa da LadyBug e ChatNoir, era da un anno che la sua vita era una giostra spericolata di emozioni, un anno da quando aveva scoperto l'amore dentro due bellissimi occhi verdi e la complicità in uno sguardo d...