MelodyHeart

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Era ormai da un anno che Parigi veniva difesa da LadyBug e ChatNoir, era da un anno che la sua vita era una giostra spericolata di emozioni, un anno da quando aveva scoperto l'amore dentro due bellissimi occhi verdi e la complicità in uno sguardo da gatto. Si, perché anche se non c'erano dei veri e propri sentimenti a legarli, almeno non da parte sua, lei si sentiva davvero complice con il suo amico supereroe. Più passava il tempo e più sentiva crescere la fiducia e l'affiatamento che deve sempre esserci in una squadra.
Un pensiero però le turbava quella giornata soleggiata ed era sempre lo stesso da quel giorno. Il suo Adrien era innamorato di un'altra e probabilmente si trattava di Kagami. Passavano parecchio tempo insieme e lei doveva lottare contro un dolore che le spezzava il cuore, oltre che con tutti gli Akumizzati della città.
<< Marinette, hai dimenticato questo in classe!>>
La sua voce la fece voltare di scatto ma i suoi occhi la immobilizzarono, come al solito.
Lui le sorrise cordialmente porgendole il libro di matematica che si era sbadatamente dimenticata sul banco e lei era già andata in tilt. Lo fissava ma non riusciva proprio ad alzare il braccio per prendergli l'oggetto dalle mani.
Era così bello il suo Adrien!
Ma no, lui non era suo.
Scosse la testa per riprendersi, non cercò nemmeno di sforzare un sorriso.
<< Gra...grazie. >> quasi glielo strappò di mano prima di voltarsi velocemente e, a testa bassa, tornare a camminare.
<< Marinette...>> Lo sussurrò solamente, tanto basso che nessuno avrebbe potuto ascoltare la tristezza nascosta in quel singolo nome.
Erano giorni che lo evitava, non gli rivolgeva nemmeno più uno dei suoi sorrisi gentili, aveva perfino pregato Alya di parlarle e si era anche proposto lui per riportarle quel libro. Ma niente da fare. Cosa le aveva fatto?
Le mancava terribilmente la sua amica.
La vide allontanarsi sempre di più da lui, fino a che non la vide scontrarsi con qualcuno. Il suo istinto fu quello di correre in suo aiuto per aiutarla ad alzarsi, ma si bloccò immediatamente non appena vide chi l'aveva fatta cadere. Luka.
Ormai i sorrisi che gli mancavano li vedeva rivolti soprattutto a lui. Non era geloso, ma rivoleva la sua amica.
Lui la stava aiutando a rialzarsi e a riprendere la cartella da terra e ridevano. Lui la prendeva in giro su quanto fosse sbadata e lei arrossiva ma stava al gioco.
Con lui neanche aveva mai scherzato così tanto. Sospirò. Doveva correre o avrebbe perso le lezioni di scherma e poi li ci sarebbe stata Kagami che l'avrebbe distratto. Già, l'avrebbe distratto anche dal rifiuto di LadyBug.

<< Perché avevi quella faccia triste?>>
Le chiese Luka mentre camminavano uno vicino all'altra sulla strada verso casa.
<< Ma che dici? Non avevo nessuna faccia triste! >> Le uscì la solita vocina stridula di quando era in difficoltà.
Odiava mentire a Luka, lui era così dolce con lei, non voleva dirgli che nonostante tutto lei ancora soffriva per un altro ragazzo. Non se lo meritava e poi era stata lei a proporgli di farle ascoltare quella melodia...
Sospirò cercando di convincersi che andava bene così.
<< Non riesci mai a mentire, lo sai. Pensavi a lui? Ho visto che ci stavi parlando.>> Disse con voce dolce. Chissà per quale motivo puntava sempre ad aiutarla. Si sentiva uno schifo e magari lui anche ma cercava comunque di starle vicino.
<< Non è niente, dico davvero. È un capitolo chiuso. >> Si sistemò lo zaino sulla spalla e si fece più seria. Niente risolini per deviare il ragazzo dalle sue vere emozioni.
<< Vogliamo andarci a prendere un gelato? >> Chiese lui ritrovando forzatamente il sorriso. Avrebbe fatto di tutto per vederla felice.
<< No, ho da fare, mi dispiace tanto Luka. Magari domani. >> Lo disse in modo talmente gentile da destare sospetti nel ragazzo. Probabilmente voleva rimanere da sola e pensare ancora ad Adrien.
La vide voltarsi verso la porta della pasticceria dei genitori, poi girarsi di nuovo verso di lui e sorridergli dolcemente, gli fece anche un cenno con la mano ma riconobbe la falsità di quel sorriso.
Appena lei entrò strinse i pugni.
Mentre camminava senza meta per le strade di Parigi, si chiedeva perché lei non era ancora riuscita a dimenticarsi di quel tipo, perché nonostante i giorni che passavano lei ancora era triste pensando a lui. Era per caso colpa sua? Era lui che non andava bene? Non era abbastanza per lei? Non era in grado di farle dimenticare Adrien e di farla finalmente stare bene.
Una serie di domande presero il controllo della sua mente e, in una frazione di secondo, il suo umore era peggiorato. Provava frustrazione e rabbia, risentimento. Si dava dell'incapace perché non si era dimostrato all'altezza dell'unica cosa davvero importante, ma una piccola dose di risentimento era per Adrien, lui che faceva stare male la sua Marinette e le faceva cambiare gli accordi della sua melodia, rendendola più malinconica. Non poteva perdonarlo.
Marinette, poi, doveva dirgli la verità. Non credeva potesse mai innamorarsi di lui? Doveva saperlo.
Cosa stava accadendo?
Tutta questa negatività...
Salve MelodyHeart, sono Papillon...

La Dea BendataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora