Erano passati giorni ormai da quel ballo sulla sua terrazza e tutte le notti lui era sempre venuto a trovarla. Parlavano e scherzavano ma i momenti di imbarazzo sembravano aumentare sempre di più, inspiegabilmente. Giocavano con i videogiochi o lui la aiutava a fare i compiti, ma qualsiasi cosa facessero insieme era un momento solo loro. Sembrava decidessero di chiudere il mondo fuori e di non pensare più ai problemi che non gli permettevano di essere veramente felici. Però loro così si sentivano felici, stavano bene e non avevano bisogno di nient'altro. Se solo lei lo avesse capito prima, LadyBug avrebbe avuto la possibilità di sorridere sinceramente molto tempo prima e uguale lui, se Adrien non fosse stato così cieco avrebbe sperimentato il significato di "stare bene" con una persona, quando poteva realmente farlo, senza complicazioni e senza amori impossibili di mezzo.
In sua difesa però poteva dire che lei non si era mai comportata così con lui e che se si era innamorato di questa Marinette, se solo fosse stata la stessa anche davanti a lui a scuola, si sarebbe innamorato anche Adrien.
Aspetta...aveva pensato veramente la parola "innamorato"?
Si era davvero innamorato di lei? O era semplicemente una cotta che sarebbe passata più avanti. No, anche a scuola si ritrovava a guardarla di nascosto, a sorridere pensando a lei ed era diventato sempre più difficile mantenere le distanze e vederla andare via poi con Luka.
Ma perché non lo lasciava perdere? Non gli bastava lui? Non credeva fosse possibile una loro relazione? Non dava importanza ai loro momenti? All'imbarazzo, al rossore delle guance, alle farfalle nello stomaco, alle risate spontanee e...
<< Ci vieni alla festa di Juleka sabato sera?>> Lo distrasse Nino.
<< È tra quattro giorni vero?>> Chiese conferma.
<< Si, hai tempo per convincere tuo padre.>> Gli diede una pacca solidale sulla spalla.
<< Ei ragazzi.>> Alya si avvicinò a loro con la faccia abbattuta.
<< Perché quella faccia?>> Le chiese preoccupato il ragazzo.
<< Stavo parlando con Marinette della festa e...>>
<< Ci andrà?>> Si informò impaziente, tanto da farsi guardare con sospetto dai suoi amici.
<< Si e le ho chiesto con chi andasse, dato che è a tema ballo in maschera e mi ha detto che ci va con Luka, ovviamente. Ma sembrava così poco sicura di quella decisione...>> Sospirò triste. Avrebbe voluto fare di più per l'amica, eppure sentiva che c'era qualcosa che le teneva nascosto.
Adrien strinse i pugni. Un ballo. Sarebbe dovuto stare ad un ballo in cui Marinette sarebbe stata tutto il tempo con Luka a ballare e divertirsi e lui non avrebbe potuto nemmeno avvicinarsi a lei.
Doveva parlarle e mettere le cose in chiaro, magari lei avrebbe capito la situazione ed avrebbe rinunciato al chitarrista. Magari a quel ballo sarebbero potuti andare insieme, infondo era in maschera e lui era un esperto di travestimenti. Ma non poteva non andare al compleanno di una sua amica come Adrien.
Seguì i due fuori dalla scuola, sta volta la scena che vide era mille volte peggio di lui che l'aspettava addosso al muro. Luka era alla fine delle scale su una bicicletta, le porse il casco e lei, con non poca difficoltà, data la sua dolce goffaggine, se lo infilò mentre saliva in sella dietro di lui che le disse uno "stringiti forte", a cui lei diede anche troppo retta per i giusti del biondo che poi li vide andare via.
Era davvero arrivato al limite. Ma perché aveva tutta questa sfortuna con le ragazze?
Perché provava qualcosa solo per quelle complicate?
Senza dire nulla ai suoi amici andò via. Quella sera avrebbe sistemato le cose e avrebbe capito se ne valeva o meno la pena andare fino in fondo a quel sentimento e se gli conveniva fermarsi adesso che c'era più tempo per non farsi troppo male.La giornata era volata, tra le carinerie di Luka e l'ennesimo cattivo creato da Papillon.
Era stato difficile comportarsi come se nulla fosse con ChatNoir, fare finta che tutte quelle sere non le avessero passate insieme e di non sentirsi attratta da lui in alcun modo.
Perché il cuore di un adolescente è così volubile? Aveva appena rinunciato ad un amore non corrisposto per fantasticare su uno impossibile.
Ma no, quello non era amore, non poteva esserlo.
<< Cosa dovrei fare, Tikki?>> Si buttò sul letto.
<< Dovresti solo seguire il tuo cuore, Marinette.>>
<< Ma non è così semplice! Se fossi stata solo Marinette e lui solo un semplice ragazzo sarebbe stato più facile. Ma io sono LadyBug, quella che gli ha spezzato il cuore la prima volta, quella che si comporta come se niente fosse e non posso mentirgli per troppo tempo. Poi lui è ChatNoir! È impulsivo ed incosciente e mi rivelerebbe la sua identità mettendosi a rischio. E non voglio che gli succeda qualcosa di male.>> Sembrava davvero una lagna.
<< Sono certa che lui capirà, infondo è un ragazzo molto intelligente.>>
Tikki avrebbe tanto voluto aiutarla di più, ma non poteva dirle che anche lui in un certo senso l'aveva ingannata e presa in giro, ma che l'amore era stato più forte di entrambi alla fine. E che quindi, avendo commesso gli stessi errori, si sarebbero dovuti perdonare a vicenda.
<< E Luka allora? Lui capirà dopo che l'ho illuso per tutto questo tempo?>>
<< Tu non hai illuso nessuno, lui ha scelto di restarti vicino aspettando il momento in cui tu ti saresti completamente innamorata di lui. Se questo momento non è arrivato non è colpa tua.>> Cercò di tirarla su di morale.
La mora si mise a pancia in giù con la faccia premura sul cuscino.
Perché era tutto così complicato?
E perché, in così poco tempo, Adrien sembrava essere diventato l'ultimo dei suoi problemi?
Sciocco e cieco Adrien...
Era tutta colpa sua, se lui l'avesse notata, anche solo un po', lei non avrebbe avuto modo di avvicinarsi a Luka e poi successivamente non avrebbe cercato in ChatNoir un rifugio.
<< Mi sento così poco supereroina in questo momento che se ci fosse un akumizzato in camera mia lo lascerei fare.>> Sospirò rassegnata.
<< Non essere tragica, Marinette. Avresti il tuo supereroe pronto a proteggerti.>> Scherzò prendendola in giro.
Marinette arrossì e sorrise.
<< Pensi che verrà sta sera?>> Chiese con tono sognante.
Ma che stava facendo? Che modo di parlare di ChatNoir era quello?
No, assolutamente no.
<< Viene tutte le sere.>> Le fece notare divertita il Kwami.
Sentì canticchiare qualcuno e sorrise riconoscendo la sua voce provenire dal terrazzo. Si sbrigò ad alzarsi e a correre da lui.
Tikki sorrise divertita scuotendo la testa ed andò a nascondersi nel suo rifugio dentro l'armadio della ragazza.
<< Chat!>> Si fermò a guardarlo da dietro. Lui restava poggiato alla ringhiera a guardare il cielo notturno.
Era così contento di sentirla felice per il solo fatto di vederlo. Ma come poteva essere sorpresa? Era sempre li ormai e non avrebbe mai mancato un appuntamento.
Si voltò sorridente.
<< Ti sono mancato, principessa?>>
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La Dea Bendata
Fanfiction"Era ormai da un anno che Parigi veniva difesa da LadyBug e ChatNoir, era da un anno che la sua vita era una giostra spericolata di emozioni, un anno da quando aveva scoperto l'amore dentro due bellissimi occhi verdi e la complicità in uno sguardo d...