ChatNoir

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Il sole stava tramontando e lei doveva sbrigarsi a tornare a casa per aspettare ChatNoir.
Perché però lui si preoccupava tanto per lei? Forse perché la conosceva nella vita "normale"?
No, non poteva essere e poi non doveva indagare di più.
Arrivò sul suo balcone.
<<Tikki, ritrasformami.>>
La piccola Kwami le si posò sfinita sul palmo della mano e lei, sorridendole dolcemente, le diede un macaron per aiutarla a riprendersi.
<< Marinette...>>
<< È tutto un disastro Tikki! È colpa mia se Luka è stato akumizzato! Perché non riesco ad andare avanti e a dimenticarmi di lui?!>> Piagnucolò sedendosi a terra con la schiena poggiata alla ringhiera, la gambe strette al petto e le mani a coprirle il volto che si stava bagnando di lacrime.
<< Io credo che la soluzione giusta sia parlarne, non trovi? Infondo Luka sapeva cosa provavi per...>>
<< Marinette?>>
Sobbalzò nell'udire quella voce chiamarla.
<< Tikki, nasconditi.>>
L'esserino non se lo fece ripetere due volte ed entrò velocemente nella sua borsetta.
<< Ei, sei qui. >>  Allargò le braccia avvicinandosi a lei. Quando notò che si stava asciugando gli occhi rossi si fermò a guardarla e la sua espressione si intristì. Cosa stava accadendo alla sua amica? E perché lei non ne parlava?
<< Che ci fai qui?>> Gli chiese lei riportandolo alla realtà.
<< Volevo vedere come stavi, Marì.>>
Lo vide avvicinarsi ancora e prendere posto al suo fianco.
<< Sto bene, davvero >> abbassò la testa.
<< Non c'è bisogno di mentire, sai? Non a me. >>
Era davvero sbagliato approfittarsi del suo travestimento per farsi dire da lei cosa la turbava tanto in questi giorni, ma voleva saperlo, voleva aiutarla e se la sua amica non glielo diceva e teneva le distanze, magari avrebbe parlato con ChatNoir.
Avevano entrambi la testa poggiata alla ringhiera, ma mentre lei guardava le sue ginocchia, per nascondere l'imbarazzo, lui guardava il cielo.
<< Io...io non so che fare!>> Scoppiò di nuovo a piangere e si nascose di nuovo il volto nelle mani.
Odiava vederla così vulnerabile, le faceva male il cuore vederla piangere così. Come poteva aiutarla?
Si ricordò di Luka e di ciò che era diventato per colpa di Papillon.
<< Tu lo vedevi. Quindi sei innamorata, dico bene?>> La guardò con la coda dell'occhio. Temeva quasi quella risposta, ma senza sapere perché.
<< Non voglio parlarne. >>
Avrebbe veramente avuto bisogno di sfogarsi con qualcuno ma non poteva essere lui. Non sarebbe stata così crudele da piangere per amore di qualcuno sulla spalla di ChatNoir, che le aveva confessato i suoi sentimenti.
<< Vieni qua, principessa.>> Le mise il braccio intorno alle spalle e la attirò a sé permettendole di poggiarsi al suo fianco. Il suo era un sospiro triste, sconfitto dalla realizzazione che Marinette non si sarebbe lasciata aiutare da nessuno.
La ragazza era rimasta spiazzata dalla dolcezza di ChatNoir, ma si era comunque lasciata andare tra le sue braccia. Ne aveva così bisogno.
<< Anche io sono innamorato, te lo avevo già detto no? Ma lei non mi vuole. >>
Lo sentì incredibilmente falso nella sua tranquillità, si costringeva a mantenere il sorriso e a tenere un tono di voce allegro, ma si domandava quanto dentro stesse male. Forse poteva capirlo.
<< Avrà i suoi motivi, non puoi scegliere chi amare.>> Senza volerlo si sistemò meglio addosso a lui che arrossì.
<< Dice di amare un altro, quindi io...so che è sciocco ma...vorrei imparare a non pensarla continuamente.>> Ammise tutto d'un fiato dopo qualche esitazione.
Marinette si tirò su di scatto per guardarlo in viso, ora la sua espressione era meno allegra.
Quindi erano così profondi i suoi sentimenti per lei? La pensava in continuazione?
Anche lei avrebbe dovuto imparare a non pensare più ad Adrien.
<< Come si fa? A non pensarci, intendo.>> Tornò a guardare avanti a sé ma non si poggiò più con la testa su di lui.
<< Ti do l'idea di uno che lo sappia?>>
Eccolo, il suo micio scherzoso. Le scappò un lieve sorriso e decise di tirarsi dritta con la schiena anche se lui non le levava il braccio dalle spalle.
<< Siamo un disastro.>> Sospirò lei.
<< Non dirlo a me. Sto cercando di nascondere i miei sentimenti dietro...>>
Poteva davvero ammettere che Kagami era solo la seconda scelta? Poteva dirle che stava usando dei sentimenti per nascondere i propri?
Voleva bene a Kagami, provava qualcosa per lei ma non era l'amore che voleva.
<< Dietro?>>
L'aveva incuriosita forse?
Se non con lei, se non qui, con chi altro poteva aprirsi?
<< C'è una ragazza molto carina e sto provando a dimenticare...>>
Non lo lasciò nemmeno terminare la frase, si alzò velocemente in piedi, si mise davanti a lui con le braccia incrociate al petto e lo sguardo di rimprovero.
<< ChatNoir! Non si illudono le persone! Non puoi fare chiodo scaccia chiodo!>>
Quel tono e ciò che disse gli ricordarono tremendamente la sua lady. Rimase colpito. Si alzò a sua volta mettendoglisi incredibilmente vicino e con le mani poggiate ai fianchi.
<< E tu e Luka?>>
<< Cosa ti fa pensare che io lo stia usando?>> Si imbronciò. Non gliel'avrebbe data vinta a quel gattaccio.
<< Beh quello che diceva...>>
<< Io provo veramente qualcosa per lui, è solo che...>> Si interruppe. Aveva davvero senso continuare questa conversazione?
<< L'amore è complicato.>> Disse il supereroe tornando a rilassarsi e facendosi spuntare un sorriso sulla faccia.
<< Ti si illumina l'anello. >> Gli fece notare indicandogli l'oggetto.
<< Ops! Come passa il tempo in compagnia eh?>> Le sorrise amichevolmente cercando di tirarla su di morale.
<< Ci rivedremo presto, principessa.>>
Le prese la mano per farle un elegante inchino e posare un bacio sul suo dorso. Lei arrossì e avvampò ancora di più quando lui le fece l'occhiolino. Poi scappò tra i tetti della città.
Oh ChatNoir, ma che devo fare con te?!
Rientrò nella sua camera, si chiuse la botola sulla testa e si gettò a peso morto sul letto.
ChatNoir si stava comportando da immaturo e irresponsabile. Come poteva pensare di dimenticarsi di lei sfruttando ciò che provava per un'altra ragazza?
Pensò, però, che lei stava facendo lo stesso con Luka e che quindi non doveva permettersi di giudicare il compagno di avventure. Sbuffò.
Era stanca.
A proposito di Luka, doveva chiamarlo subito e sentire come stava.
<< Marinette, io credo che tu sia stata troppo dura con ChatNoir.>>
<< Lo so Tikki, ma pensa a quella povera ragazza! >>
Il Kwami osservò la ragazza prendere il telefono e cercare un numero in rubrica.
<< Stai chiamando Luka?>>
<< Si, voglio sapere come sta.>> Si portò l'apparecchio all'altezza dell'orecchio pronta ad aspettare.
<< Siete davvero strani voi umani...>>
<< Ssh, Tikki, non deve sentirti. >> Le disse teneramente portando l'indice davanti alla propria bocca.
<< Chi non dovrei sentire?>>
<< Oh Luka...Emm, niente, sai mio padre è...così invadente!>> Si cercò di giustificare.
Dopo qualche secondo dall'altra parte della cornetta c'era solo silenzio.
Sospirò di nuovo.
<< Luka...>>
<< No Marinette, devo chiederti scusa,  io...>> La interruppe ma la ragazza non poteva permettere che lui si prendesse tutte le colpe.
<< No è colpa mia se sei stato akumizzato! >> Insistette.
<< Non dovevo farmi prendere da quelle emozioni, sapevo cosa provavi per Adrien quando mi sono dichiarato a te. Voglio continuare a starti vicino, concedimelo. >>
È vero, infondo lei non gli stava mentendo, lui era al corrente della sua indecisione e dei suoi sentimenti e aveva comunque deciso di rimanerle vicino. Era fantastico Luka.
La faceva davvero stare bene.
Niente a che vedere con ChatNoir che prendeva in giro...ma perché ora pensava a quella storia?
<< Ci vediamo domani?>> Gli chiese lei, speranzosa e con un po' di imbarazzo.
<< Ti vengo a prendere all'uscita di scuola.>> La assecondò lui. Sembrava stesse sorridendo.
Si salutarono e riattaccarono la chiamata.
<< Marinette, non hai risolto molto la situazione.>> Le fece notare Tikki, era sempre rimasta lì al suo fianco.
<< Che cosa c'è da risolvere? Lui ha detto che...>>
<< Ho sentito cos'ha detto e so che la decisione l'ha presa lui ed è molto nobile e dolce da parte sua, quindi tu impegnati, davvero sta volta, a dimenticarti di Adrien. >>
<< È così difficile Tikki!>> si lamentò.
<< Sei o non sei LadyBug? Cos'è difficile per te?>> Cercò di incoraggiarla come meglio poteva.
<< Hai ragione! Ci metterò tutta me stessa!>>
La Kwami si risollevò nel vederla così determinata e sicura di sé.
<< Ora scendo a cena, tu mi aspetti qui?>> Le diede dei piccoli colpetti sulla testolina e le sorrise.
<< Si, ma ricordati che devi fare i compiti!>> Le sorrise di rimando lasciandosi coccolare.
<< E chi se lo dimentica!>>
Scese le scale.

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