Era tornato a casa per cena, sarebbe voluto rimanere lì per sempre ma non poteva non fare ritorno per il pasto. Anche se lo avrebbe passato, come sempre, da solo. Sta volta però si sbrigò a mangiare, non aveva intenzione di aspettare il padre, tanto, come sempre, non sarebbe arrivato.
Corse in camera e lasciò libero Plagg di mangiare tutto il formaggio di cui aveva bisogno. Voleva ritrasformarsi e correre di nuovo da lei.
Si lasciò cadere a peso morto sul letto, lo sguardo al soffitto e l'espressione da ebete. Plagg sbuffò, conosceva bene quell'espressione.
<< E io che parlavo a fare?>>
<< Che vorresti dire?>>
<< Che nemmeno oggi hai chiamato Kagami e già sogni dietro ad un'altra.>>
<< Ma non è un'altra, Plagg. Lei c'è sempre stata! Ero così ceco.>>
<< Se mi avessi dato retta prima ti saresti risparmiato tante fatiche inutili.>> Gli fece notare finendo il formaggio.
<< Sono state esperienze anche quelle.>>
<< Sono stanco di fare l'agendina per le tue ragazze. Chiama Kagami!>> Lo disse scocciato ma, mentre svolazzava verso altro formaggio, lo guardò con la coda dell'occhio e sorrise. Era contento per lui. Avrebbe avuto il suo vero amore, dopotutto.
Adrien si alzò da letto e si sfilò il telefono dalla tasca del jeans. Vide i messaggi della ragazza e le chiamate senza risposta. Si sentì terribilmente in colpa.
Non poteva parlarle tramite il telefono. Era da codardi, ma comunque doveva informarla che qualcosa non andava, non poteva semplicemente sparire.
<< Kagami?>>
<< Adrien! Ma che fine avevi fatto? Mi sono preoccupata!>>
<< Mi dispiace essere sparito anche oggi, ho avuto delle cose da fare e...ho bisogno di tempo per parlarti. Però faccia a faccia.>>
<< Va bene, anche se credo di aver capito. Vogliamo vederci sta sera?>>
Sembrava triste, ma era difficile dirlo, era sempre così tremendamente composta. A tratti sembrava fredda.
<< No sta sera no!>> Si affrettò a risponderle, forse con troppo trasporto.
<< Hai da fare qualcosa di più importante sta sera?>>
Non poteva dirle che, effettivamente, per lui era così. Era pessimo, davvero pessimo.
<< No, possiamo vederci anche subito.>> Disse dispiaciuto.
<<Tra dieci minuti al pont des Arts?>>
Perché sempre lì le delusioni d'amore?
<< Va bene. Mi sbrigo.>>
Riattaccarono e lui si ritrovò Plagg che scuoteva la testa quasi esasperato.
<< Cosa?>>
<< Darai buca a Marinette che ha rinunciato ad uscire con Luka?>>
<< No, appena finito con Kagami andrò da lei.>>
<< Sperando che nell'attesa non cambi idea.>>
<< Non lo farà.>>
Si mise in tasca qualche pezzo di formaggio, se voleva uscire di casa l'unico modo era essendo trasformato, poi si sarebbe dovuto ritrasformare per parlare con Kagami e poi sarebbe dovuto diventare di nuovo ChatNoir per stare con Marinette. Plagg si sarebbe affaticato un po'.
<< Me lo auguro. Sappi che lo faccio solo per il formaggio.>>
<< Piantala, Plagg, lo so che mi vuoi bene.>>Arrivò in prossimità del luogo dell'incontro e si ritrasformò in un vicolo lì vicino.
<< Tieni.>>
Diede del formaggio a Plagg e lo fece nascondere nel solito posto.
Kagami era già lì ad aspettarlo.
Deglutì a fatica e si avvicinò alla ragazza che vedendolo arrivare si era voltata per averlo davanti a lei.
<< Ciao.>> Disse seria.
<< Ciao.>> Rispose lui.
Il silenzio stava diventando soffocante. Non era mai stato così tra di loro. Si sentiva davvero in colpa per tutto quello che era accaduto negli ultimi giorni alle sue spalle. Kagami non se lo meritava.
<< Io...>> Cercò come meglio poteva di iniziare una frase con un senso compiuto che spiegasse alla ragazza cosa stesse provando in questo momento. Ma sembrava un'impresa troppo ardua.
<< È per lei, vero?>>
Quella domanda lo lasciò senza fiato.
Sapeva a chi si riferiva e si domandava come potesse essere possibile che perfino Kagami se ne era resa conto, mentre lui no. Aveva dovuto aspettare che le cose si complicassero ancora di più.
<< Mi dispiace tanto, io non me ne ero nemmeno accorto!>>
<< Lo so, ma io si e sono stata una stupida a credere di potermi mettere tra di voi.>>
Come poteva dirle che in realtà era lui ad averla voluta mettere in mezzo tra lui e LadyBug? Tutto questo non aveva senso.
<< No, tu hai solo sperato in qualcosa e mi dispiace che non sia andata come avresti voluto. So cosa significa.>> Abbassò lo sguardo.
<< Lei sta con Luka, vero?>> Chiese, più per poterlo confortare che per curiosità.
<< Non credo che ci stia proprio insieme, so che si frequentano.>> Ammise con tristezza.
<< E a te va bene così?>>
<< Non pretendo niente. Sarà lei a decidere.>> Sospirò infondendosi coraggio.
<< Ora devo correre via, mi dispiace. Sono scappato di casa e...>> Mentì spudoratamente.
<< Non preoccuparti. Grazie per aver voluto parlare a voce.>>
Lui le si avvicinò per lasciarle un bacio sulla guancia, lei gli sorrise per fargli capire che sarebbe andato tutto bene.
Corse via. Doveva andare da Marinette, prima che lei potesse anche solo pensare di aver sbagliato a scegliere lui.
Si trasformò e corse velocissimo aiutandosi con il bastone.
In meno di cinque minuti era da lei. La vide affacciata al balcone e sorrise. Lo stava aspettando. Lei stava aspettando lui. Nessun altro. Stava a dimostrarlo il fatto che fosse in pigiama.
Saltò sulla ringhiera, proprio dove era lei che per la paura fece un salto in dietro. Lui si chinò sul suo viso e le lasciò un dolce bacio sul naso che la fece arrossire violentemente.
<< Scusa il ritardo, principessa.>> Le sorrise sfacciato.
<< Sei così sicuro del fatto che io ti stessi aspettando?>> Incrociò le braccia al petto e sorrise sfidandolo.
<< Ne sono più che convinto.>> Sembrava davvero molto sicuro di sé mentre scendeva dalla ringhiera per andarle più vicino.
<< Sbruffone.>> Lo apostrofò voltandosi per tornare in camera.
<< Ei, perché entrare quando abbiamo Parigi a nostra disposizione?>> La afferrò per una mano trattenendola e facendola voltare di nuovo verso di sé.
<< Perché tra poco si metterà a piovere.>> Disse lei guardando il cielo scuro e prendendo il suo solito giacchetto dalla sdraia. Stava anche iniziando a fare freddo.
Lui seguì il suo sguardo e si ritrovò ad alzare le spalle e a piegare un angolo della bocca dandogli ragione.
La ragazza fece di nuovo per entrare ma lui la trattenne ancora.
<< Aspetta aspetta.>> Disse impaziente di fare ciò che aveva programmato.
Tirò fuori una radiolina e la mise sul tavolino da esterni, premette un bottone e partì la melodia.
<< Mi concede questo ballo, principessa?>> Si inchinò proprio come nei film i principi chiedevano la mano alle principesse. Inutile dire che Marinette arrossì di nuovo.
Ma perché quel gatto le faceva questo effetto ora?
Accettò l'offerta ridendo per l'imbarazzo che stava provando.
Lui le mise una mano sul fianco per stringerla a sé e le prese l'altra tra la sua. Iniziò a farla volteggiare sul terrazzo e lei rise ancora più forte. Lui era estasiato da quella vista. Avrebbe continuato in eterno se solo non gli fosse girata la testa ad entrambi.
Rallentarono il ritmo ed iniziarono a muoversi solo sul posto, erano troppo impegnati a guardarsi.
<< Ti stai divertendo?>> Chiese dolcemente.
<< Molto, mio principe.>> Stette al gioco, ma non poteva immaginare quanto questo avesse fatto emozionare il povero gatto davanti a lei.
Non faceva che ripetersi: Mi ha chiamato "mio principe".
E sorrideva come un ebete.
<< Non ti sei pentita di essere rimasta con me, vero?>>
<< Assolutamente no.>>
Nel dirlo poggiò la testa al suo petto e il ragazzo, colpito da quel gesto, portò la mano di lei sulla sua spalla, come l'altra e la sua sull'altro fianco.
Inaspettatamente lei gli strinse le braccia intorno al collo per continuare a ballare.
Che strana sensazione stava provando. Era incredibile si sentisse così con una persona che aveva avuto sotto gli occhi per tutto quel tempo, ma l'aveva sempre e solo vista come un'amica. Il cuore gli batteva accellerato e lo stomaco gli si attorcigliava. Erano proprio queste le emozioni che pretendeva dal suo amore.
Lei aveva ancora la testa poggiata sul suo petto, sotto il suo collo, gli occhi chiusi e un sorriso rilassato. Non capiva ciò che stava provando, ma si sentiva bene, come se tutti i problemi fossero improvvisamente svaniti, come se finalmente aveva trovato veramente qualcosa di importante a cui pensare e non era Adrien, non era Luka. Non poteva crederci fosse proprio il suo gattino.
Scherzosamente con il dito fece suonare il campanello che aveva al collo e lo fece sorridere. Lui le prese la mano e si allontanò di qualche millimetro, solo per poterla guardare, ma lei sembrava non volersi staccare dal suo petto.
<< Principessa?>> Le lasciò la mano e la portò sotto il mento di lei per sollevarle la testa e farsi guardare. Voleva baciarla.
Lei lo avrebbe ricambiato?
La guardava, la testa china e gli occhi lucidi. Come poteva resisterle?
Anche gli occhi di lei brillavano di una strana luce mentre lo guardava con la testa girata verso di lui.
Le aveva sussurrato, sulle labbra calde, quella parola come se fosse una richiesta. Come a volersi far dare il suo permesso. Glielo avrebbe concesso?
In quel momento così intenso, poche gocce caddero su di loro prima che iniziasse a piovere molto fitto facendo sobbalzare i due che si allontanarono.
<< Dobbiamo entrare.>> Disse preoccupata. Si sarebbero ammalati a stare sotto l'acqua.
Lui le prese la mano e corse sotto l'ombrellone che copriva il tavolo.
<< Aspetta qui, Marì.>> Le sorrise dolce e corse ad aprire il passaggio per la sua camera. Le allungò il braccio invitandola a raggiungerlo. Nella fretta di richiudersi la botola sulla testa Marinette scivolò andando addosso a ChatNoir che perse l'equilibrio e cadde a terra con lei sdraiata sopra. Il suo istinto l'aveva portato a stringerla forte, per non farle fare male. Lui avrebbe attutito la sua caduta.
<< Mi...mi dispiace un sa...sacco, scusa, sono...sono così im...imbracata.>> balbettò tirandosi su e finendo a cavalcioni su di lui che la guardava divertito. Era rossissima in volto.
<< Imbranata?>> La corresse divertito.
<< Si, imbranata, io che ho detto?>> Cercava in tutti i modi di guardare altrove. Ma che gli stava prendendo? Solo con una persona si era sempre comportata così.
Il gatto alzò il busto per avvicinarsi al viso di lei. Sorrise strafottente mentre lei teneva lo sguardo al pavimento.
<< Per quanto ami questa posizione, dovresti alzarti, principessa.>> Le sussurrò nell'orecchio provocandogli mille brividi.
<< O mio dio, scusami!>> Si tirò velocemente indietro finendo con il sedere a terra. Le mani dietro per reggersi e le gambe piegate e leggermente divaricate.
ChatNoir non poteva non pensare ad un modo per approfittarsi della situazione e di quella posizione. C'erano andati così vicini.
Gattonò lentamente verso di lei, mantenendo il contatto visivo sempre.
Lei cercò di andare indietro ma si ritrovò con le spalle al letto.
Era in trappola.
Il ragazzo arrivò a posizionarsi tra le sue gambe, una mano che poggiava a terra vicino a quella di lei e una che lo aiutava a posare il suo peso sul bordo del letto.
Improvvisamente qualcosa in lui scattò facendogli realizzare come era realmente la situazione. La ragazza davanti a lui teneva gli occhi chiusi e sembrava quasi temerlo.
Lui non voleva assolutamente questo.
Ma che gli stava prendendo? Non doveva essere famelico con lei, Marinette si meritava tutta la dolcezza del mondo.
Sorrise dispiaciuto e le lasciò un bacio dolce sulla guancia prima di tirarsi in piedi e aiutarla a fare lo stesso. Lei sembrava essere rimasta piacevolmente sorpresa, tanto che alla fine gli sorrise.Scusate ma dovevo mettere anche la scena del ballo ❤️
E ho casualmente trovato questa e non potevo privarmene 😍
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La Dea Bendata
Fanfic"Era ormai da un anno che Parigi veniva difesa da LadyBug e ChatNoir, era da un anno che la sua vita era una giostra spericolata di emozioni, un anno da quando aveva scoperto l'amore dentro due bellissimi occhi verdi e la complicità in uno sguardo d...